Conferenza stampa del 19 aprile 2006 della Rete Universiataria di Bologna

Altri 9 eversori, stavolta sono studenti universitari

Siamo alla quinta inchiesta in poco più di quindici mesi. Il pubblico ministero Giovagnoli continua ad affibiare la fattispecie criminosa "delle finalità eversive" ad episodi di lotta sociale avvenuti a Bologna.
Questa volta ad essere colpito è un episodio di autoriduzione avvenuto alla mensa universitaria di Piazza Puntoni avvenuto nell'aprile dello scorso anno.
19 aprile 2006

Striscione Rete Universitaria “Ancora una volta la Procura di Bologna, nella persona del PM Paolo Giovagnoli, colpisce con l'aggravante dell'eversione chi pratica lotte sociali in città”.
E’ con questa frase che inizia l’appello della Rete Universitaria per richiedere adesioni contro l’ennesima inchiesta della Procura della Repubblica di Bologna contro un’iniziativa di lotta sociale avvenuta nella nostra città.

Siamo al quinto caso, in poco più di un anno, in cui viene utilizzata un'aggravante figlia delle leggi speciali dei primi anni ottanta, e dunque di un contesto sociale e politico completamente diverso da quello attuale. Un'aggravante che peraltro la stessa Corte di Cassazione ha già respinto due volte negli ultimi mesi in situazioni analoghe, chiarendo, speriamo definitivamente, il concetto per cui le iniziative di lotta politica, anche radicali ma sempre portate avanti alla luce del sole, non hanno nulla a che vedere con la categoria dell'eversione. L’uso di questa fattispecie criminosa sta creando un vero e proprio “caso Bologna”, unico, per la sua gravità, nel nostro paese.

Questa volta, però, il pubblico ministero Giovagnoli ha superato ogni limite: l'accusa di eversione riguarda 9 studenti "colpevoli" di un'iniziativa di autoriduzione alla mensa universitaria, che si svolse, peraltro, in modo assolutamente pacifico e senza incidenti di alcun tipo. Si tratta di un'accusa formulata solo sulla base del fatto che gli studenti avrebbero "lasciato intendere" di poter danneggiare la mensa se gli fosse stata impedita l'autoriduzione (formula utilizzata dallo stesso Giovagnoli e addirittura smentita anche dagli stessi rapporti degli agenti della DIGOS). Ma l’incriminazione non è limitata all'episodio di lotta all’università e agli studenti denunciati, ma va a colpire il collettivo della Rete Universitaria, definito come associazione politica che si muove con finalità eversive.

Nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta oggi, presso la Sala dei gruppi consiliari a Palazzo d’Accursio, i legali che difendono i ragazzi inquisiti hanno sostenuto che non ci sono elementi "che possano provare una condizione violenta o minacciosa" nel comportamento degli studenti che hanno mangiato alla mensa universitaria pagando solo un euro. E, anzi, per l'avvocato Marina Prosperi, l'utilizzo dell'aggravante dell'eversione sta facendo emergere "un'anomalia della Procura di Bologna".

Ragazzi della Rete Universitaria disegnano striscione I ragazzi della Rete Universitaria hanno raccontato i fatti: “Era il 19 aprile di un anno fa, quando la Rete universitaria promosse un’iniziativa per rivendicare il diritto allo studio e denunciare le carenze dell’Arstud (l’azienda regionale per il diritto allo studio), che, tra l’altro, ha affidato la gestione della mensa universitaria alla Conserva, la stessa società privata che fornisce i pasti al Cpt di Via Mattei. La protesta denunciava il caro prezzi del costo pasto e le inadeguatezze dei locali di Piazza Puntoni (sede della mensa) rispetto al numero dei possibili utenti. Riescono a trovare posto solo 200 persone, a fronte degli oltre centomila iscritti. Quel giorno in centinaia (200 secondo la Digos, un po’ meno secondo i promotori) entrarono al prezzo politico di un euro anziché 5, 80 della tariffa canonica.

Tra l’altro fu un’azione tranquillissima, lo stesso vigilantes privato, deponendo in Questura, ha ammesso che il responsabile della mensa diede l’ordine di lasciar passare gli autoriduttori e di limitarsi ad avvisare il 113|. Non ci furono né tensioni, né incidenti di alcun tipo. Piuttosto, molti studenti furono ben felici di risparmiare 4 euro. Vicino alle casse c’erano compagni con uno striscione e, da un megafono, venne spiegato il senso dell’iniziativa di riappropriazione simbolica. Il diritto allo studio passa anche per una mensa a prezzi popolari. Un anno dopo, la procura ha notificato a 9 promotori della protesta, o presunti tali, l’accusa di violenza privata e ad altri 11 quella di manifestazione non autorizzata.

