Disinvolture dei senatori sull'ICI

Casa e chiesa

In due votazioni distinte, i senatori mantengono l'esenzione ICI alla chiesa e la negano a chi vive dove abita
7 novembre 2007 - Carlo Loiodice

Non è male tenere gli occhi aperti su quanto avviene oggi in Senato e domani alla Camera intorno alla Finanziaria. Le righe che seguono danno senz’altro l’immagine della sensibilità sociale di chi dovrebbe rappresentarci. Il fatto n. 1 – guardare bene l’esito numerico della votazione – dà il senso di chi conta nel nostro paese dal punto di vista degli interessi socio-economici. Il secondo invece dà il senso di chi non conta. Certo, per essere i proponenti - in quest'ultimo caso - i “famigerati” Rossi e Turigliatto, è andata anche troppo bene. Eppure fa specie che una maggioranza con dentro la sinistra non sia compatta su cose del genere.

1. ICI SUI BENI DELLA CHIESA – Il Senato ha respinto l'emendamento alla Finanziaria, presentato dagli appartenenti alla Costituente Socialista, che chiedeva di togliere l'esenzione Ici dagli immobili della Chiesa adibiti ad attività commerciale, anche nel caso in cui abbia carattere accessorio rispetto alle finalità istituzionali dei soggetti. Il relatore di maggioranza Giovanni Legnini (Ulivo) aveva invitato i senatori Montalbano, Barbieri ed Angius a ritirare l'emendamento e comunque ha espresso parere contrario. Dello stesso avviso il parere del governo. Il dibattito sulla questione ha impegnato per diverso tempo l'Aula del Senato, con l'intervento di quasi tutti i gruppi, e alla fine l'emendamento è stato respinto con 240 voti contrari, 12 voti favorevoli e 48 astenuti.
2. Non passa per un solo voto l’emendamento presentato dai senatori "dissidenti" Franco Turigliatto e Fernando Rossi che prevedeva l’esenzione totale dell’Ici per i possessori di un’unica casa adibita a propria abitazione. I voti a favore sono stati infatti 157, i contrari 158.