La direttiva Maroni sulle manifestazioni

Bologna, la città più libera del mondo...

La città più premurosa, più integralista, più solerte nel dare corso alla nuova normativa fascista del governo capitanato dal lider minimo è Bologna. La Dotta, la grassa, la più libera del mondo, forse la più rincoglionita. Non sarà più possibile, d’ora in poi, manifestare nel centro cittadino il sabato, la domenica e davanti ai luoghi di culto e ad altri "obiettivi sensibili".
19 febbraio 2009 - Franz

piazza maggiore Piccolo indovinello: qual è la città che per prima ha diligentemente deciso di dare immediata attuazione al pacchetto sicurezza Maroni che prevede, tra le tante piacevolezze, la quasi cancellazione del diritto di manifestare?
- Facile! - Risponderanno alcuni – E’ Roma. Si sa, il sindaco Alemanno è un ex/post/archeo fascista quindi non vede l’ora di liberarsi dei latrati delle zecche comuniste che infestano l’Urbe –
- Macchè – Replicheranno altri – E’ ovvio che parliamo di Milano, la metropoli governata da Crudelia Moratti. Ancora inebriata dall’eroico sgombero del Conchetta, lo storico covo delle zecche comuniste che infestano la metropoli da bere con i loro latrati, è partita lancia in resta per una nuova, entusiasmante crociata –
Sbagliato!
La città più premurosa, più integralista, più solerte nel dare corso alla nuova (sic!) normativa fascista del governo capitanato dal lider minimo è Bologna. La Dotta, la grassa, la più libera del mondo, forse la più rincoglionita.
Non sarà più possibile, d’ora in poi, manifestare nel centro cittadino il sabato, la domenica e davanti ai luoghi di culto e ad altri "obiettivi sensibili".
Le massime autorità locali si stringono granitiche a bastione della legalità per riportare ordine e serernità a Bologna, soprattutto nei giorni dello “siopping”.
Plaudono con inebriata voluttà i partiti, quelli che in un’epoca ormai remota si definivano di sinistra con molta più foga di quegli altri che non fanno mistero, se non altro coerentemente, di essere decisamente di destra.
Approvano i sindacati storici, tacciono gli intellettuali. Ed è un tripudio di consenso.
Saranno ammesse le manifestazioni sportive e di culto. Vale anche per musulmani, a patto ovviamente, come già accaduto, che non passino davanti alle chiese cattoliche?
Ci dovremo tutti mettere la tuta e le scarpe da ginnastica per manifestare il dissenso?
Piazza Maggiore di fatto è diventato un luogo appartenente al Vaticano che gode di extra territorialità?
Chi decide quali sono i luoghi “obiettivi sensibili”?
Se uno piscia contro un muro o sotto un portico è un atto tale da rendere il luogo “obiettivo sensibile”?
Noi, zecche comuniste dei centri sociali, delle case occupate, dell’antifascismo, dell’anti razzismo, dell’anti sessismo e dell’ora e sempre RESISTENZA, non ci pensiamo neanche lontanamente a considerare morti e sepolti gli ideali, i diritti e le libertà conquistate da generazioni di oppressi e di ribelli proprio in questa città.
Non obbediremo mai a leggi e divieti fascisti, è così difficile da capire?