Come i giornali risparmiano sul lavoro e sulla qualità dell'informazione

Lo "sfogo" di un fotoreporter professionista [foto / Napoli contro Casapound]

Viviamo nella società dello spettacolo, come ci insegnò il buon Guy Debord, e questo luccichio non è una festa ma il modo imperante di far profitto e di privatizzare il bene comune. Pubblichiamo le foto e la lettera inviateci da Luca Fenderico, fotografo professionista, dopo il corteo antifascista del 30 settembre che a Napoli si è opposto ad una nuova sede di Casapound. Il suo sfogo ci parla del mestiere di fare informazione, di un lavoratore cognitario, della sua merce (le foto) e della svalorizzazione di questa da parte del "padrone" (uno dei principali quotidiani italiani) che trova sempre nuovi modi abbattere i costi scaricandoli su altri lavoratori.
5 ottobre 2009

Un professionista è una persona che deve saper lavorare bene in ogni tipo di situazione, dalla calma piatta di un convegno politico al caos più totale di uno scontro tra polizia e manifestanti. Ed è soprattutto nei momenti di caos che si riconosce il professionista, che non perde la calma e continua a "produrre" foto. Non scatti presi a caso durante il fuggi fuggi generale o dopo che sia tornata la calma. Questi stessi professionisti già bistrattati dall'informazione cartacea ed on-line che in Italia, ancor più che all'estero, penalizza il fotogiornalismo con compensi da far ridere colleghi stranieri.

Il corteo si disperde, la polizia si rilassa, la notizia "finisce". Si torna tutti ai propri studi, giornali, redazioni o si invia al volo dal proprio portatile. Comincia la seconda parte del lavoro: selezione, didascalie e correzione (laddove occorra) delle foto, invio alle proprie agenzie o giornali, e si continua con altri lavori. Poi dopo un po', sia per curiosità giornalistica che per veder se le foto sono state pubblicate (in alcuni casi vince chi arriva primo, in altri i più bravi) dò un'occhiata ai giornali on line. I vari siti hanno pubblicato le varie foto, alcune prese da agenzie e altre dal proprio fotografo. Bene. Tutto nella norma. Finchè non incappo in uno dei principali giornali italiani (che a dir la verità per quanto riguarda l'on-line è il primo a pubblicare ed il primo che controllo) e scopro che la galleria fotografia è totalmente composta (almeno fino alle ore 19:45 del 30 settembre) da fotografie scattate con le "compattine". Controllo meglio... e noto che le foto sono dello stesso autore del pezzo scritto... Un modo implicito per fare a meno dei vari fotografi professionisti presenti oggi. Non solo le foto sono pagate una miseria, ma per quella miseria un fotografo rischia salute ed attrezzatura per poi vedere pubblicate non le foto proprie o quelle di un collega... ma quelle di un giornalista che magari sarà anche bravissimo a scrivere ma che ovviamente non ha nulla a che fare con il fotogiornalismo.

Uno sfogo, quello inviatoci da Fenderico, che però non serve a far passare la sensazione di esser preso per il culo.

> Guarda le foto del corteo:

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> Per la cronaca del corteo vai all'articolo di GlobalProject "Napoli - Antifascisti oggi come ieri. In 5.000 nel corteo autodifeso"