Lo spazio autogestito svela e interviene sulle proposte avanzate per lasciare via Fioravanti 24, poi rilancia: “Creeremo un percorso dal basso, allargato, per rimettere al centro gli spazi di socialità autogestiti”.
“Sono passati due anni da quando la convenzione con il Comune di Bologna per l’utilizzo dello spazio di Xm24 è scaduta. E da quasi due anni Xm24 vive una situazione di precarietà esistenziale, con continui e ripetuti proclami riguardo un imminente sgombero e la necessità di liberare gli spazi di via Fioravanti 24. Da due anni, come da sempre, abbiamo condiviso e reso pubblico ogni nostro scambio con l’amministrazione: così intendiamo continuare a fare”. Queste le prime parole di un comunicato diffuso ieri da Xm24 in merito alla vicenda che vede il centro sociale sotto minaccia di sgombero da ormai due anni. Solo pochi giorni fa il sindaco Merola aveva dichiarato: “L’Xm24? Andrà via, perché, al di là di tutte le considerazioni e i punti di vista, quello è un immobile degradato, nel senso che tra un po’ non sarà più sicuro”.
“In questi due anni – prosegue il testo – abbiamo sentito le storie più in-immaginabili sul futuro di quei locali, da caserma dei carabinieri a ‘casa delle letterature’, fino a case popolari, poi rimodulate in ‘cohousing’. Ognuno di questi passaggi generava o era generato da scontri interni al Pd, fino a quando il Pd tutto ha trovato un accordo su una parte sola della vicenda: ‘Xm24 se ne deve andare da lì’. Sul cosa si farà, evidentemente, gli scontri interni al partito sono ancora aperti, e progetti concreti, visibili, reali non ce ne sono. Si parla invece di sgombero, lasciando intendere che la trattativa con il Comune è l’unico argine alle ruspe salviniane. Ovvero: si usa la ruspa salviniana per presentarsi come improbabili ‘salvatori’ di Xm24, facendo quindi un uso indiretto della ruspa. Perché questa è la vera forza delle ‘proposte’ che il Comune ha fatto all’incontro di qualche giorno fa, il loro vero motore. Le proposte in sé di forza ne hanno davvero poca. Innanzi tutto, le proposte non sono state fatte a Xm24 ma a fantomatiche ‘assemblee territoriali’ che verranno convocate dal Comune stesso. Al termine di queste ‘assemblee territoriali’ sarà comunque l’amministrazione comunale a decidere a chi assegnare gli spazi. Si tratta quindi di una trovata per tenere le mani libere riguardo alle singole assegnazioni, fingendo però che le decisioni siano prese da ‘assemblee territoriali’. Per l’ennesima volta il Comune simula una ‘partecipazione’ che rimane tale solo nella loro immaginazione (civica). Nonostante questo, va riconosciuto che il lavoro del Comitato per la Promozione e la Tutela delle Esperienze Sociali Autogestite (Esa, il firmatario della convenzione scaduta per Xm24) e delle realtà sociali che ne hanno condiviso il percorso ha finalmente rotto il tabù dell’amministrazione bolognese, cioè la pretesa di voler trattare solo con associazioni formalmente costituite e riconosciute. Ad oggi le proposte fatte dal Comune alle ‘assemblee territoriali’ (non quindi a Xm24, come detto) sono palesemente inadeguate ad accogliere anche solo una parte delle attività di Xm24 che, al contrario di quanto ci viene continuamente intimato, non sono in alcun modo ‘spacchettabili'”.
Spiega Xm24 che “i luoghi individuati dal Comune sono tre”. Il primo è “uno spazio di poche stanze uso ufficio in via Fioravanti 22, luogo già un tempo ‘rianimato’ da Xm24 ma al limite complementare al civico 24, non certo sostitutivo. Non vorremo spendere troppe parole sull’ovvio: andate a vederlo e diteci come potrebbero starci decine di laboratori, tra cui una sala prove, una ciclofficina, una palestra con tessuti, yoga e boxe ma anche semplicemente una cucina e uno spazio dove svolgere le iniziative pubbliche!”. Il secondo “è chiaramente inagibile. Pochi metri quadri in più del precedente, un’aiuola intorno, e soprattutto qualche albero che spunta dal tetto…”. Il terzo, infine, “è un capannone in una zona industriale, il (futuro Ex) Link, e questa sembra proprio una beffa nei confronti di chi da 17 anni fa attività nel quartiere. Il magnifico blocco di cemento si trova a 500 metri dall’ingresso di Fico Eatalyworld. Purtoppo non riusciamo proprio a intenerirci di fronte alla grande delusione del Pd per il tracollo del ‘parco’ farinettiano, sognato come apoteosi del renzismo e oggi invece palco assicurato per star salviniane (Bennato, Mauro Corona…). Che l’amministrazione stia provando a ‘rivitalizzare’ la zona desertificata dal parco tematico cercando di mandarci Xm24, in confino volontario? Con Farinetti come vicino di casa?”.
“A questo punto – si legge infine – le strade possibili, per Xm24 sono tre, e le percorreremo tutte. La prima: ‘Comune, la risposta non è quella giusta. Ritenta, magari ce la fai!’. La seconda. Le ‘assemblee territoriali’ su questi immobili ripropongono il tema dei bandi, seppure in modo più sfumato: quello della competizione ‘meritocratica’ tra realtà sociali, in una città in cui decine di spazi vengono lasciati vuoti. Non lasceremo che questo avvenga, e vi parteciperemo infilando il dito nella piaga, facendo rete con altri/e, rimarcando ad ogni passo le differenze tra una ‘partecipazione’ nata già addomesticata e l’autogestione. E usando quel dito, come sempre, per indicare la luna, cioè la terza strada. Terza strada. Un percorso dal basso, allargato, per rimettere al centro gli spazi di socialità autogestiti e sottratti al profitto. Gli spazi che dovrebbero esserci, gli spazi che vorremmo prenderci e gli spazi che già ci sono… Non abbiamo ancora un nome per questo percorso, né le date per le assemblee e gli incontri. Per adesso accontentatevi del luogo: Xm24, via Fioravanti 24 – Bolognina. Non un posto a caso”.