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Zaky: di nuovo rinviata l’udienza sulla detenzione

Si sarebbe dovuta tenere ieri ma è stata rimandata al 6 aprile. Amici e famiglia, che non hanno contatti con lui da oltre 20 giorni, tornano a sottolineare il rischio coronavirus e ribadiscono la richiesta di liberarazione immediata: “E’ detenuto in custodia cautelare senza alcuna giustificazione”.

31 Marzo 2020 - 12:35

L’udienza sul rinnovo o meno della detenzione di Patrick Zaky avrebbe dovuto tenersi ieri, “ma per la terza settimana consecutiva, Patrick non è stato trasferito alla procura e la procura ha rinviato l’udienza per la terza volta al 6 aprile”. Lo rende noto un comunicato a firma Amici e famiglia di Patrick, pubblicato sulla pagina Patrick Libero. “Sono passati 20 giorni dall’ultima volta che abbiamo contattato Patrick durante la nostra visita al carcere di Tora il 9 marzo, e da allora nessuno dei familiari di Patrick è stato in grado di vederlo o di sentire la sua voce per garantire la sua sicurezza. Questo avviene nel contesto di un aumento del numero di persone infettate dal Covid-19 in tutto il mondo. Siamo molto preoccupati per la possibilità che il coronavirus si diffonda nel centro di detenzione di Patrick, che soffre di asma, il che lo rende uno dei segmenti più vulnerabili alle pericolose complicazioni del Covid-19 che minacciano la vita di chi soffre di malattie respiratorie. L’arrivo del coronavirus nelle carceri non è un’ipotesi azzardata, visto che si diffonde facilmente e che le carceri non sono completamente isolate, dato che tutti coloro che lavorano nelle carceri vanno ogni giorno avanti e indietro tra di loro verso il mondo esterno. Inoltre, tutti conoscono le pericolose ripercussioni di tale fenomeno, in quanto le prigioni diventeranno nuovi focolai di diffusione dell’infezione a causa del sovraffollamento, della mancanza di aerazione e dell’impossibilità di allontanamento sociale e di autoisolamento all’interno delle celle del carcere. Ciò fa intravedere un disastro medico che costituisce un pericolo per la vita di tutti coloro che si trovano nelle carceri, siano essi prigionieri o lavoratori, e rappresenta una minaccia per l’intera società”.

Continua il comunicato: “Abbiamo assistito alle decisioni prese nelle ultime settimane e stiamo ancora assistendo alle decisioni di diversi paesi di rilasciare migliaia di detenuti per diminuire il numero di detenuti all’interno delle carceri, con l’obiettivo di limitare la diffusione del virus. E in tale contesto, chiediamo l’immediato rilascio di Patrick George Zaki, ricordando a tutti che è detenuto in custodia cautelare senza alcuna giustificazione in quanto ha un domicilio accertato e non ha alcuna autorità per alterare il corso delle indagini. Inoltre, le sue condizioni di salute lo rendono tra le persone di massima priorità per essere rilasciato immediatamente perché è asmatico. Alla luce di questa terribile situazione, riteniamo le autorità responsabili della sicurezza di Patrick e non sappiamo perché non sia stato rilasciato fino a questo momento, anche dopo che i suoi avvocati hanno presentato i documenti medici che confermano la gravità delle sue attuali condizioni”.