Tutto condito, per i primi 9, con l’aggravante delle finalità eversive, quasi una formula magica con cui la procura cerca da anni di criminalizzare il conflitto sociale nella nostra città”. Sempre nella conferenza stampa, la Rete Universitaria ha chiesto al rettore dell'Ateneo di Bologna, Pier Ugo Calzolari, e al presidente di Arstud, Capponi, di prendere posizione sulla vicenda e ha lanciato un appello alle forze politiche, ai sindacati e alle associazioni affinché "si dica chiaramente che queste iniziative della Procura sono inaccettabili". Il consigliere comunale indipendente Valerio Monteventi, ha sferrato un durissimo attacco nei confronti di Giovagnoli, il magistrato che ha condotto, con la stessa accusa di eversione, questa e altre inchieste simili sui movimenti a Bologna: "E' la quinta volta che la Procura ripropone l'aggravante, stavolta per un episodio di autoriduzione. E’ sempre più chiaro l’uso politico di questa aggravante che viene fatto da un magistrato che fa il gioco politico di qualcuno. L'atteggiamento della Procura di Bologna è ormai un caso nazionale. In questa città c'è un problema di democrazia e chi ha responsabilità politiche deve dire chiaramente che non si può richiamare l'aggravante dell'eversione per forme di lotta sociale che nulla hanno di eversivo. Giovagnoli la deve smettere. E' necessario un movimento per la riduzione del danno, dove il danno è questo zelante pubblico ministero.

Bologna è la città che, nell’ultimo anno e mezzo, ha visto il più alto numero di procedimenti penali per iniziative di lotta sociale e di movimento. E’ da Bologna che dobbiamo rilanciare la campagna per l’amnistia per i reati conseguenti agli episodi di lotta sociale che si sono verificati negli ultimi cinque anni nel nostro paese. Questo tema va posto con forza al nuovo governo". Tra i venti indagati (ma accusato solo di manifestazione non autorizzata) c'è anche Tiziano Loreti, il segretario provinciale di Rifondazione Comunista, che ha dichiarato: “C'e' un tentativo di criminalizzare il Movimento da parte della Procura e l'intera Unione deve intervenire sul caso Bologna. E’ evidente che lo scontro politico sulla legalità fra la sinistra radicale e il sindaco Sergio Cofferati non è stato ininfluente. Il procuratore Giovagnoli in questo dibattito si è buttato a capofitto… e a suo modo”. Alla conferenza stampa sono intervenuti, per esprimere solidarietà agli inquisiti e per condannare il tentativo di criminalizzazione dei movimenti, anche rappresentanti del TPO e del collettivo Crash.

Nei giorni scorsi ci sono state altre prese di posizione, da parte di esponenti di Rifondazione, come il consigliere regionale Leonardo Masella e del leader della componente di minoranza del Prc, l’Ernesto, Claudio Grassi, neoletto senatore per l’Emilia Romagna: “È inaccettabile che iniziative di lotta politica e sociale svolte alla luce del sole vengano colpite con lo strumento della denuncia con l'aggravante dell'eversione. È necessario che tutte le forze democratiche e di movimento, le forze sindacali prendano nettamente posizione, esprimendo a loro volta solidarietà agli studenti denunciati. È in gioco, ancora una volta, il nostro diritto di espressione, di praticare, senza ritorsioni, il conflitto sociale”.
Dai Verdi sono arrivate le voci del deputato Paolo Cento e di Carmelo Adagio, della federazione di Bologna. In una nota congiunta hanno stigmatizzato “la scarsa capacità di lettura della Procura, che a episodi di protesta simbolica risponde con la matrice eversiva, decisamente spropositata”. Entrambi hanno ricordato poi come più volte in casi analoghi la stessa Corte di Cassazione abbia smentito l'invocazione di finalità eversive.
Secondo i due esponenti del Sole che ride, invece di creare inutili allarmismi, sarebbe opportuno mette in campo risposte politiche e non giudiziarie a manifestazioni che sottolineano il crescere della precarietà nel mondo giovanile.

Poche ore dopo la conferenza stampa della Rete Universitaria, il Procuratore Capo Enrico De Nicola ha emesso un comunicato di piena sintonia di vedute con l’operato di Giovagnoli, rivendicando la legittimità dell’operare della Procura di Bologna: “Tutto ciò che esce dalla Procura è responsabilità del Procuratore Capo perché è lui che dà gli indirizzi giurisprudenziali. Inoltre, bisogna distinguere, una volta per tutte, chi commette questo tipo di reati per uno scopo prettamente politico o per uno scopo di carattere sociale, umano. Insomma, chi agisce per sostituirsi all'Istituzione, secondo noi, commette un'aggravante che non può essere tollerata dal sistema perché significa imbarbarire l'assetto costituzionale”. Di Nicola ha ammesso che può trattarsi anche “di una posizione errata. Noi dobbiamo tener conto degli esiti giurisprudenziali e andiamo avanti fino a quando non ci sarà la risposta della Cassazione. Quella è la risposta che attende la Procura di Bologna. Non può esserci una risposta politico-governativa”.

