Attualità

Ventimiglia / Da Bologna arrivano cucina di strada e media-center [foto]

Riceviamo e pubblichiamo il primo report della “staffetta solidale” al confine di Eat the Rich e Campiaperti: “Pasto genuino anche a chi rivendica libertà di fuga e di movimento”.

24 Giugno 2015 - 11:45

IMG-20150624-WA0003Una “staffetta di solidarietà attiva”, con cucina di strada e media-center, per dare un contributo materiale ai migranti che a Ventimiglia resistono ai respingimenti sul confine francese. E’ l’iniziativa messa in campo dalla Rete Eat the Rich di Bologna, con il sostegno dell’associazione CampiAperti, in sostegno al Presidio Permanente No Borders attivo nella cittadina ligure. Questa la presentazione del progetto, che è operativo da ieri: “Andremo oltre la pratica caritatevole del distribuire dei pasti, coinvolgeremo i produttori del territorio attorno a Ventimiglia, cercheremo di coinvolgere quante più persone possibile nella gestione della cucina e il recupero delle materie prime. Daremo un contributo materiale a quanti stanno resistendo agli infami respingimenti sul confine francese. Lottiamo per l’accesso a un pasto genuino anche per chi rivendica la libertà di fuga e di movimento. Siamo una rete di cucinieri sovversivi, piccoli (auto)produttori e gruppi d’acquisto.Ogni giorno ci sarà un ricambio con una macchina che partirà da Bologna. La staffetta è aperta alla partecipazione e al contributo di singoli e gruppi organizzati. Per info: 3393615919 – 3333467642″.

Dopo la prima giornata di staffetta, ecco il resoconto che abbiamo ricevuto da Ventimiglia: “La Francia da circa dieci giorni non permette il passaggio dalla frontiera di centinaia di migranti, attualmente IMG-20150624-WA0006ci sono due zone occupate da loro. La stazione di Ventimiglia ospita circa 200 persone tra donne e bambini, la logistica è  gestita dalla Croce rossa italiana. Un accampamento defilato, volutamente nascosto alla vista, stanzoni del dopo lavoro ferroviario strapieni di brande. Diversa è  la situazione che si vive al confine, i migranti in completa autonomia, in risposta alle decisioni del governo francese hanno deciso di lottare per la libera circolazione dei corpi. We don’t go back, noi non torniamo indietro, è il loro slogan. Alla domanda ‘cosa avete intenzionedi fare?’ rispondono con un’alzata di spalle e un sorriso, ‘aspettiamo’. Restano e resistono sugli scogli, hanno una percezione dello scorrere del tempo completamente diversa, c’è chi ci ha messo quattro anni per arrivare dall’Africa in Italia. È dopo i diversi tentativi di sgombero da parte della polizia italiana che hanno deciso di accamparsi sugli scogli, resistendo. Ad appoggiare  la loro lotta molti uomini e donne, francesi e italiani, hanno dato vita ad un presidio permanente. Sono tanti i compagni e le compagne che si danno il cambio da Dolceacqua, Imperia, Massa, Torino e adesso anche da Bologna. Si trova molta solidarietà anche dai frontalieri che si fermano al presidio portando viveri e vestiti. È sconcertante l’assenza dello Stato, francese come italiano, se non fosse per delle associazioni islamiche di Nizza, o per noi da ieri, qui non ci sarebbero pasti caldi, se non fosse per i compagni di Dolceacqua qui non ci sarebbero docce. CampiAperti e Eat the Rich da ieri (martedì) hanno imbastito una cucina di strada, col supporto delle realtà locali, portano la loro solidarietà attraverso le loro pratiche: cibo genuino e cucina collettiva. In alto le forchette, per la libertà di fuga e di movimento!”.