Maltrattamenti nei confronti di pazienti di una comunità a Bentivoglio

Psichiatria e orrori, a giudizio dirigenti Ausl

Pazienti trascinati a forza, schiaffeggiati, privati dell'acqua. Dal 17 giugno a processo
9 maggio 2009

Per i maltrattamenti sui pazienti avvenuti tra il 2003 ed il 2004 all'interno della comunità per malati psichiatrici "Luna nuova" di Bentivoglio (Bo), andranno a processo il 17 giugno anche due dirigenti dell'Ausl (uno attualmente in pensione) e l'ex direttrice sanitaria che guidava la struttura all'epoca dei fatti. All'epoca la struttura, che oggi ha cambiato completamente organico, era in convenzione con l'Ausl. Secondo il gup Marinella De Simone che li ha rinviati a giudizio, i tre vertici sono responsabili, in termini di omissione di controllo e negligenza, di concorso doloso nei maltrattamenti compiuti da tre operatori sanitari della struttura già a processo (prossima udienza prevista per lunedì)
Le testimonianze parlano di pazienti trascinati a forza, presi a schiaffi e calci, rinchiusi per lunghe ore nelle camere privi d'acqua. "Numerosi atti di disprezzo e umiliazione - recita il capo di imputazione - lesivi delle liberta e della dignità".
In aula, ora, andranno anche Filippo Renda (all'epoca direttore del Dipartimento di Salute mentale di Bologna nord, oggi in pensione), Ivonne Donegani (allora responsabile del Centro di salute mentale di San Giorgio di Piano) e Cristina Belotti, all'epoca dei fatti direttrice sanitaria di «Luna nuova».
Secondo il gup De Simone i tre non esercitarono pienamente i propri poteri di vigilanza e controllo su quanto avveniva all'intermo della struttura, non impedendo i maltrattamenti e i soprusi compiuti dalla responsabile Emanuela Fantuzzi, dal coordinatore Fabrizio Carosi e dall'operatore Alex Pagani,
L'inchiesta era scattata nel 2004 in seguito alla denuncia dei parenti di un paziente di 50 anni ospite della struttura "Luna nuova" morto in condizioni misteriose all'ospedale di Bentivoglio, in seguito - sempre secondo l'accusa - a ripetuti maltrattamenti, umiliazioni psicologiche e pestaggi. A seguito dell'indagine dei Nas avvenuta nei due anni seguenti la denuncia, l'imputazione di omicidio colposo venne archiviato in quanto la perizia medico-legale non accertò legami diretti tra il decesso del paziente e i maltrattamenti subiti.