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Zaky, appello per il rilascio: “Patrick è asmatico, più a rischio di infezione”

Amici e familiari preoccupati per i rischi di salute collegati alla diffusione del Covid-19 nel carcere egiziano dove è costretto: “Non esistono giustificazioni per tenerlo in detenzione né per metterlo a rischio di contrarre il virus”.

12 Marzo 2020 - 10:49

Patrick George Zaky è asmatico e più a rischio di infezione da Covid-19″. Per questo amici e familiari hanno diffuso un nuovo appello per la sua liberazione, riportato sulla pagina Patrick Libero. “Dal momento del suo arresto – si legge nel testo – e fino ad oggi, abbiamo sempre chiesto la caduta delle accuse contro di lui e il suo rilascio immediato. Inoltre, ora siamo preoccupati che il rischio del Coronavirus raggiunga il carcere di Tora, considerando la sua capacità di diffusione e l’affollamento dei detenuti e, in concomitanza con le misure eccezionali per ridurre gli assembramenti e il sovraffollamento, ci troviamo di fronte ad una situazione di emergenza che ci spinge a chiedere un’azione urgente per proteggere la sua salute e la sua sicurezza. Chiediamo alla Procura Suprema di Sicurezza dello Stato di usare la sua autorità e di rilasciare Patrick con urgenza, senza attendere la data della prossima revisione per il rinnovo della detenzione, anche se il rilascio avverrà in attesa dell’udienza e con la garanzia della sua residenza a casa”.

Amici e parenti dello studente iscritto al master in studi di genere all’Università di Bologna, arrestato lo scorso febbraio al Cairo con le accuse di sedizione sui social network e apologia di terrorismo, ricordano di aver “ripetutamente affermato” dall’inizio della sua detenzione che “non ci sono giustificazioni per la detenzione preventiva nel caso di Patrick George Zaki: poiché non è in grado di manomettere le ‘prove’ del caso contro di lui, né ci sono testimoni a proteggerle, e il suo luogo di residenza è comprovato e definito. Ribadiamo la nostra piena consapevolezza che il caso contro Patrick sia completamente fabbricato e basato su un verbale di arresto anch’esso fabbricato, il che potrebbe essere facilmente dimostrato se l’accusa ordinasse il contenuto delle telecamere del Terminal 2 dell’aeroporto internazionale del Cairo tra le 4:00 e le 4:30 di venerdì 7 febbraio. In ogni caso, ora ci atteniamo solo al testo della legge che definisce i requisiti per la detenzione preventiva, nessuno dei quali è applicabile al caso di Patrick. Rilasciate Patrick subito”.

“La sua famiglia -si legge ancora nell’appello – si impegna a presentarsi senza alcun ritardo davanti all’ufficio del pubblico ministero. Non esistono giustificazioni per tenerlo in detenzione e, in via del tutto eccezionale, non esiste alcuna giustificazione per metterlo a rischio di contrarre il virus, soprattutto perché Patrick è malato d’asma, il che lo mette a maggior rischio in caso di infezione da virus. Le persone affette da malattie respiratorie sono tra le più vulnerabili e il rischio in caso di infezione è maggiore, secondo le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e del Ministero della Sanità Egiziano evidenziate sul sito web del controllo delle infezioni lanciato dal Ministero della Sanità per informare il pubblico sulle modalità di protezione contro il virus e la sua diffusione in Egitto.
#PatrickLibero”.