Ennesimo stop per gli spericolati teoremi del pm Giovagnoli

Fuoriluogo, il riesame smonta tutte le accuse

Prive di fondamento le ipotesi di apologia di attentato terroristico e associazione sovversiva per gli anarchici del Centro di Documentazione Fuoriluogo, che subirono quattordici perquisizioni familiari il 31 maggio. Ora dovrà essere restituito tutto il materiale sequestrato.
27 giugno 2007

Per l'ennesima volta si rivelano infondate le costruzioni accusatorie di Paolo Giovagnoli, pm della procura bolognese fermamente convinto di vivere in una Bologna sull'orlo dell'insurrezione. Questa volta è il Tribunale del Riesame presieduto dal giudice Sergio Cornia a smontare le accuse rivolte da Giovagnoli a otto attivisti del Centro di Documentazione Fuoriluogo di Via San Vitale 80, ordinando il dissequestro di tutto il materiale proveniente dalle perquisizioni dello scorso 31 maggio. Gli otto anarchici distribuirono all'entrata di un convegno tenutosi alla Facoltà di Economia il 21 marzo un'opuscolo intitolato "La classe operaia va all'inferno" all'interno del quale la frase "certe responsabilità prima o poi si pagano" riferita a Marco Biagi avrebbe delineato secondo l'accusa i reati di apologia di attentato per finalità terroristiche o di eversione (artt. 280 e 303 cp) e di associazione sovversiva (art. 270, riconducibile al codice fascista Rocco del 1930).
Distribuire quell'opuscolo, che il Riesame definisce "ironico... e privo di espressioni particolarmente radicali" sarebbe stata sì una condotta "gravemente provocatoria e offensiva della sensibilità dei partecipanti", ed in particolare nei confronti di Marina Orlandi, vedova del giuslavorista ucciso delle nuove Br, ma rivolta ad un pubblico del tutto "refrattario a raccogliere stimoli a delinquere". Non c'è fondamento, in sostanza, per le ipotesi di reato formulate da Giovagnoli.
Resta aperto, per quanto è dato sapere, il fascicolo aperto da Giovagnoli stesso per il presidio durante il quale lo scorso 7 giugno i "Fuoriluogo" avevano protestato davanti al commissariato di Via del Pratello contro le perquisizioni subite [Leggi il volantino]. Oltre all'illecito di manifestazione non autorizzata (art. 18 del testo unico di pubblica sicurezza del 1931), il pm dichiarò che si riservava di perseguire gli anarchici per altre ipotesi. Quanto a lungo dovremo ancora sopportare gli effimeri miraggi giudiziari del "pm dell'eversione"?