Storia e memoria

Come lo Stato si assolve

Cronologia essenziale dei “Misteri d’Italia” dalla prima pubblicazione de “La Strage di Stato” ai giorni nostri (1999). Dallo speciale realizzato da Zic in occasione del trentennale di Piazza Fontana.

10 Dicembre 2009 - 17:05

COME LO STATO SI ASSOLVE


Fra tragedie e involontario humor nero, ecco una cronologia essenziale sui principali “misteri d’Italia”dall’uscita del libro “Strage di Stato” a oggi (aggiornato al 1999).

22 luglio ’70: attentato al treno Freccia del Sud: 7 morti e 139 feriti a Gioia Tauro. Classificato come disastro colposo (dei ferrovieri) ma nel ’95 finirà sotto processo un mafioso pentito con due parlamentari ex missini e ora di Alleanza Nazionale (Aloi e Meduri) più altri esponenti di destra e ‘ndrangheta.

8 dicembre ’70: i congiurati sono pronti ma all’ultimo minuto il golpe capitanato dal fascista Junio Valerio Borghese è bloccato.

12 dicembre ’70: manifestazione a Milano contro la “strage di Stato”; un candelotto lacrimogeno della polizia uccide lo studente Enzo Santarelli.

5 marzo ’71: una riunione della P2 (di cui allora nulla si sa) traccia le linee guida si un governo “autoritario”.

13 aprile ’71: il giudice di Treviso Giancarlo Stiz emette mandati di cattura contro 3 neofascisti veneti (Freda, Ventura e Aldo Trinco) fra l’altro per gli attentati dell’aprile e agosto ’69.

novembre ’71: il procuratore milanese Luigi D’Espinosa promuove un’indagine sulla ricostituzione del partito fascista in tutta Italia, indagando anche sui massimi dirigenti dell’allora Msi e incriminando (nel luglio ’75) Almirante e altri 41 deputati e senatori missini; altra inchiesta che si scioglierà come neve al sole (se qualcuno avesse bisogno di cercare una spiegazione ricordi, a esempio, che l’anno successivo il presidente della repubblica, il dc Giovanni Leone, sarà eletto con i voti determinanti dei missini).

febbraio ’72: inizia a Roma il processo “contro Valpreda”; il 6 marzo viene bloccato con il pretesto del trasferimento a Milano “per competenza”. Sempre in febbraio un episodio significativo quanto gelosamente nascosto: lo scioglimento dell’intero comando della Terza Armata, ritenuto completamente “infiltrato” da fascisti irriducibili.

4 marzo ’72: Stiz fa arrestare Pino Rauti con l’accusa d’essere coinvolto nell’attività eversiva di Freda e Ventura.

21 marzo ’72: Stiz invia da Treviso gli atti sui fascisti Freda e Ventura al suo collega milanese D’Ambrosio (che il 24 aprile scarcererà Rauti); il 28 agosto contro i due vengono emessi mandati di cattura per strage. Dunque ci sono ora 2 diverse (e politicamente opposte) indagini su piazza Fontana.

31 maggio ’72: a Peteano (Gradisca d’Isonzo) esplode una bomba uccidendo 3 carabinieri. E’ l’unica indagine su una strage degli anni ’70 che si chiuderà con una condanna.

13 ottobre ’72: “per motivi di ordine pubblico” (ovvero la campagna della sinistra contro i fascisti) il processo di piazza Fontana è strappato al giudice milanese dalla Corte di Cassazione e va a Catanzaro.

30 dicembre ’72: Valpreda e gli altri anarchici sono rimessi in libertà.

15 gennaio ’73: Marco Pozzan, fedelissimo di Freda, viene fatto espatriare dal Sid.

7 aprile ’73: preso sul fatto il fascista Nico Azzi (la bomba gli scoppia fra le gambe) mentre prepara un attentato sul treno Genova-Roma, rivendicata con volantini e quotidiani della sinistra extra-parlamentare che aveva addosso; più chiaro di così il meccanismo della provocazione non poteva essere!

9 aprile ’73: Guido Giannettini, “agente Z”, viene fatto espatriare dal Sid.

17 maggio ’73: il sedicente anarchico Gianfranco Bertoli (ma molti lo accusano d’essere stato legato a “Ordine nuovo”) lancia una bomba contro la questura di Milano: 4 morti e 40 feriti.

23 novembre ’73: cade a Marghera l’aereo militare “Argo 16” (morti i 4 membri dell’equipaggio); una vicenda che allora non insospettisce alcuno ma che rispunterà alla fine degli anni ’80 nelle indagini del giudice Mastelloni.

