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Virus, scattano mobilitazioni: “L’emergenza non la paghiamo”

Adl Cobas con Làbas e Tpo andrà in piazza reclamando “reddito di quarantena”, mentre Sgb attacca la Regione: “Non ci incontra per discutere le contraddizioni dell’ordinanza” anti-contagi, e prepara lo sciopero. Possibile un’altra settimana di stop per scuole e università, Alma Mater inaugura lezioni e esami online.

27 Febbraio 2020 - 14:33

Sono 97 le persone che in Emilia-Romagna risultano aver contratto, fino a questa mattina, l’infezione da Covid-19 , ma in grandissima parte, secondo la Regione, sarebbero casi lievi se non addirittura asinitomatici. Nel dettaglio, ci sono 63 contagiati a Piacenza, 18 a Modena, 10 a Parma e 6 a Rimini. Come altrove, tale aumento dei riscontri deriverebbe dall’elevato numero dei tamponi effettuati (1033), prima delle ultime indicazioni del governo, che ha stabilito di farne solo in caso di sintomi manifesti.

L’Università ha confermato oggi l’attivazione della possibilità di seguire le lezioni e dare esami online, da lunedì per il 30-40% dei corsi, per arrivare a regime in un paio di settimane. Ne ha parlato il rettore, riferendo anche di una decina di studenti dell’Alma Mater a cui non è stato consentito di seguire le lezioni dall’ateneo estero dove stanno partecipando al progetto Erasmus. Anche le scuole si apprestano a tenere chiuso un’altra settimana, stando a quanto riferito ieri dall’assessore regionale uscente alla sanità Sergio Venturi.

Intanto cresce lo scontento per le conseguenze delle restrizioni: Adl Cobas, Tpo e Làbas, insieme ai riminesi di Casa Madiba e ai reggiani di Aq16 e Casa Bettola, al grido di “Noi l’emergenza non la paghiamo”, hanno convocato per martedì alle 10 una manifestazione davanti alla sede regionale: “Lavoratori e soprattutto lavoratrici, precar@ e degli appalti, intermittenti del mondo dello spettacolo e non solo, educatori ed educatrici, operatori e operatrici sociali, partite IVA, lavoratori e lavoratrici del turismo, piccole imprese, studenti e studentesse condizionati all’ottenimento della borsa di studio: sono alcuni dei soggetti che pagheranno maggiormente questo ‘stato d’emergenza’ in quanto non tutelati da alcuna forma di garanzia di continuità del reddito e da coperture assicurative adeguate! Le donne, in particolare, sono ancora più colpite essendo maggiormente impiegate nel lavoro di cura, retribuito e non retribuito: attività che saranno ulteriormente sovraccaricate durante la chiusura delle scuole oppure per occuparsi dei propri parenti malati o comunque più fragili. Così come le persone senza fissa dimora, i richiedenti asilo usciti dal circuito dell’accoglienza, chi vive già ai margini della società. Una situazione che rischia di avere un costo insostenibile per tanti e tante, e tra quest@ ovviamente le stesse persone eventualmente poste in quarantena poiché affette dal virus”.

“Chi garantisce – chiedono inoltre sindacato e collettivi – la sostenibilità (utenze, affitti) degli spazi sociali e dei luoghi di aggregazione che si autofinanziano e vivono di iniziative pubbliche, artistiche e culturali? Per quale motivo sarebbe più pericolosa una presentazione di un libro di un supermercato con centinaia di persone?”. Queste le rivendicazioni della manifestazione: “Reddito di ‘quarantena’: per garantire continuità salariale per chi è costretto allo stop dell’attività, in particolare precar@, lavoratori e lavoratrici in partita Iva, non tutelat@ in genere”, sospensione del pagamento dell’Iva, investimenti e assunzoini nel servizio sanitari, agevolazioni sugli affitti per studenti e studentesse, “sospensione delle rette degli asili, sospensione dei canoni d’affitto e utenze per gli spazi sociali, di aggregazione, culturali” e infine “blocco della speculazione sui prezzi dei farmaci, dei prodotti disinfettanti e strumenti precauzionali”.

