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Wu Ming: sul referendum “il Comune gioca scorretto”

Palazzo d’Accursio “dovrebbe essere arbitro” e invece indossa “la maglia di una delle due squadre”. Il Pd? In contraddizione, a Roma “scarica sull’istruzione i costi della crisi” ma da Bologna chiede fondi per le scuole dell’infanzia.

10 Aprile 2013 - 10:27

“Il sindaco, che per il suo ruolo dovrebbe fare da garante e arbitro della contesa referendaria, ha deciso di scendere in campo con la maglia di una delle due squadre, con una bella ‘B’ stampigliata sopra. Lo stesso fara’ l’assessore alla scuola. Ci si abitua talmente a evocare i conflitti d’interessi altrui da non vergognarsi piu’ di mettere in mostra i propri”. E’ dalle colonne della rivista Internazionale che il collettivo di scrittori Wu Ming torna ad attacare la condotta del Comune di agire per depotenziare il referendum cittadino sui finanziamenti alle scuole partarie previsto il prossimo 26 maggio.

“Se si considera che tanto una scarsa affluenza al voto quanto la vittoria della ‘B’ – ovvero del mantenimento dei finanziamenti – sono risultati utili per la compagine politico-amministrativa del sindaco, il sospetto che si stia giocando scorretto nasce spontaneo”, continuano i Wu Ming, che non risparmiano inolter fendenti al Partito Democratico, “che chiede allo Stato di assumere ‘la gestione diretta di piu’ scuole dell’infanzia’ oppure assicurare al Comune ‘i fondi necessari affinche’ possa proseguire il suo impegno’- ricorda Wu Ming- e in questo caso appare piu’ chiaro che secondo il Pd l’impegno del Comune dovrebbe essere indirizzato al mantenimento dello status quo. Si legge infatti in testa alla petizione: ‘Un sistema integrato per dare risposta a tutte le famiglie’. Ancora una volta quindi, non viene affermata la precedenza per la scuola della Costituzione, cioe’ quella pubblica, gratuita, pluralista e non confessionale”.

Il partito, per gli scrittori, è al centro di “una contraddizione della quale e’ ben difficile tacere: il Pd ha appoggiato il governo Monti, quello che piu’ di tutti, in Europa, ha scaricato sull’istruzione pubblica i costi della crisi”. Dunque, “fa un po’ ridere che oggi gli stessi che predicavano tagli e austerita’ affermino con voce stentorea ‘basta, lo Stato faccia la sua parte’. Quando si sono lasciate scappare tutte le vacche dalla stalla tenendo spalancata la porta, dopo si puo’ sbarrarla con tutta la forza che si vuole, ma la credibilita’ ne risente”.

Infine, “l’indizione di questo referendum ha anche il merito di portare alla luce una connessione d’interessi politici ed economici trasversali”, dato che il comitato pro-B raggruppa “dietro allo stesso tavolo la burocrazia del partito di governo cittadino, i baroni universitari, le cooperative bianche, il sindacato d’ispirazione cattolica”.

Insomma: “Sara’ dura per i referendari, che possono contare soltanto sulle proprie forze. Eppure questa battaglia, clamorosamente impari, merita d’essere premiata con tutta l’attenzione anche fuori citta'”.