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Vivete a Imola e siete sotto sfratto? “Rivolgetevi agli amici”

Lo Sportello Antisfratto ha segnalato al Comune la situazione di una famiglia in difficoltà, l’unica risposta implica la divisione del nucleo familiare: madre e figli in struttura, padre per strada a cercare aiuto da qualche conoscente.

11 Ottobre 2015 - 16:06

Siete sotto sfratto? “Chiedete agli amici”

imoL’emergenza abitativa è al centro delle dinamiche politiche nazionali e locali, Imola non fa eccezione. Chi si trova in situazioni di precarietà economica, in particolar modo legata alla perdita del lavoro, è costretto a dover affrontare il disagio di non avere certezze nemmeno per un diritto fondamentale, che dovrebbe essere garantito a tutte e tutti: la casa. Che si tratti di singoli oppure di nuclei familiari, la situazione che si viene a creare è sempre la stessa, ed è quella di un enorme vuoto attorno. Chi dovrebbe garantire il sostegno adeguato affinché tutte le persone possano avere una vita dignitosa? Lo Sportello Antisfratto di Imola l’ha chiesto al vicesindaco e assessore alle politiche sociali Visani. La risposta è stata sinceramente sconcertante. Abbiamo posto all’attenzione di Visani la situazione di una famiglia con figli piccoli che, come tante altre, vive un momento estremamente difficile legato, naturalmente, alla perdita del lavoro. Questa famiglia ha deciso di lottare e con la solidarietà dello Sportello Antisfratto è riuscita a rinviare per un certo periodo di tempo lo sfratto per morosità incolpevole. Il contesto però è sempre più pressante. A causa delle politiche sociali attualmente in uso, i servizi sociali non vanno oltre la proposta della divisione del nucleo familiare, che più che una proposta è un ricatto inaccettabile a cui loro si sono opposti.

La divisione del nucleo implica che mamma e figli minori finiscano parcheggiati in struttura, cosa che comporta un ingente investimento di risorse economiche pubbliche (sebbene Visani dica di non conoscerne l’entità) e il babbo resti senza fissa dimora. Per lui l’unica soluzione proposta per non finire per strada sarebbe quella di appoggiarsi alla rete amicale. Ci sorge qualche dubbio: non è meglio investire le risorse a disposizione per preservare la stabilità dei singoli e delle famiglie, creando percorsi costruttivi che garantiscano diritto e dignità a tutte le persone? Chissà, magari costa anche meno.

Secondo la logica di Visani, chi non ha amici o parenti in grado di fornire un sostegno concreto a tempo non definito, finisce quindi per strada. È questo l’obiettivo dell’assessore alle politiche sociali? E quando ci sarà un senzatetto in più daremo la “colpa” a lui o a quei politici che non hanno fatto nulla per evitarlo e che magari poi parlano di combattere il “degrado”?

Com’è possibile che singole persone, parenti o amici, debbano trovare le risorse e le energie per essere garanti dei diritti di chi è loro caro, sostituendosi a delle istituzioni incompetenti? Non siamo già visibilmente stremati e umiliati dalle politiche di austerità, dalla disoccupazione, dalle difficoltà quotidiane e dal pagamento di tasse che dovrebbero essere investite per il benessere collettivo?

È con questa consapevolezza che le famiglie che fanno parte dello Sportello Antisfratto hanno deciso di lottare chiedendo alla rete amicale solo una cosa: di lottare insieme a loro perché a chiunque sia garantita una casa e una vita dignitosa!

A questa manifestazione di incapacità politica fa eco il presidente del Tribunale dei minori di Bologna, Giuseppe Spadaro, che ha di recente affermato: “Il nucleo familiare deve restare il più unito possibile. E questo vuol dire una cosa molto semplice: che il minore deve restare con tutti e due i suoi genitori”, affermazione condivisa anche dalla Giunta del Comune di Bologna, che certo non brilla per le politiche abitative, e che ha sottolineato l’importanza di mantenere l’integrità della famiglia anche dopo uno sfratto.

Non stiamo parlando di beneficienza né di parassiti sociali, non c’è nulla di cui sentirsi grati: le Istituzioni Pubbliche, Comune compreso, devono intervenire davanti a chiunque necessiti di tutela e sostegno, altrimenti viene meno il significato stesso di stato sociale a cui le stesse istituzioni si rifanno (almeno in campagna elettorale).

La dignità individuale, l’integrità della famiglia e il diritto alla casa, non sono questioni negoziabili, ma bisogni essenziali!

È urgente un intervento radicale nelle politiche abitative e sociali della città di Imola, con una ridefinizione delle modalità di intervento dei servizi sociali, l’investimento diretto di risorse per il recupero, l’autorecupero e l’ampliamento del patrimonio delle case popolari, e l’introduzione di una moratoria sugli sfratti da applicare nell’attesa che vengano adottate misure realmente efficaci per risolvere le situazioni di emergenza in corso.
E’ ora che le chiacchere e i consigli di chiedere aiuto agli amici lascino spazio a interventi reali a sostegno delle persone.

Sportello Antisfratto di Imola