Acabnews Bologna

Via Irnerio, per gli occupanti “una parziale vittoria”

Attivisti scesi dal tetto del Comune dopo ok a incontro con Malagoli. Asia: “Si parli di case e non di dormitori”. Frascaroli assicura di aver ottenuto da Questura e Prefetto un rinvio temporaneo dello sgombero.

22 Aprile 2016 - 18:53

(foto fb Asia)Nel primo pomeriggio di oggi gli attivisti di Asia-Usb sono infine scesi dalla tettoia di Palazzo d’Accursio occupata da ieri contro il ventilato sgombero delle Case Nelson Mandela di via Irnerio. Ad accoglierli gli applausi degli altri manifestanti che li attendevano in presidio a terra.

La decisione al termine dell’incontro con l’assessora al Welfare, Frascaroli, nel corso del quale si è concordato un nuovo faccia a faccia stavolta con l’assessore alla Casa, Malagoli, come richiesto da ieri dal sindacato.  A quanto si apprende, il Comune avrebbe inoltre ottenuto da Prefettura e Questura di rimandare di qualche tempo lo sgombero, per dare tempo ai servizi sociali di organizzarsi.

“E’ una parziale vittoria”, commenta Asia ai cronisti, “finalmente Malagoli uscirà dalla tana”. Purché si parli di “non di dormitori ma di case”, come da delega dell’assessore. Per quanto riguarda via Irnerio, “si è smosso qualche elemento ma quello del Comune resta un modo di affrontare la questione emergenziale e mai strutturale”.

In particolare, “si sono aperte delle possibilità per rimettere  al centro la questione della perizia” dei Vigili del fuoco, ovvero l’atto che ha spinto il Sant’Orsola ha chiedere lo sgombero.

A ricostruire la vicenda oggi la stessa assessora, che ha confermato che gli occupanti avevano  “cominciato i versamenti per un ripianamento delle utenze, così come patteggiato, che avrebbe permesso a noi di subentrare in un accordo con la proprietà secondo il protocollo di garanzia”. Pari a 2.500 la somma già versata nelle casse dell’azienda ospedaliera. A quel punto è appunto avvenuto un sopralluogo dei pompieri, probabilmente sollecitato dai negozi a piano terra, che avrebbe messo in evidenza “criticità oggettive” rispetto all’abitabilità dello stabile. Dopodiché, stando alle parole di Frascaroli, il Sant’Orsola avrebbe mandato un proprio tecnico, a cui sarebbe stato negato l’accesso.  “Proverò a richiedere alla proprietà la disponibilità ad ulteriori sopralluoghi tecnici, che dicano effettivamente in che condizioni è lo stabile”, annuncia Frascaroli, confermando che gli occupanti “si sono dichiarati assolutamente disponibili a far entrare le persone e a permettere che questi sopralluoghi avvengano”.

Riguardo le soluzioni di massima prospettate dal Comune per gli abitanti dell’occupazione, Asia spiega: “Ci  ragioneremo e ne parleremo insieme ai nostri iscritti e agli abitanti, invece di mandarli subito ai colloqui con i servizi sociali che spesso si rivelano un velato ricatto per uscire dall’occupazione”. Aggiungono poi in una nota diffusa del pomeriggio: “La situazione degli abitanti resta precaria, la mobilitazione organizzata non può fermarsi.  Per far fronte alla drammatica emergenza abitativa che si sta vivendo a Bologna e in Italia è necessario pretendere a gran voce riforme strutturali da quelle istituzioni che dovrebbero essere competenti in materia: blocco immediato degli sfratti e degli sgomberi, massiccio intervento pubblico nella costruzione di case popolari e requisizione immediata degli sfitti.  I movimenti per il diritto all’abitare dovranno continuare a lottare per stanare queste istituzioni “timorose” di confronto e soluzioni dai loro uffici blindati!”.

Resta che l’amministrazione non sembra avere le idee così chiare: mentre gli assessori ragionano sul merito, Merola sbotta in un logoro refrain: “Costoro fanno una politica cattiva giocata sulla pelle di famiglie in difficoltà, che vengono usate per scopi politici”.

Infine, si registra una non-notizia: la Procura ha fatto sapere che aprirà un fascicolo. Interruzione di pubblico servizio, resistenza e lesioni le ipotesi di reato.