L’attacco contro l’assegnazione della nuova sede al Lazzaretto e gli spazi che “producono conflitto”.
Se la prendono con l’assessore Ronchi e il Lazzaretto, il centro sociale a cui recentemente è stata assegnata la nuova sede di via Pietro Fiorini.
L’accusa di Giovanni Favia e Marco Piazza, l’uno consigliere regionale, l’altro comunale per il Movimento 5 Stelle, dipinge il centro sociale come “una banda” e attacca l’assessore alla Cultura colpevole, secondo loro, di “dare spazi a chi crea conflitto”.
Già, il conflitto, questa bestia rara e mostruosa.
La colpa del Lazzaretto in questi 13 anni è stata quella di creare un posto aperto e socievole, più volte dimostrato ad esempio ospitando per settimane dei profughi di guerra lasciati senza casa dalla legalità di cui i grillini si fanno porta-bandiera oppure dando spazio a decine di gruppi musicali bolognesi che hanno così trovato un luogo in cui esprimersi e diffondere la loro passione, la musica.
Per quanto riguarda la “banda”, probabilmente i due consiglieri si riferiscono all’orchestra jazz, con tanto di corsi per strumentisti, ospitata dal centro sociale, oppure ancora alle rassegne di musica d’autore (jazz, blues, e tanto altro) organizzate nei locali del Lazzaretto con l’intervento di artisti di fama internazionale.
Tutto questo senza chiedere un soldo a nessuno, rimboccandosi le maniche e mettendoci del proprio, in prima persona, per fare vivere un progetto di vita alternativo ai ritmi folli di quella che si vorrebbe la metropoli Bologna.
Le dichiarazioni di oggi, del resto, fanno il paio con quelle recenti a favore dei comitati “anti-degrado” di via del Pratelo. Ma stiano tranquilli, i grillini: non sono soli. Partiti del calibro di Pdl, Lega nord e Udc sono schierati dalla loro stessa parte. Dalla nostra parte e da quella degli spazi autogestiti, invece, c’è e continueranno ad esserci cultura e socialità demercificata. E sì, se ne facciano una ragione, anche conflitto.