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Verona / “La città è tutta femminista” [foto + video + audio]

Non Una Di Meno dà inizio allo stato di agitazione permanente. Dopo l’approvazione in Comune della mozione antiabortista in migliaia attraversano la città per l’aborto libero e sicuro, contro ddl Pillon e gli attacchi della chiesa.

13 Ottobre 2018 - 21:21

A migliaia – cinquemila, dicono al microfono le attiviste di Non Una Di Meno – in corteo per le strade di Verona contro l’approvazione in consiglio comunale della mozione 434 lo scorso 4 ottobre, che “destina fondi e sostegno ad associazioni antiabortiste, ne permette la presenza nei servizi sanitari pubblici, stigmatizza e mina la libertà di decisione e di autodeterminazione delle donne”, questo quanto si leggeva nel comunicato di indizione della manifestazione chiamata pochi giorni dopo la delibera cittadina.

Numerosi gli interventi al microfono delle manifestanti lungo il percorso che ha attraversato la città: “La 194 non si tocca, è una legge che tutela la salute delle donne. Nel 1982 gli aborti erano incredibilmente più numerosi di oggi, quindi la legge funziona benissimo. Se è vero che la natalità negli ultimi trent’anni è calata del 30%, l’abortività è calata del 60%. Gli obiettori un tempo erano di meno, oggi sono aumentati. Su tutto il territotito nazionale gli ospedali che offrono la possibilità di interruzione di gravidanza sono circa il 60%. In veneto è il 77%. Sull’interruzione di gravidanza noi donne dobbiamo avere la prima parola e l’ultima. Se chi governa volesse davvero ridurre il numero di aborti non dovrebbe dare soldi a strutture antiabortiste, dovrebbe darli ai consultori, per fare educazione sui contraccettivi. Bisogna spendere tanti soldi sull’educazione sessuale. E se volessimo aumentare la natalità bisognerebbe stabilizzare le condizioni lavorative delle donne. È tempo di dire basta. Vogliamo rompere il muro che separa chi usufruisce dei servizi sanitari e chi li eroga”.

>Le fotografie della manifestazione (l’articolo prosegue sotto):

Manifestazione Agitazione Permanente

Tanti e creativi gli slogan intonati dal corteo, fra questi: “L’autodifesa si fa così, lo aspetti sotto casa e poi lo lasci lì. Siamo il grido altissimo e feroce di tutte quelle donne che più non hanno voce. Oggi Verona è tutta femminista, che tremi che tremi ogni fascista. Insieme siam partite insieme torneremo Non una di meno. Pillon, Fontana, Salvini e compagnia, con la nostra lotta, vi spazzeremo via. Siamo la luna che smuove le maree, cambieremo il mondo con le nostre idee.”

In piazza Bra, la più importante del centro storico, di fronte all’Arena e alla vecchia sede del Comune una storica militante del movimento trans e cittadina di Verona prende la parola per dire che “il movimento transfemminista è la nuove frontiera della politica. Da Verona partiamo con una nuova marea femminista. Da qui cominceremo un percorso per tutte le città italiane, fino al 25 novembre, giorno in cui ci sarà la manifestazione nazionale di Non Una Di Meno a Roma. La nuova scommessa è che siamo tutti femministi, al di là del sesso biologico. Noi veniamo dalle strade, dalla prostituzione, dalle fabbriche, siamo un pezzo di storia del transfemminismo. Siamo una potenza per il nostro futuro politico. Liberiamoci dai modelli capitalistici passando attraverso la storia del femminismo”. Qui una performance delle attiviste vestite di rosso come le ancelle del libro di Margaret Atwood, in mezzo alle quali è apparsa una papessa, si sono liberate dei loro mantelli gettandoli in aria.

>Il video in piazza Bra (l’articolo prosegue sotto):

Sul Lungadige una tappa nel luogo in cui fu massacrato di botte a morte da cinque neofascisti Nicola Tommasoli nel 2008, “forse perché vestiva in un modo che non era apprezzato da coloro che lo hanno aggredito, o forse perché aveva i capelli troppo lunghi. In quell’occasione si conrontarono due città: quella di un corteo di diecimila persone, e quella che volle far sparire le tracce del pestaggio fascista, che attribuì l’aggressione ai futili motivi. Quella città che rifiuta di fare i conti col suo passato, quello della repubblica sociale e passa per lo stragismo nero degli anni ’70, che ha portato la Lega razzista al governo e che fa da sempre un inquitante laboratorio politico per le destre, preso a esempio da tutti i sindaci sceriffi”.

>L’audio dell’intervento sul Lungadige:

Il corteo ha attraversato un lungo percorso attraverso il centro cittadino, per poi concludersi davanti allla chiesa di Santa Toscana, dove le attiviste hanno stigmatizzato le dichiarazioni del Papa pronunciate nei giorni scorsi contro l’aborto: “papa Bergoglio ha affermato che praticare l’aborto è come affittare dei sicari: noi vogliamo dire che i sicari sono i medici obiettori che lascerebbero morire le donne. La mozione antiabortista del comune di Verona è inaccettabile, così come il ddl Pillon. A Verona fatanno a marzo il convegno della famiglia, quella tradizionale. Noi saremo qui, come in tutte le città d’Italia, ancora e sempre marea”.

> Altre foto della manifestazione:

 

Manifestazione Agitazione Permanente - Verona