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Ustica, familiari: “Ancora menzogne e depistaggi”

Nuovo clamore sui documenti del colonnello Giovannone, responsabile del Sismi in Libano negli anni della strage. Ma l’Associazione dei parenti delle vittime: “Un gran polverone contro la verità”, visto che si tratta di carte già “nella piena disponibilità degli inquirenti e nei fatti ampiamente note”.

29 Agosto 2020 - 17:17

Sulla strage di Ustica si sta consumando “l’ennesimo tentativo di menzogna e depistaggio, a partire da documenti che non si riferiscono a Ustica, che sono conservati secondo le norme e quindi sono nella piena disponibilità degli inquirenti”. Così l’Associazione dei parenti delle vittime della strage interviene sulle nuove polemiche che si sono aperte in merito ad alcuni documenti del colonnello Stefano Giovannone, responsabile del Sismi in Libano in quegli anni. Pochi giorni fa il Governo ha respinto la richiesta di desecretare questi atti, avanzata da un’altra associazione, che si chiama Verità per Ustica, sostenuta dall’ex senatore Carlo Giovanardi e presieduta dalla figlia di una vittima. L’associazione ha annunciato di voler ricorrere al Tar, mentre intanto la risposta del Governo è stata accolta dalle proteste di Giovanardi e di esponenti di Fdi, Fi e Italia Viva. Sottotraccia serpeggia l’ipotesi che i documenti di Giovannone possano avvalorare piste alternative alla sentenza con cui è stato stabilito che il Dc9 fu abbattuto nel corso di una battaglia aerea sui cieli di Ustica: ad esempio la bomba a bordo su cui insiste da tempo Giovanardi, inserita nel contesto di una presunta rappresaglia palestinese legata al superamento del cosiddetto “Lodo Moro” sulla non effettuazione di attentati in Italia.

Qui si inserisce l’intervento dell’Associazione dei parenti delle vittime. Poche settimane fa, le iniziative per il 40esimo anniversario della strage si sono concluse “con la richiesta che ogni documentazione sia messa a disposizione della magistratura che sta indagando per individuare gli autori materiali dell’abbattimento del Dc9 Itavia”, è il commento dell’Associazione, che ricorda come la sentenza-ordinanza del giudice Rosario Priore abbia “affermato che il Dc9 è stato abbattuto all’interno di un episodio di guerra aerea con il quale erano stati violati, oltre alle vite di 81 cittadini, i confini e i diritti del nostro Paese”. Intanto, la Procura della Repubblica di Roma ha riaperto le indagini in seguito alle dichiarazioni di Francesco Cossiga, “che ha pubblicamente e ripetutamente accusato i francesi, ostili al leader libico Gheddafi, del gravissimo fatto”, dice ancora l’Associazione. Dunque, “proprio mentre è in corso una indagine della magistratura, diventa ancora più incomprensibile, ma soprattutto inaccettabile, l’ennesimo tentativo di menzogna e depistaggio, a partire da documenti che non si riferiscono a Ustica, che sono conservati secondo le norme e quindi sono nella piena disponibilità degli inquirenti”. Per l’Associazione, “si crea sospetto per segreti inesistenti, si accusa il Governo di colpevoli reticenze, si preannunciano persino ricorsi al Tar, sfidando il ridicolo, ma soprattutto il buon senso, perchè si deve pur ammettere che si tratta di materiale comunque nella disponibilità degli inquirenti e, in più, nei fatti ampiamente noto”.

Che contro la verità di Ustica “si stia rimestando da parecchio, sostituendo alla tesi del cedimento strutturale quella della bomba a bordo, è un fatto tristemente noto. Rende però perplessi e deve fare pensare- continua l’Associazione- che, di quando in quando, la menzogna e il tentativo di depistaggio riemergano e non si informi adeguatamente che i documenti che si vuole segreti sono da anni nella disponibilità e acquisiti dalla magistratura, sono riportati in pubblicazioni e al centro di dibattiti e perfino di seminari universitari”. Conclude così l’Associazione: “Tutte le false argomentazioni erano usate soprattutto nel tentativo di screditare le sentenze per il 2 agosto e ora si opera anche contro la verità per Ustica, creando un grande polverone contro la verità”.