Il caso dei vigilantes

Indagati due poliziotti

Prosegue l'inchiesta giudiziaria sulla vicenda del Corpo delle Pattuglie Cittadine risalente al 2 giugno 2004 in Piazza Nettuno. Due agenti della Questura di Bologna si sono visti notificare l'accusa di ommissione di rapporto.
29 marzo 2007

Tra gli indagati nell'inchiesta della Procura di Bologna sui "pattuglianti cittadini” accusati di aver malmenato alcuni manifestanti il 2 giugno 2004 in Piazza Nettuno ci sono anche due poliziotti della Questura di Bologna. Si tratta del primo dirigente E.G.F. e dell'agente delle volanti D.D. A carico di entrambi c’è l'accusa di omissione di rapporto ed è per questo che sono stati interrogati oggi dal sostituto procuratore Morena Plazzi: i due agenti della Questura assistettero alla scena dei pattuglianti che intervenivano contro i manifestanti (ci sono anche filmati sui fatti del 2 giugno che in Procura definiscono "indiscutibili") e non fecero nessuno rapporto. Nelle scorse settimane quattro funzionari della Digos sono stati
ascoltati dal magistrato in qualità di persone informate dei fatti.
In precedenza, negli interrogatori, i pattuglianti avevano parlato di una reciproca conoscenza di lunga data con i due agenti, oggi però i due poliziotti hanno smentito.
I questurini hanno sostenuto che il 2 giugno 2004 c'era molta confusione e i due pattuglianti intervenuti avrebbero potuto essere Carabinieri o poliziotti in borghese. Ma soprattutto, vista la situazione di potenziale pericolo che si era creata e i rischi dovuti allo scavalcamento delle transenne da parte dei manifestanti, E.G.F. e D.D. hanno spiegato che, in quel frangente, la loro attenzione era rivolta altrove.
Sebbene i gendarmi dicano di non aver notato la scena, nei filmati acquisiti in Procura, i due agenti si trovano nelle vicinanze dei pattuglianti nello spazio riservato alle forze di polizia. Infine, in un'immagine si vede chiaramente uno dei pattuglianti che, mentre cerca di scavalcare la transenna, tira fuori dalla tasca il distintivo del "Corpo delle Pattuglie cittadine" e lo esibisce a un agente del battaglione Mobile, irriconoscibile per il casco in testa, che acconsente.
I funzionari della Digos, ascoltati come testimoni nelle scorse settimane, avevano detto di non aver mai avuto alcun tipo di rapporto con i pattuglianti.
Come mai, allora, poterono scorazzare nel settore “riservato” alle forze dell’ordine e intervenire come “tutori” dell’ordine stesso?