Nell’ottobre ’73 viene scoperta la rete della “Rosa dei venti”; è una delle tante inchieste (alcune animate da serie intenzioni, altre a puro scopo fumogeno) di quegli anni contro gruppi militari o paramilitari fascisti; questa, dopo aver sfiorato 2 generali e 3 colonnelli, uomini dei Servizi nonché l’industriale Andrea Maria Piaggio, finirà nel consueto tritacarne magistratura/pressioni politiche e dunque si chiuderà in sostanziale burletta.

26 gennaio ’74: in coincidenza con l’arresto di Vito Miceli, capo del Sid, corrono voci d’un golpe che poi si riproporranno in più occasioni fra il ’74 e il ’75: non erano solo avvertimenti o “rumor di sciabole”.

18 marzo ’74: nello stesso giorno inizia a Catanzaro la seconda fase del “processo Valpreda” mentre da Milano arriva il rinvio a giudizio per Freda e Ventura.

18 aprile ’74: ancora la Corte di cassazione strappa l’inchiesta “Freda-Ventura” al giudice D’Ambrosio e l’unifica con il processo di Catanzaro.

28 maggio ’74: in piazza della Loggia a Brescia scoppia una bomba durante una manifestazione anti-fascista: 8 morti e quasi 100 feriti. Tutte le tracce portano ai fascisti eppure nessuna sentenza li troverà colpevoli. Due giorni dopo vicino Rieti si scoprirà casualmente (nella sparatoria rimane ucciso il fascista Giancarlo Esposti dei Mar) che si preparava un’altra strage per il 2 giugno.

19 giugno ’74: Giulio Andreotti, ministro della Difesa, rivela in un’intervista che Giannettini è un agente del Sid e che Giorgio Zicari, giornalista al “Corriere della sera” è un informatore.

4 agosto ’74: nella galleria di san Benedetto-val di Sambro (Bologna) esplode una bomba sul treno Italicus: 12 morti e 48 feriti; ma la strage doveva essere ben più tragica perché il timer era mirato per esplodere in galleria . Anche qui le indagini faranno solo volare qualche straccio.

novembre ’74: con Vito Miceli, ex capo del Sid (dal 18 ottobre ’70 al 1 luglio ’74), arrestato dai giudici padovani (le accuse: occultamento di prove, complicità con i fascisti, cospirazione) il 31 ottobre si rafforzano le voci d’un golpe nel ponte d’inizio mese (dunque con le fabbriche chiuse); magari in coincidenza con il viaggio romano di Henry Kissinger, il quale avrà pur preso un “premio Nobel della pace” per il Medio Oriente ma altrettanto certamente è fra i principali artefici del golpe in Cile, l’anno prima, contro il democraticamente eletto Salvador Allende.

27 gennaio ’75: inizia il processo “unificato” (cioè ad anarchici e fascisti) di Catanzaro.

Nel maggio ’75 entra in vigore la “legge Reale”, in teoria contro criminalità e terrorismo, in pratica una specie di assoluzione preventiva all’uso di armi da fuoco da parte delle “forze dell’ordine” (le quali comunque, solo fra il gennaio ’48 e il settembre ’54, avevano ucciso 70 persone e ne ferirono 5104 durante manifestazioni politiche o sindacali).

27 ottobre ’75: il giudice D’Ambrosio chiude l’inchiesta sulla morte di Pinelli: “malore attivo”, tutti prosciolti.

Maggio/giugno ’76: mandati di cattura per cospirazione golpista contro Edgardo Sogno (si saprà poi: tessera P2 numero 2070 codice E1979, fascicolo 0786), Randolfo Pacciardi, il dc Filippo De Jorio e indagini anche su Luigi Cavallo e molti altri “fascisti in camicia bianca” che muovono i fili dei cosiddetti “Comitati di resistenza democratica” e di altre strutture che quantomeno dal 1970 collegano destra democristiana, fascisti, industriali e ambienti militari; anche quest’inchiesta – occorre dirlo? – si dissolverà in una nuvola di fumo.

23 novembre ’77: al processo di Catanzaro per piazza Fontana viene condannato (ma subito rimesso in libertà) il generale Saverio Malizia, consulente del ministro della Difesa, per falsa testimonianza; sarà poi assolto il 30 luglio ’80.

