Attualità

Ventimiglia / Disumanità per i migranti, criminalizzazione per i solidali

Le testimonianze di Accoglienza degna dalla frontiera italo-francese: “Il rispetto della dignità umana e la possibilità di autodeterminarsi sono valori sui quali una società non può fare passi indietro”.

14 Luglio 2017 - 12:56

Progetto 20k, una rete che da quasi un anno si occupa “di fornire un primo aiuto e un’assistenza di tipo legale ai migranti bloccati in frontiera, oltre che a diffondere un’informazione il più corretta possibile”, ha diffuso negli scorsi giorni una chiamata aperta alle e ai solidali, e tra gli altri hanno risposto i bolognesi del progetto nato attorno al dormitorio sociale all’ex caserma Masini.

“Saremo presenti come Accoglienza Degna – scrivono – fino al 19 luglio sul territorio di Ventimiglia, al confine italo-francese. Il blocco del confine ha limitato la libertà di passaggio dei migranti, creando una situazione di stallo e costringendo grandi numeri di persone ad ammassarsi in condizioni disumane sul letto del fiume Roja, che attraversa la città. I numeri variano dalle 200 alle 300 persone a notte. I migranti tentano il passaggio tutti i giorni, alcuni con successo, molti venendo rastrellati dalla polizia di frontiera, che organizza deportazione di massa verso gli Hot Spot del sud Italia. Sostenendo i compagni del progetto, stiamo svolgendo attività di distribuzione di beni di prima necessità e di monitoraggio, per documentare e denunciare le condizioni in cui queste persone sono costrette a vivere. Il tutto in un clima sospeso tra l’indifferenza e la criminalizzazione della solidarietà da parte delle istituzioni”.

Questa la testimonianza diffusa ieri su Facebook: “Ci sono due cose che ci rimangono ben impresse dopo pochi giorni a Ventimiglia. Due cose che ci aspettavamo di vedere ma che vedendole ci hanno comunque fortemente impressionato. La prima è la condizione disumana in cui sono stati costretti a vivere tante/i migranti che questo territorio di frontiera vorrebbero solo attraversarlo. Disumanizzazione prodotto di una politica della frontiera che, oltre ad impedire il passaggio del confine, costringe centinaia di persone a vivere sotto un ponte in condizioni igenico sanitarie terribili. Disumanizzazione praticata con rastrellamenti e deportazioni quotidiane verso Taranto e altri hotspot del sud Italia, che non fanno altro che moltiplicare le sofferenze di queste persone che vorrebbero solo ricongiungersi a parenti o amici in Francia o Gran Bretagna e costruirsi un futuro migliore. Rastrellamenti e deportazioni che vorremmo facessero parte solo del glossario dei libri di storia ed invece sono purtroppo parole di grande attualità anche nel belpaese”.

Prosegue Accoglienza Degna: “La seconda è la criminalizzazione della solidarietà. D’altronde Ventimiglia è la città dell´ordinanza emessa dal sindaco Pd che vietava di dare da mangiare in strada ai migranti. Il sindaco delle ruspe che, pochi giorni fa, hanno “spazzato via” tende coperte e i pochi beni dei ragazzi lasciando sul greto del fume una distesa di rifiuti. Criminalizzazione che si respira nel forte clima di intimidazione verso chi si dà da fare per rendere meno disumane le condizioni di vita sul greto del fiume Roja. Ma c’è anche una importante nota positiva: le moltissime persone che, nonostante tutto, si danno da fare quotidianamente per costruire reti di solidarietà. Dai cucinieri francesi e tedeschi che portano il cibo per 300-400 persone tutte le sere ai dottori volontari che portano assistenza medica, dai volontari della Caritas ai solidali del Progetto20k. Che la solidarietà è un’arma ce lo ripetiamo molto spesso: qui a Ventimiglia è un’arma molto importante per ribadire che il rispetto della dignità umana e la possibilità di autodeterminarsi sono valori sui quali una società non può fare passi indietro”.