Sgb, poi, ha avviato le procedure di legge per l’indizione di uno sciopero, perché “la dichiarazione dello stato d’emergenza sanitario e la gestione dello stesso da parte della Regione produce pesanti ripercussioni economiche per gran parte dei lavoratori e alimenta un ingiustificato allarmismo a causa delle mille contraddizioni insite nell’ordinanza e nelle reiterate norme applicative”. Per questo, spiega il sindacato di base, “dopo diversi e inutili tentativi di incontrare gli esponenti della Giunta regionale, al fine di rappresentare le mille problematiche scaturite dalle loro scelte, Sgb ha deciso di avviare le procedure previste dalla legge in caso di sciopero, inviando formale nota alla Prefettura di Bologna e alla Regione”. Sgb chiede in particolare di garantire gli stipendi delle “migliaia di lavoratori degli appalti scolastici” e di tutelare i lavoratori con figli, che “non ha uno strumento contrattuale idoneo per assistere i bambini a casa da scuola”. Peraltro, denuncia il sindacato di base, non viene garantita “una omogeneità di misure preventive e di sicurezza nei vari ambiti lavorativi”, anche perché le norme “vengono applicate in modo differente da Comune a Comune e dai diversi datori di lavoro”. Sono “contraddizioni che ampliano le disuguaglianze sociali”.

È “scandaloso – aggiunge infine Sgb – che nella grandissima parte dei luoghi di lavoro, a partire da quelli sanitari, sia impossibile dare applicazione al famoso decalogo di comportamento” suggerito dal ministero, a causa della “mancanza di strumentazione adeguata”. In conclusione “ricordiamo che il sindaco di Bologna, Virginio Merola, ha dichiarato alla stampa: ‘Rispettate le ordinanze senza discutere’. Ebbene, noi ne vogliamo discutere perché si tratta della nostra esistenza”.

Sempre Sgb ha incontrato il direttore generale del Comune, sollevando diversi punti critici. Rispetto alla biblioteca Salaborsa, “l’incongruità dell’apertura della biblioteca che riceve circa 4000 utenti al giorno con il rischio alto di assembramento e quindi di contagio in assenza di tutele individuali degli operatori addetti a ricevere il pubblico”, poi “la mancanza totale di presidi di tutela individuale dei lavoratori”, la necessità di ripristinare i certificati medici di riammissione dei bambini sospesi da ordinanza ragionale. Inoltre, per il sindacato, “risulta gravissimo che ad oggi non sono ancora stati convocati i Responsabili lavoratori sicurezza, mentre SGB aveva chiesto che gli stessi fossero convocati alla seduta odierna” ed è inammissibile “che i dipendenti di cooperative afferenti i servizi comunali siano penalizzati economicamente dall’ordinanza regionale e che sia garantito loro l’istituto contrattuale economico previsto nei casi di emergenza”. Sgb richiede “un fondo economico di sostegno per le famiglie in difficoltà a causa della chiusura forzata delle scuole”, permessi straordinari per i dipendenti comunali.

L’Unione inquilini indirizza invece al Prefetto la richiesta di sospensione degli sfratti e degli espropri abitativi, chiedendo a sua volta la convocazione di un tavolo di confronto: “Crediamo che il mettere in serio pericolo di salute le famiglie, molte volte composte anche da disabili e minori, mettendo direttamente in strada o in comunità dormitorio non sia una soluzione responsabile per contenere la diffusione del virus”.

Rimbalza frattanto sui social la testimonianza di una donna immunodepressa a causa di una leucemia: “È ormai chiaro che il coronavirus non farà niente a voi che state bene, mentre potrebbe fare molto male a quelli che, come me, hanno le difese immunitarie sotto ai piedi a causa di chemioterapie o simili”: quindi, “vi prego, basta con le lamentele e le polemiche. Basta con le razzie di disinfettanti e mascherine ‘a caso’. Le farmacie rispondono anche a chi, come me, ne ha davvero bisogno, che ‘non se ne trovano più”: ma vi sembra il caso di farsi compatire così?”.

Ieri, infine, è saltata un’udienza conoscitiva in Comune a cui avrebbe dovuto prendere parte Extintion Rebellion, che scrive: “Vogliamo comunque ricordare a tutti i membri del Consiglio comunale che l’emergenza climatica ed ecologica dichiarata dal Comune di Bologna non può e non deve passare in secondo piano, in quanto i dati di cui siamo in possesso mostrano chiaramente come quest’ultima causi danni au cittadinu di gran lunga superiori a quelli che l’epidemia di Covid-19 sta provocando a livello nazionale. Consapevoli della vostra comprensione in merito alla gravità di entrambe le emergenze, restiamo in attesa di essere convocatu al più presto”.