Dopo sette rinvii, oggi stabiliti altri quindici giorni di carcere per lo studente di Unibo e attivista arrestato per reati d’opinione al Cairo lo scorso 8 febbraio. Gli avvocati di Patrick: dall’udienza “non è emerso chiaramente se il rinnovo terrà anche in debito conto i 45 giorni già scontati dietro le sbarre”.
“I giudici del tribunale del Cairo hanno rinnovato di altri 15 giorni la detenzione cautelare di Patrick Zaky. Tuttavia l’udienza si è svolta senza che né l’imputato Zaky, né noi avvocati potessimo presenziare”. E’ quanto dichiarato poco fa da uno dei legali che difendono l’attivista e ricercatore sui diritti di genere dell’Università di Bologna arrestato l’8 febbraio al Cairo per reati d’opinione. L’udienza per il rinnovo della detenzione è stata rinviata dai giudici sette volte nei mesi scorsi, adducendo motivazioni riconducibili alla diffusione dell’epidemia di Covid-19 in Egitto. Spiegano quindi gli avvocati che il giovane si trovava già illegalmente in carcere da 45 giorni, equivalenti a tre periodi di detenzione preventiva, considerato che secondo la legge egiziana la misura deve essere riesaminata dal giudice ogni due settimane. Tuttavia dall’udienza “non è emerso chiaramente se il rinnovo, che parte dalla giornata di oggi, terrà anche in debito conto i 45 giorni già scontati dietro le sbarre”. L’assenza in aula dell’imputato e degli avvocati è stata motivata con l’esigenza di assumere “precauzioni” volte a limitare la diffusione del virus.