23 febbraio ’79: condanna all’ergastolo per Freda, Ventura e Giannettini (fascista ma anche uomo dei servizi segreti), assoluzione per Valpreda e gli anarchici. Ma Freda è già sparito (dal 1 ottobre ’77 è in Costarica, verrà ri-arrestato 3 anni dopo) e poco prima della sentenza si dilegua (in Argentina) anche Ventura. Lievi condanne (4 e 2 anni) anche agli uomini dei Servizi, il capitano Antonio La Bruna e il generale Gianadelio Maletti.

27 giugno ‘80: si inabissa a Ustica il Dc-9 Itavia: 81 morti. Fu probabilmente un atto di guerra (nel corso d’un assalto a un aereo libico?) o un “errore” militare; di certo Servizi, comandi dell’Aeronautica, governi sapevano e proprio per questo depistarono.

2 agosto ’80: scoppia una bomba alla stazione di Bologna: 85 morti e decine di feriti: come si sa, dopo lunghe vicende giudiziarie, processi annullati e rifatti, si finirà con un sostanziale “tutti assolti” per i Servizi e con discusse condanne solo per i fascisti Mambro e Fioravanti (killer crudeli ma tutto sommato “pesci piccoli” nel panorama dell’eversione).

Nel 1981 viene alla luce la loggia segreta “P2” di Licio Gelli; fra gli iscritti giornalisti, generali, politici, magistrati, uomini dei Servizi e un tal Silvio Berlusconi (con il numero 1816, codice E1978. Gruppo 17, fascicolo 0625). 20 marzo ’81: la sentenza di secondo grado assolve tutti – dunque anche i fascisti – gli imputati per la strage di piazza Fontana; e già che c’è dimezza le pene a Maletti e La Bruna.

24 agosto ’81: la Commissione inquirente archivia le accuse contro Andreotti, Rumor, Tanassi e Zagari (ministri della Difesa a turno) come complici dei molti “depistaggi” del Sid. Figurarsi.

11 giugno ’82: la Corte di Cassazione annulla la sentenza d’appello per piazza Fontana e dispone un nuovo processo a Bari (escludendo solo Giannettini) il quale decreterà – il 1 agosto 1985 — l’assoluzione definitiva per tutti gli imputati e ridurrà ancora le pene a Maletti e La Bruna. Ci sono ancora strascichi giudiziari (nel 1987) contro i fascisti Delle Chiaie e Fachini ma i due sono assolti (il 20/2/89) con sentenza poi confermata in appello (il 5/7/91).

23 dicembre ’84: il rapido 904 è squarciato da una bomba: 16 morti e 200 feriti. Fu un delitto di fascisti e camorra? Al solito i processi si contraddicono: per una Cassazione, presieduta dal solito Corrado Carnevale (quello che assolve i mafiosi e raddoppia le condanne ai compagni) che proscioglie, ci sarà nel marzo ’91 una successiva condanna all’ergastolo inflitta al solo Massimo Abbatangelo, deputato dell’allora Msi; pare poco credibile che abbia fatto tutto da solo.

27 gennaio ‘87: la prima sezione della Cassazione, presieduta da Corrado Carnevale (guarda un po’ chi si rivede), respinge i ricorsi e conferma la sentenza barese d’assoluzione per piazza Fontana.

Nel 1988 il giudice milanese Salvini, durante le indagini sul gruppo fascista “La Fenice”, trova elementi che sembrano portare verso la strage di piazza Fontana; inizia un lavoro di controllo anche su carte e bobine dei servizi segreti. Nel gennaio ’89 apre una nuova inchiesta, che arriva a conoscenza dei giornalisti solo nel novembre ’91.

2 agosto ’90: alla Camera dei deputati, il presidente del Consiglio Andreotti fa sapere che fornirà entro 60 giorni i documenti sulla “struttura parallela e occulta che avrebbe operato all’interno dei servizi segreti”; sta per arrivare la bufera Gladio.

3 agosto ‘90: alla commissione parlamentare sulle stragi Andreotti nega tutto anche che Rudolph Stone, capo della Cia in Italia, fosse iscritto alla loggia P2 con il numero di tessera 2183, fascicolo 0899, come invece è noto.

18 ottobre ’90: Andreotti invia il documento promesso in agosto sul “cosiddetto Sid parallelo, il caso Gladio”. Successivamente la “commissione parlamentare d’inchiesta sul terrorismo e le stragi” deciderà d’includere Gladio nelle sue indagini: i documenti confermeranno il quadro politico noto (Dc, fascisti e Usa al centro di ogni trama) ma si confermerà anche che i manovratori di filo sono intoccabili. Al solito iniziano i depistaggi (nel febbraio ’95 un colonnello dei Servizi verrà arrestato appunto per questo), i tempi lunghi conditi da belle parole, ricatti sott’acqua e insabbiamenti Vale al riguardo la pena di ricordare che il 21 marzo ‘91 l’allora presidente Kossiga dichiarerà in tv che piduisti e gladiatori sono tutti (o quasi) bravi ragazzi anzi patrioti.

