Dopo essersi rifiutata di rispondere all’obbligo di firma, l’attivista costretta oggi all’obbligo di dimora, continua a rivendicare: “Non accetterò di trasformare i luoghi della mia vita in obbligo di residenza né la mia casa in prigione”.
(da NoTav.info)
Questa mattina (ieri, ndr) è stato notificato a Nicoletta l’aggravamento dell’obbligo di firma a cui è sottoposta dalla fine di giugno. Le misure cautelari sono state permutate in obbligo di dimora nel paese di residenza con rientro notturno dalle 18.00 alle 8.00.
Questo procedimento si riferisce alla manifestazione del 28 giugno 2015 in cui migliaia di persone di tutte le età sfilarono per le vie di Chiomonte ed Exilles provando a raggiungere il cantiere della devastazione. Questa operazione vede coinvolti, oltre a Nicoletta, molti altri attivisti che sono ad oggi ancora obbligati a presentarsi per le firme quotidiane o agli arresti domiciliari.
Alcuni di loro tra cui Luca e Giuliano, sottoposti agli arresti domiciliari, sin da subito hanno preso la decisione di non rispettare le limitazioni della propria libertà imposte dalla procura torinese e per questo motivo al momento i due ragazzi si trovano presso il carcere delle Vallette.
Ricordiamo che anche Nicoletta già da principio aveva deciso di non sottostare ad alcun tipo di misura restrittiva dichiarando “non accetto di far atto di sudditanza con la firma quotidiana, non accetterò di trasformare i luoghi della mia vita in obbligo di residenza né la mia casa in prigione; non sarò la carceriera di me stessa”.
Coerentemente con le sue dichiarazioni e rivendicando le azioni praticate il 28 giugno, Nicoletta oggi rifiuta anche l’obbligo di dimora.
Fermarci è impossibile, dunque non possiamo fare altro che stare al fianco di Nicoletta, e di tutti coloro che sono ancora sottoposti a misure cautelari, e sostenerla nel portare avanti questa battaglia che siamo certi metterà in difficoltà tutta la controparte.
Avanti No Tav!