Questa mattina conferenza stampa al Tpo di via Casarini. Un grande striscione e tanti attestati di solidarietà per Gianmarco De Pieri.
Affollata conferenza stampa questa mattina al TPO per protestare contro il divieto di dimora, notificato ieri, nel tardo pomeriggio, a Gianmarco De Pieri. L’attivista del centro sociale di via Casarini ha dovuto lasciare Bologna poche ore dopo, ma oggi ha incassato la solidarietà di tante persone, realtà sociali e organizzazioni sindacali. E’ stato il suo compagno di tante lotte Meco ad iniziare l’incontro, leggendo il lungo elenco di attestati di sostegno e vicinanza e l’adesione al presidio che si terrà stasera in Piazza San Francesco. Si va dal Collettivo di scrittori Wu Ming ai 99 Posse, da diversi esponenti della FIOM regionale e nazionale, dal sindacato USB a molti centri sociali, da Giorgio Cremaschi di Ross@ a Leonardo Tancredi di Piazza Grande.
Meco ha ribadito che le accuse per cui è stato comminato la misura cautelare, vengono rivendicate da tutte le compagne e i compagni del TPO. Che proseguirà l’impegno e la determinazione a portare avanti le istanze dei migranti, dei profughi, dei senza casa e dei precari. Dopo la prima risposta di oggi, il TPO parteciperà attivamente alle varie iniziative della campagna “Libertà di dimora”, in preparazione della manifestazione del 26 settembre prossimo.
Ha preso, poi, la parola una ragazza dell’ADL Cobas che ha raccontato come l’occupazione della Villetta di Viale Aldini ha permesso a famiglie che si trovavano in mezzo a una strada di avere delle alternative alla disperazione. A dimostrazione che questa lotta non era il vezzo di un collettivo di studenti antagonisti che strumentalizzava il disagio sociale, è stata la presenza alla conferenza stampa di uomini, donne e bambini che a Villa Adelante avevano trovato un tetto. Loro, il giorno dell’evacuazione, erano a dar man forte a Gianmarco e agli altri compagni nei vari momenti di resistenza allo sgombero.
Gli stessi concetti sono stati ribaditi da un ragazzo di Labas che ha parlato, anche, del distacco della corrente avvenuto all’ex Caserma Masini e delle varie intimidazioni contro le realtà autorganizzate che portano avanti un mutualismo da basso, avvenute in questo ultimo periodo da parte della questura.
L’avvocato Simone Sabatini, ha detto che, come difensori, potranno visionare gli atti solo lunedì mattina. Comunque, alla luce dei fatti, è evidente la sproporzione tra l’episodio molto modesto che è stato contestato e quello che la misura cautelare ha provocato immediatamente: allontanamento di una persona molto conosciuta per la sua attività politica pubblica, che abita a Bologna da vent’anni, che svolge la sua attività lavorativa in città e che è costretto a lasciare la sua compagna e un figlio di pochi mesi.
Marianna del Comitato “Libertà di dimora” ha ribadito che questo è l’ultimo di una serie di provvedimenti restrittivi tesi a colpire il conflitto sociale e il dissenso in città. Ha fatto appello affinché, in queste settimane, monti la campagna della “Bologna delle libertà contro la Bologna della paura, per arrivare a una manifestazione di massa il prossimo 26 settembre. Veronica di Hobo, ha fatto notare che questa volta ad essere colpito non è uno studente universitario, ma un attivista che vive e lavora in città da anni. Il “clima” che si respira in città comincia farsi troppo pesante, da qui l’importanza della manifestazione per la “libertà di dimora”.
Federico del Collettivo di scrittori Wu Ming ha detto che si tratta di un provvedimento non solo sproporzionato, ma, in primo luogo, ingiusto. Ha le sue radici in un regime dittatoriale, perché fu usato, non a caso, soprattutto durante il ventennio fascista. Perciò, non ci sono mezzi termini, a provvedimenti del genere occorre ribellarsi.
Ha chiuso un esponente di VAG 61, descrivendo come provvedimenti simili, con nomi diversi siano stati riproposti, in vari momenti storici, e sempre per colpire gli oppositori. Se a Bologna, a differenza di altre città, non si sono ancora scatenate guerre tra i poveri è perché realtà come i collettivi di lotta sulla casa, i centri sociali, i coordinamenti dei migranti, i sindacati di base hanno sollevato lo zerbino con cui, per decenni, le istituzioni avevano cercato di oscurare il disagio sociale. Se è esplosa l’emergenza abitativa è perché, col movimento delle occupazioni, si è dimostrato di chi è la colpa se le case sono vuote e tanta gente dorme per strada. Oggi, con i provvedimenti restrittivi, qualcuno si vuole sostituire a Matteo Salvini, usando l’arma della repressione.
Il primo appuntamento contro questo questo “clima da paura” è stasera in Piazza San Francesco alle ore 20.00, segnando in agenda il 26 settembre, giorno della manifestazione per la “libertà di dimora”.