Nel gennaio ’91 circolano sui massmedia gli elenchi (incompleti) dei “gladiatori” mentre in Parlamento arrivano i documenti (ma restano molti “omissis) sul “piano Solo”, ovvero il golpe del 1964 quando un tal Andreotti era ministro della Difesa e Antonio Segni (padre dell’attuale referendario detto anche Mariotto) capo del governo.

10 ottobre ’91: il giudice veneziano Felice Casson trasferisce a Roma (“per competenza”) la sua inchiesta sul terrorismo in Alto Adige che coinvolge militari e “gladiatori” e che finirà poi sostanzialmente archiviata; un mese e mezzo dopo Kossiga rivendica di nuovo che Gladio era cosa ottima e legale.

13 marzo ’95: il giudice Salvini rinvia a giudizio 26 persone (fra loro fascisti come Fachini, Giannettini, Delle Chiaie ma anche Gelli e il generale Maletti) per piazza Fontana. Intanto l’ammuffita e impotente “commissione stragi” apprende da Salvini che oltre a Gladio c’erano”36 legioni” con 1500 uomini (Nato, fascisti, militari) pronti ad attentati e golpe; solo un’alzata di sopracciglio e tutto finisce lì.

28 marzo ’95: alcuni giornali pubblicano stralci delle testimonianze del terrorista nero Gaetano Orlando: “Armi? Ce le davano i carabinieri”, una delle tante “rivelazioni” che sarebbero esilaranti se di mezzo non ci fossero tragedie.

4 ottobre ’96: un perito del giudice Salvini scopre a Roma, in un deposito sulla via Appia, 150 mila fascicoli non catalogati dal ministero dell’Interno, inizia una nuova farsa e chi si fosse aspettato clamorose novità dal nuovo ministro, l’ex comunista Napolitano, sarebbe restato assai deluso. Tutto muta, nulla cambia.

27 marzo ’97: il giudice veneziano Carlo Mastelloni incrimina (per falso e soppressione di prova) 22 ufficiali dell’Aeronautica nell’inchiesta su Argo 16, l’areo del Sid precipitato il 23 novembre ’73 vicino Porto Marghera; un’altra vicenda che sembra intrecciarsi con Gladio, in parte (almeno per ciò che riguarda i protagonisti) con Ustica e sicuramente conferma che i Servizi non sono stati ripuliti come 100 e 100 volte promosso dai vari governi della Banan/Italian repubblica. In maggio Mastelloni invia alla “commissione stragi” documenti che informano sul funzionamento di una “Gladio civile” al Viminale fra il ’50 e il 1984, che sarebbe come dire 34 anni di illegalità al vertice dello Stato ma già gira la barzelletta che i vari governi non ne sapessero alcunché.

novembre ’97: per chi fosse dotato di humor nero le notizie sui “misteri d’Italia”, passati e presenti, sono fonte di continuo gaudio. Nel giro di pochi giorni si parla infatti di bombe anarchiche contro i palazzi di “giustizia” (l’infinito ritorno) e si dice che sì, 37 anni prima (caspita, che velocità le inchieste!) l’aereo di Mattei, presidente dall’Eni, fu effettivamente abbattuto, anche se ovviamente non si sa ha alcuna idea sui responsabili.

10 febbraio ’98: con 34 rinvii a giudizio si chiude la seconda parte dell’inchiesta Salvini: in 60 mila pagine c’è di tutto ma i protagonisti son sempre loro cioè dc, fascisti e Nato/Cia.

Per completare il quadro, bisogna riassumere che dal 12 dicembre ’69 al 23 dicembre ’84 per 8 stragi che le prove non meno che il buon senso politico certificano come “nere” (fascisti più Stato) con 149 morti e 688 feriti ci sono due soli colpevoli condannati: Vincenzo Vinciguerra (reo confesso)e Carlo Cicuttini per l’attentato mortale di Peteano (chi volesse approfondire può leggere “La strage di Peteano” di Gian Pietro Testa, edito da Einaudi). E che per i molti delitti compiuti nelle piazze dai fascisti vi sono state pochissime condanne.

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