Acabnews Bologna

Volantini in piazza contro la “cultura dello stupro”: #hermanayositecreo

Le Mujeres Libres contro la sentenza di un tribunale spagnolo che ha condannato gli autori di uno stupro di gruppo per abuso sessuale e non per violenza: “Non è un caso isolato, è il patriarcato”.

29 Aprile 2018 - 14:27
Ieri “il collettivo Mujeres Libres Bologna ha organizzato un volantinaggio informativo in piazza Maggiore in solidarietà alla vittima dello stupro della ‘Manada’ e a tutte le compagne spagnole che nei giorni scorsi si sono mobilitate di decine e decine di città contro la vergognosa sentenza scaturita dal processo. La ‘Manada’ è il caso di uno stupro attuato da 5 uomini tra i 26 e 29 anni su ua donna di 18, accaduto nel Luglio 2016 a Pamplona, in Spagna. Tra gli implicati ci sono un militare e un poliziotto della Guardia Civil. Alcuni uomini del gruppo erano stati coinvolti in un altro caso di stupro a Torrecampo, alcune settimane prima dei fatti. Giovedì 26 aprile alle 13.00 è stata resa nota la sentenza, che condanna ogni imputato a 9 anni per abuso sessuale, e non per violenza. La sentenza del giudizio suppone un reato di abuso sessuale, che nella legge spagnola si differenzia dell’aggressione sessuale, perché non implicherebbe né intimidazione né violenza ‘esplicite’.  Per i giudici ci sarebbe stato solo un ‘consenso viziato’ in ragione del fatto che come si evinceva dai 7 video girati (e poi diffusi) dagli strupratori, la ragazza non avesse tentato di scappare né avesse gridato, distorcendo il significato di quella che in realtà era una reazione di terrore”. Queste le parole diffuse dal collettivo femminista, le cui attiviste si sono date appuntamento in piazza per un’azione comunicativa su quanto sta avvenendo in Spagna in questi giorni.
E infatti, raccontano le femministe, “la sentenza ha scatenato la rabbia di collettivi femministi in tutta Spagna, dove sono state convocati concentramenti e manifestazioni in più di 60 città. Le Mujeres Libres Bologna vogliono solidarizzare con la lotta delle nostre compagne spagnole, considerando che il caso della Manada non è isolato, ma rappresenta un problema sistemico e strutturale. In Spagna ogni 8 ore una donna denuncia uno stupro. In Italia accadono 11 stupri al giorno. La violenza sessuale è solo una delle tante violenze che sono costrette a subire le donne in più della quale soffrono le donne. Per questo, questo caso rappresenta la necessità di lottare per la libertà sessuale e i diritti delle donne, perché alimenta la ‘cultura dello stupro’, all’interno di un sistema etero patriarcale in cui con sentenze come questa, ancora una volta si dà la colpa alla vittima, che non ha saputo reagire, perché se ci violentano e non reagiamo, l’abbiamo voluto, perché se ci violentano e denunciamo, non veniamo credute, se ci violentano e reagiamo finiamo ammazzate. Crediamo che questa sentenza dimostri la violenza istituzionale dello Stato attraversato dal maschilista e la sua complicità connivente con un sistema patriarcale che minimizza l’aggressione e solidarizza con gli aggressori. Gli stupratori non sono malati, sono figli sani del patriarcato. La testimonianza di una donna deve essere presa in considerazione. Il consenso non può essere oggetto di discussione, solo sì vuol dire sì. Non lasceremo che si perpetui la violenza sui nostri corpi. Le strade sono nostre. Oggi gridiamo #hermanayositecreo, gridiamo che noi siamo il branco. Se toccano a una ci toccano tutte. Vogliamo una risposta istituzionale che garantisca i nostri diritti e denunci le relazioni di oppressione. Abbiamo bisogno di polizia, giudici e società femministe. Per questo anche noi diciamo: non è abuso, è stupro. Non è un caso isolato, è il patriarcato. Ora più che mai, autodifesa. Questa è una guerra”.