Sullo sfondo dell’intera vicenda, c’è un episodio che può chiarire molte cose: si è saputo oggi che è stato il sindaco Cofferati a fare pressione sul gruppo consiliare dei DS affinché venisse sospesa la discussione in consiglio comunale di un ordine del giorno di solidarietà nei confronti di 40 pacifisti e attivisti di movimento che il 18 aprile scorso (proprio in concomitanza con la manifestazione nazionale contro la guerra in Iraq) hanno ricevuto altrettanti avvisi di garanzia per l’occupazione dei binari della stazione, avvenuta il 20 marzo 2003, il giorno dell’inizio dei bombardamenti anglo-americani sull’Iraq. A Palazzo d’Accursio non si deve votare, come è avvenuto in consiglio provinciale, un ordine del giorno in cui si critica l’operato della magistrutura.
Meditate gente… medidate.

Di seguito pubblichiamo l’elenco delle prime adesioni, arrivate nella sola giornata di ieri al comunicato-appello prodotto dalla Rete Universitaria contro il teorema eversivo della Procura di Bologna. Chiunque voglia ancora aderire può farlo nei prossimi giorni.
RETE UNIVERSITARIA - Bologna per l'autorganizzazione sociale
reteuniversitari.bo@inventati.org assemblea tutti i lunedì ore 21 -
VAG 61 - Via Paolo Fabbri 110, Bologna
www.unibo.ma.cx

Soggetti Collettivi Bologna:
- Casseur (Collettivo Area Scientifica Selvaggi Urbanizzati )
- C38 (collettivo autorganizzato di Lettere e Filosofia)
- Collettivo SPA (Soggettività Precarie Autorganizzate) Scienze Politiche
- Collettivo "Ora d'Aria" - Fac. di Giurisprudenza
- VAG61
- PRC Bologna
- PDCI Bologna
- Federazione Verdi Bologna
- Confederazione Cobas Bologna
- Cobas Scuola Bologna
- TPO
- Coll. Passepartout
- RDB/CUB Bologna
- Giovani Comunisti Bologna
- FGCI Bologna
- Circolo Iqbal Masih
- Associazione Culturale Papillon-Rebibbia di Bologna
- Circolo anarchico C.Berneri
- XM24
- Radio Città Fujiko
- Associazione Sopra i Ponti
- Lista Reno
- Crash

Soggetti Collettivi nazionali:
- Coordinamento dei collettivi universitari - Roma
- Giovani Comunisti - Roma
- Collettivo Studentesco Universitario - Verona
- Giovani Comunisti - Verona
- Collettivo Universitario Autonomo - Torino
- Aula Carlo Giuliani - facoltà di Lettere e Filosofia - Palermo
- Coordinamento "universitari in lotta" - Palermo
- LOA Acrobax project - Roma
- CSA La Macchia - Pontassieve (Firenze)
- Centro Sociale A.S.K. 191 occupato - Palermo
- Forum Nazionale per la Libertà di Movimento

Singoli Firmatari:
on. Paolo Cento (Verdi), sen. Gigi Malabarba (PRC), Valerio Monteventi (consigliere comunale indipendente Bologna), Piero Bernocchi (portavoce nazionale Cobas Scuola), sen. Claudio Grassi (PRC), sen. Alberto Burgio (PRC), sen. Fosco Giannini (PRC - direttore de "L'Ernesto"), Roberto Sconciaforni (consigliere comunale PRC Bologna), Leonardo Masella (capogruppo PRC Regione Emilia-Romagna), Marco Odorici (Capogruppo PRC Comune di Casalecchio di Reno (BO), Carmelo Adagio (Coordinatore Verdi Bologna - Presidente Quartiere San ,Vitale), Davide Fabbri (Consigliere comunale VERDI Cesena (FC), Alessandro Bernardi (resp. Movimenti PRC Bologna), Stefano Franchi (segreteria PRC Bologna), Nera Gavina (Arcilesbica Bologna), Checchino Antonini (giornalista Liberazione), Sergio Bellavita (segreteria provinciale FIOM) Albero Masala (poeta e scrittore), Cinzia Monari (libera cittadina), Sergio Spina (Consigliere PRC provincia Bologna), Simone Oggionni (Comitato politico regionale PRC), Agostino Giordano (coordinatore GC Bologna), Francesco Marringiò (Coordinamento nazionale GC), Emanuele D'Angelo – Roma, Fabrizio Guerra (Voltana - Ravenna), Rossana De Simone - delegata CUB Bologna, Filippo Pangallo (coordinamento GC Bologna), Roberto Buonamici – Bologna, Giambattista Aledda – Bologna, Nadia D'Arco (Un Ponte per... - Bologna)

La registrazione completa della conferenza stampa del 19/04/2006 per l'accusa di eversione intentata dalla procura di Bologna ad un gruppo di persone protagoniste dell'audoriduzione alla mensa universitaria del 19/04/05 la si può trovare al seguente indirizzo:
http://italy.indymedia.org/news/2006/04/1050610.php