Attualità

Urbino / Studenti e precari contestano Farinetti

Azione di disturbo durante il conferimento, ieri, di una laurea honoris causa. I collettivi: “Eataly sta costruendo la propria fortuna sullo sfruttamento del lavoro e dei territori nei quali si insedia”.

12 Giugno 2014 - 19:35

GIORNATA DI LOTTA A URBINO: CONTESTATO FARINETTI E BLITZ IN RETTORATO VERSO L’ 11 LUGLIO

Gi(Foto da fb: Collettivo per l'autogestione Urbino)rnata di lotta oggi ad Urbino. Questa mattina, durante il conferimento della laurea honoris causae a Oscar Farinetti, patron di Eataly, un gruppo di student* e precar* (Collettivo per l’Autogestione – Fuorikorso Link Urbino – CSA Oltrefrontiera Pesaro) ha contestato la celebrazione nell’aula magna della facoltà di Economia. Come sempre l’ Università era completamente militarizzata all’interno e all’esterno, ma ciò nonostante la determinazione e la voglia di esprimere il proprio dissenso ha avuto la meglio. Scomposta, come di routine, la reazione delle forze dell’ ordine che hanno spintonato e strattonato i contestatori all’ interno dei locali universitari, tentando inutilmente di sequestrare lo striscione esposto: “La vostra eccellenza, la nostra precarietà”.

Il presidio si è poi spostato verso il centro ed infine alla mensa universitaria, continuando a comunicare con città e studenti. Nel frattempo, approfittando del fatto che l’ intera questura era in facoltà, un gruppetto di student* è riuscito ad entrare in Rettorato ed esporre uno striscione verso l’11 luglio dall’aula magna: “Unico appello 11 luglio ribaltiamo il vertice”
Voleva essere un ultimo saluto al Rettore uscente Pivato, mai ben accetto dalla comunità studentesca.
Potete anche barricare le facoltà, sapremo sempre come rovinarvi la festa!

 

MODELLO EATALY: UN’ECCELLENZA DI SFRUTTAMENTO E PRECARIETA’

Non poteva mancare che lui, Oscar Farinetti, nel pantheon dei laureati Honoris Causa all’Università di Urbino. D’altronde da Craxi, laureato per avere qualche finanziamento straordinario, a Valentino Rossi, laureato per fare un po’ di pubblicità per le future matricole (!?!), l’abitudine di questo ateneo a rincorrere il personaggio del momento è sempre stata lo specchio della pochezza del baronato locale; cosa potevamo aspettarci quindi come ultimo lascito da Pivatochet? Oscar, amico di Renzie, che mica è uno qualsiasi, è l’uomo del momento, quello che si è inventato il cosiddetto “modello Eataly”.

Ma in cosa consiste il “modello Eataly”? Le retoriche ufficiali parlano di eccellenza, qualità, made in Italy ecc. ma basterebbe non limitarsi al marketing e guardare al concreto di questo modello imprenditoriale per scoprire che non è tutto così buono e bello, e non stiamo parlando delle dispute gastronomiche che hanno interessato certa stampa. Eataly è infatti uno degli esempi migliori della riorganizzazione del capitalismo italiano e sta costruendo la propria fortuna sullo sfruttamento del lavoro e dei territori nei quali si insedia.

Mediamente un lavoratore di Eately guadagna 800 euro per 40 ore lavorative a settimana e la maggioranza dei contratti, come già denunciato da sindacati e movimenti, sono interinali, d’apprendistato, a tempo determinato, in una parola precari. Basta creare occupazione (che poi non si crea perchè la grande distribuzione in genere ha saldi occupazionali negativi…) e poco importa se in Italia di precarietà si può anche morire, come è successo ad Antonio, morto all’inizio di maggio all’Eataly di Roma per cause ancora tutte da accertare.

Farinetti poi è uno che piace, soprattutto ai politici borghesi. A Torino, come a Milano, a Bari come a Roma, il re del made in Italy ha ricevuto dalle amministrazioni, soprattutto PD ma anche le destre non gli hanno fatto mancare il proprio sostegno, palazzi pubblici a prezzi stracciati, permessi in tempi record e sostegno “pubblico”. Ora si prepara a sbarcare a Bologna con il progetto di una Disneyland del cibo, il cosiddetto FICO, e anche in questo caso c’è tutto un pezzo di classe dirigente pronto ad aiutarlo. FICO infatti fa rima con EXPO 2015, e la concentrazione di capitali che si muovono per l’occasione fanno gola a tutti, COOP in testa!

Noi ci opponiamo a questo modello, perchè è l’esempio di come il capitalismo italiano organizza lo sfruttamento del lavoro. Lo contestiamo inoltre perchè crediamo che non si debba continuare a incentivare un uso del territorio scellerato, tutto centrato sull’immagine da trasmettere ma che nella realtà calpesta con la sua grande distribuzione tutte quelle realtà di piccoli produttori contadini che stanno finalmente ritrovando spazio e dignità nel loro lavoro. Contestiamo Farinetti perchè il suo “sogno imprenditoriale” non è il nostro, perchè abbiamo interessi contrapposti, lui i profitti e noi un lavoro dignitoso, e non ci facciamo ingannare dal primo che passa. Non moriremo precari e, a partire da oggi, saremo mobilitati verso il vertice europeo sulla (dis)occupazione giovanile l’undici luglio a Torino (proprio la città in cui ha cominciato Eately!). Farinetti, Renzie e Poletti state sereni, non è che l’inizio!

La tua eccellenza è la precarietà, Farinetti non ti vogliamo!
#civediamolundici

collettivo per l’autogestione – Urbino
associazione Fuorikorso – Urbino
csa Oltrefrontiera – Pesaro