“La normalizzazione dello stato di eccezione è una deriva da cui stare lontani anni luce”, aveva dichiarato l’assessora alla Sicurezza, Matilde Madrid, parlando del provvedimento sulla zona di piazza XX Settembre: che ieri, infatti, è stato prolungato fino a settembre portando così già a un anno la sua durata.
Sulle “zone rosse” Bologna ha fatto da apripista, con l’ordinanza adottata lo scorso 8 ottobre sull’area di piazza XX Settembre e dintorni. Ma pochi mesi fa il Comune avvertiva che questo dispositivo rientra tra gli strumenti straordinari che per definizione “devono rimanere tali in senso assoluto e cioè limitati nel tempo”, riprendendo le parole usate in Consiglio comunale dall’assessora alla Sicurezza, Matilde Madrid, interpellata da Coalizione civica. “Io ritengo che la normalizzazione dello stato di eccezione sia una deriva da cui stare lontani anni luce“, continuava Madrid, perché altrimenti “si innesca un principio di di assuefazione alla straordinarietà che bene non ha mai fatto al nostro Paese”. E infatti, puntualmente, ieri il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, con la partecipazione come sempre dello stesso Comune, ha deciso di prorogare l’ordinanza fino al prossimo 15 settembre, arrivando in pratica a un intero anno di durata del provvedimento.
Si prolunga così il provvedimento che impone “il divieto di stazionare in alcune aree cittadine ai soggetti già denunciati dalle forze di polizia”, nelle aree interessate, per reati in materia di stupefacenti, contro la persona e in materia di danneggiamento, che nelle stesse aree “assumano atteggiamenti aggressivi, minacciosi o insistentemente molesti”. La decisione, ha fatto sapere la Prefettura, è stata presa “all’esito del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica” e riguarda la zona che comprende “la scalinata del Pincio, l’area antistante all’autostazione, piazza XX Settembre, Galleria 2 agosto, via Boldrini, via Gramsci, via Amendola, piazza Medaglie d’Oro e le aree della Bolognina alle spalle della stazione ferroviaria e ricomprese tra via De Carracci, via Fioravanti, via Matteotti, via Ferrarese, via Bolognesi, via dell’Arca e le corti degli immobili Acer”. Nel corso della riunione, a cui hanno partecipato il sindaco Matteo Lepore e l’assessora Madrid, “è stato analizzato l’andamento dell’ordine e della sicurezza pubblica nelle aree oggetto del provvedimento in scadenza, adottato lo scorso 8 ottobre” e a cui “ha fatto seguito una misura analoga, adottata l’8 novembre e riferita al parco della Montagnola, a viale Pietramellara, a via Galliera, a piazza dei Martiri e a piazza dell’Unità”.
Entrambe le ordinanze, scrive la Prefettura, hanno prodotto “risultati positivi”, con le forze dell’ordine che “hanno svolto, nelle aree interessate, circa 17.000 controlli, allontanando 156 persone“. E “l’imminente avvio della stagione estiva”, per cui si prevede “un consistente flusso di turisti” e nell’ambito della quale sono in programma numerose iniziative, “accresce- si legge nella nota- la necessità di garantire la fruizione delle aree in questione in piena sicurezza”. Da qui la decisione di prorogare la validità della prima ordinanza fino a metà settembre, che mira a “rendere stabili e duraturi i risultati positivi sin qui raggiunti e si inquadra in una strategia condivisa di sicurezza integrata che sarà messa in campo anche per altri quartieri, come la Bolognina”.
Paradossalmente, quindi, la zona rossa viene confermata perchè dà risultati positivi quando sono proprio i risultati positivi che dovrebbero far venire meno i presupposti su cui si basa la straordinarietà del provvedimento. E intanto l’amministrazione da un lato critica l’approvazione del decreto Sicurezza biasimando l’ideologia securitaria del governo Meloni, dall’altro porta avanti le zone rosse assurte a simbolo dell’azione del ministro Piantedosi. Come se non fossero due facce della stessa medaglia.