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Via Lame, rinviato uno sfratto

Picchetto solidale strappa due mesi di tempo, Unione inquilini: “Compiuto un piccolo passo”. Pugno chiuso segnala la vicenda di una donna costretta, dopo lo sgombero di via Gandusio, a vivevere di ospitalità.

23 Maggio 2018 - 16:09

Ieri mattina “militanti dell’Unione inquilini di Bologna sono riusciti, dopo quattro ore di picchetto, ad ottenere il rinvio dello sfratto esecutivo” previsto in via Lame, rende noto il sindacato di base: “L’inquilina, che si è rivolta ai nostri sportelli, è stata colpita da una sentenza del giudice che programmava l’esecuzione dello sfratto per mancato pagamento dei canoni l’affitto, e anche se le mensilità contestate sono state pagate il proprietario ha deciso di presentare l’eseguibilità dello sfratto. L’ufficiale giudiziario presentatosi al picchetto si è reso disponibile al rimando dell’esecuzione prorogandola di 60 giorni dopo aver appurato che i pagamenti erano in regola e che l’Unione inquilini sta percorrendo le vie legali per vedere di affermare il diritto alla casa dell’inquilina. Oggi (ieri, ndr) è stato compiuto un piccolo passo, passi che giorno dopo giorno affrontiamo nei nostri sportelli, nei picchetti e nelle strade per vedere affermato che il diritto all’abitare è un diritto sancito dalla Costituzione. Invitiamo chiunque abbia a cuore la costruzione di questo diritto ad unirsi a noi, ad unirsi all’Unione inquilini di Bologna affinché la nostra battaglia sia la battaglia di tutti”.

Segnala invece Pugno chiuso: “Vogliamo organizzare una cena in San Donato per la Patty, la prima inquilina delle case popolari di via Gandusio ad essersi ribellata agli sfratti per scadenza di contratto… svelando che a Bologna Acer assegna le case popolari a termine e ricatta tutti e punisce i ribelli… Le case popolari sfitte ci sono comprese quelle evacuate il 14 luglio 2017 e quasi ristrutturate di via Gandusio. Quindi è scandaloso che una madre con figlio minorenne a carico, che lavora come pulitrice per poche ore a settimana anche a causa di un’invalidità causatale dai precedenti lavori (particolarmente usuranti) debba vivere ospitata di qua e di là e non avere una casa popolare, come già le era stato promesso prima dell’assegnazione provvisoria e dello sfratto“.

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