“Yes we cash non è una tag, non è uno ‘scarabocchio sui muri’, ma è il grido di tutti quei precari, studenti, disoccupati, intermittenti, migranti”. Comunicato di solidarietà alle persone fermate due notti fa.
Apprendiamo dai quotidiani di oggi (ieri, ndr) che dieci persone, genericamente definite “writers”, sarebbero state denunciate dalla Digos per “imbrattamento” e questo solo per aver applicato sui muri di alcune vie cittadine il logo e lo slogan della nostra campagna, Yes we cash appunto.
Per prima cosa a queste dieci persone va la nostra incondizionata solidarietà e il nostro plauso!
Yes we cash è lo slogan che ci ha accompagnato in questi mesi e che ci accompagnerà ancora, fino a quando un semplice e basilare diritto, come quello ad una esistenza dignitosa, non ci verrà riconosciuto, a Bologna come altrove.
Yes we cash non è una tag, non è uno “scarabocchio sui muri”, ma è il grido di tutti quei precari, studenti, disoccupati, intermittenti, migranti che, nel pieno di questa infinita crisi, chiedono banalmente quello che gli spetta: la promulgazione, a livello regionale, di una vera e propria legge che preveda e istituisca forme di REDDITO MINIMO GARANTITO.
Quello che chiediamo è molto semplicemente l’istituzione di una continuità di sostentamento (che sia su base individuale e a prescindere dalle tipologie di lavoro) e di diritti che il magico mondo del lavoro ,che abbiamo avuto in eredità dai nostri attuali “censori”, non è più in grado di garantire.
Si potrà cancellare una scritta ma sicuramente non i bisogni e le esigenze evocate dalla stessa. Da oggi possiamo ben dire che…lo sanno anche i muri!
A chi ci ricorda poi che esistono anche altri e più moderni mezzi di comunicazione, rispondiamo che ne siamo ben consci, e cogliamo l’occasione per suggerirgli di dare un’occhiata al nostro blog… c’è sempre qualcosa da imparare!
Campagna Yes we cash, per una legge regionale sul reddito minimo garantito!
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