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Usb: “La Dolce taglia gli stipendi e annuncia licenziamenti”

Appello del sindacato di base a tutti i lavoratori del sociale: “Reagire a qualsiasi tentativo di riduzione ulteriore delle proprie garanzie e dei propri salari”.

25 Gennaio 2013 - 10:09

La soc.coop. Società Dolce taglia stipendi e garanzie e annuncia 12 licenziamenti.
E’ questo il futuro che ci aspetta?

Il 10 gennaio apprendiamo dalla cooperativa Soc. coop. ‘Società Dolce’ che, dato il suo stato di ‘salute’ intende procedere ad una riduzione del personale attraverso l’apertura di un licenziamento collettivo . Questa comunicazione arriva in un quadro che si iniziava a delineare già nel mese di dicembre.

La coop soc. ‘Società Dolce’ viene infatti alla ribalta della cronaca locale per non aver messo in busta paga dei ‘soci-lavoratori’ la seconda rata del misero aumento contrattuale 2010-2012 e l’integrazione contrattuale territoriale E.R.T.

Da questa vicenda non trascurabile scaturisce un allarme diffuso nei ‘soci-lavoratori’, motivata da una difficoltà economico-finanziaria che la cooperativa aveva finora negato.

Vale la pena ricordare in merito al contratto nazionale che:

• fu firmato con un ritardo di due anni dalla scadenza dell’ultimo CCNL, dai sindacati CGIL CISL UIL, prevedendo un ridicolo aumento di 70 euro, spalmati in tre rate e non prevedendo alcun arretrato (2 anni);

• fu ampiamente contestato da lavoratori e da USB nel suo impianto complessivo.

Parallelamente a questa situazione, si andava definendo un’altra volontà della cooperativa stessa, quella di tagliare parte del salario agli operatori, diminuendo attraverso il regolamento economico interno alcune condizioni dette di miglior favore: l’ integrazione al 100% della maternità, l’indennità notturna, la maggiorazione sulle ore supplementari e i rimborsi per attività di soggiorno e uscite.

È necessario sottolineare che queste condizioni di miglior favore, vanno ad integrare in minima parte uno stipendio dettato dal CCNL di cui sopra, mediamente più basso del 30% degli stipendi, non ricchi, dei dipendenti pubblici.

Interessante però diventa la reazione dei ‘soci per lavorare’ che per la maggior parte svolgono mansione di OSS o educatori, coscienti da tempo di essere lavoratori di serie B e che per questo sentono il bisogno di partecipare in massa all’assemblea dei soci indetta in data 20 Dicembre, che avrebbe varato questi cambiamenti.

Centinaia di lavoratori così con la grande partecipazione mettono in crisi il metodo ormai consuetudinale nello svolgimento dell’assemblea stessa.

Normalmente infatti le figure inquadrate ai livelli più bassi, come addetti alle pulizie o operatori socio-sanitari, ma anche educatori non partecipano assemblee sociali ma essendo solo manodopera sfruttata, costretti a cambiare cooperativa ogni qualvolta gli appalti sono aggiudicati, sono spesso ben lontani dal riconoscersi parte cooperante dell’azienda.

Sono questi i lavoratori sulla cui pelle si sono abbattuti negli ultimi due anni, le politiche scellerate dei tagli ai servizi e al welfare fatte dagli enti (con conseguenti casse integrazione, tagli di ore, demansionamenti).

In questo quadro, si svolge l’assemblea dei soci che dura 6 ore, e dopo una serie di interventi anche critici, si conclude con le votazioni: due su quattro delle modifiche degli articoli peggiorativi vengono bocciati, lasciando immodificati gli articoli sull’integrazione della maternità e l’indennità notturna.

Leggiamo in quest’episodio una volontà dei lavoratori della cooperativa di rivendicare la dignità del loro lavoro, dimostrando a coloro che dirigono la coop che l’attenzione su quello che accade è alta e la disponibilità ad essere sfruttati più di quanto già avviene, nessuna.

Ora però ci sembra che non essendo riusciti a far passare una diminuzione del costo del lavoro attraverso lo “strumento democratico”, si ricorra al più classico degli strumenti: la riduzione del personale ovvero il licenziamento collettivo.

Probabilmente la coop soc. ‘Società Dolce’ non è che la prima cooperativa sociale di grandi dimensioni di questo territorio che cerca di comprimere al massimo il costo del lavoro, per provare a reggere il peso dei tagli al welfare, ma siamo sicuri che a breve ne seguiranno altre.

Ed è proprio per questa certezza, cioè quella che a breve tutte le cooperative sociali useranno queste modalità per affrontare la crisi, che riteniamo importante che tutti i lavoratori del cosiddetto terzo settore che vogliono mantenere la propria dignità, siano pronti a reagire a qualsiasi tentativo di riduzione ulteriore delle proprie garanzie e dei propri salari.

Noi, come USB, siamo pronti a difendere i diritti dei lavoratori del sociale e il diritto dei cittadini ai servizi.

Usb-coop sociali