Domenica 30 marzo'08, alle ore 21.30 alla Modo Infoshop

L’impiegato comunista che giocava a rugby

Alla Libreria Modo infoshop, in via Mascarella 24/b – Bologna, verrà presentato il film documentario "Storia di un impiegato. Luigi Cipriani, dalla nazionale di Rugby alla commissione stragi in Parlamento”. Prima e dopo il ’68 attraverso, viene raccontato il percorso politico di Luigi Cipriani: l’impegno militante nel ’68, la fondazione del Comitato unitario di base (Cub) della Pirelli, la lotte nelle piazze e in parlamento contro le stragi e le bombe fasciste e di stato, l'impegno per la pace e contro la prima guerra del golfo nel 1991.
27 marzo 2008

In meno di un’ora di filmato Carlo Pauer, con la collaborazione del gruppo di THCinema, è riuscito a raccontare Luigi Cipriani, senza mai averlo conosciuto, meglio di quanto avrebbero potuto fare tante persone che gli sono vissute al fianco. E’ riuscito a fotografare ciò che egli era, un uomo limpido, un militante generoso che spendeva tutto di sé per i propri ideali, attraverso il racconto di alcuni suoi compagni di strada, volutamente intrecciato, frammentato ed interrotto da immagini e suoni che narrano a loro volta, oltre a Luigi Cipriani, gli anni in cui egli è vissuto.
Le musiche di De André, Jannacci, Gaber accompagnano il racconto della sorella, la casa popolare, la Milano degli anni Cinquanta e Sessanta, i flash dei suoi compagni di fabbrica – la famosa Pirelli Bicocca- l’oppressione che vi vivevano gli operai. Ecco il ‘medagliere’, che ti riduceva a numero fra i numeri, un reparto mescole dove la gomma cruda ‘sparava’ assordando in maniera disumana, tempi e cottimi distruttivi, fino al mitico Sessantotto, vissuto come liberazione, possibilità di realizzare se stessi, insieme agli altri: "finalmente perché doveva succedere, perché non ce la facevamo più", spiega Salvatore Ledda, con Valtolina e Rutigliano.

Ecco il CUB, dove ci si confrontava sulla fabbrica e sul mondo, dove ci si educava vicendevolmente a parlare, intervenire alle assemblee, leggere e dove Luigi diventa subito, da impiegato tempista, un leader amato dagli operai dei quali avrebbe dovuto misurare i tempi: decidendo senz’altro di fare una scelta ed assumere un ruolo assai diversi, ben più utili ed importanti.
Una ribellione sacrosanta e allo stesso tempo intelligente, capace di progetti di lungo periodo, spiegano altri compagni di viaggio – Luigi Vinci, che fu un riferimento politico importante per "Cip", da Avanguardia operaia a Dp, Sacrestani, allora studente che racconta il fascino esercitato su se stesso e tanti altri dalla classe operaia e da un rappresentante così convincente, il giornalista Corvisieri, già direttore del "Quotidiano dei lavoratori"- i cui racconti forniscono un filo conduttore del documentario, accanto a quello dei compagni di fabbrica. Ribellione che si raffina e politicizza negli anni della repressione e della strategia della tensione, con momenti drammatici quanto intensi, che Pauer racconta con l’ausilio delle immagini di manifestazioni, alternate a raffigurazioni un po’ grottesche del potere e dei suoi uomini, e di una bellissima colonna sonora: Inti Illimani, Stormy six, la Ballata del Pinelli, Bandelli, Amodei. Il partito nuovo, le speranze- illusioni sulla svolta a sinistra che non c’è. Il potere che vince, giocando sulla sottomissione della più parte della sinistra come sulla tragica rivolta armata di piccoli gruppi, che non poteva portare a nulla.
In quel contesto difficilissimo – gli anni Ottanta- chi, come "Cip", aveva maturato negli anni delle lotte progettualità, accompagnata dalla passione, non si arrende e continua. Non vuole, non può arrendersi alla stabilizzazione né accettare che gli ideali nei quali ha creduto, e tuttora crede, si impoveriscano e si trasformino in frasi vuote, non accondiscende alla deriva istituzionale, non aderisce al nuovo partito che assorbirà Dp, oramai ridotta al lumicino. Non vuole e non può arrendersi, tranne tradire se stesso e questo non lo farà mai. Continuano in pochi, finché rimarrà solo, o quasi, amareggiato ma sempre incapace di fermarsi e più progettuale che mai. Il regista, con intelligenza che sottintende condivisione e comprensione del suo percorso, preferisce giustamente non tragicizzare l’epilogo e dare le ultime immagini di Luigi Cipriani in Parlamento. Nel luogo meno adatto a recepire idealità e sapere antagonista – antagonista davvero e non a chiacchiere- vediamo "Cip" denunciare le stragi di Stato ed arringare contro la guerra del Golfo, anzi contro tutte le guerre, ed i "servi sciocchi dei guerrieri".
Un film da vedere, perché non di revival nostalgico si tratta ma di memoria, nel senso più alto della parola, di una bella pagina di storia del nostro Paese.

> Alla presentazione del documentario parteciperanno:
- Carlo Modesti Pauer, regista
- Michela Maffezzoni Cipriani, moglie di Luigi Cipriani, nel 1994 ha fondato la Fondazione dedicata al marito, avente per scopo la promozione di studi e ricerche, prevalentemente di carattere storico e sulle strategie del potere.
- Ugo Boghetta,ex militante di Avanguardia Operaia e di Democrazia Proletaria, ex parlamentare di Rifondazione Comunista.

> Organizzano l’incontro:
- Archivio Storico "Marco Pezzi" (www.comune.bologna.it/iperbole/asnsmp)
- Libreria Modo infoshop (www.modoinfoshop.com)

LUIGI CIPRIANI (1940-1992)
Alla fine degli anni cinquanta, Cipriani gioca a rugby con la nazionale, nello stesso tempo entra a lavorare alla Pirelli come tempista misurando il tempo di lavoro e la produttività per minuto dell'operaio-massa. Poi, la lettura del Capitale di Marx, gli studi sul senso di quella vita e la necessità di capire... Mentre il paese cambia, esplode il '68.
Alla Pirelli nascono i comitati unitari di base e poi Avanguardia Operaia.
Lo stato picchia, ammazza e mette bombe. L'anarchico Pinelli "vola" dalla Questura. L'impegno politico di Luigi Cipriani si snoda per tutti gli anni 70 prima in Avanguardia Operaia, poi in Democrazia Proletaria, fino all'elezione in Parlamento.

Durata del documentario: 56 minuti
Produzione: THCinema
Regia: Carlo Modesti Pauer

CARLO MODESTI PAUER
Socio-antropologo, regista e documentarista indipendente, autore televisivo. L’attività più recente è legata alla produzione e realizzazione di cortometraggi (Zapruder, 2002) e documentari (Sono morto ma…, 2003; Nido di vespe, 2005; Storia di un impiegato, 2007); è coautore della serie Storie del cinema italiano (L’attore 2006, Il paesaggio 2007, Censure 2008, ed. Silvana) e collabora come autore con il canale satellitare «RAIsatcinema» (Quattro passi tra le nuvole. Sulle tracce dell’immaginario religioso al cinema 2001; Il rosso e il nero. Estetica del cinema dei dittatori, 2002; Memorie della Repubblica, 2006 (50 puntate che celebrano il 60° della Repubblica italiana). Ha inoltre pubblicato il volume per conto della Provincia di Roma: Provincia che spettacolo! Storia dei luoghi del cinema e delle produzioni intorno alla Città (Ed. Quasar, Roma 2007).