Ieri presidio fuori dal Tribunale durante il dibattimento sul caso del delegato licenziato per un post su Facebook, poi i lavoratori manifestano fino in piazza Roosevelt, ricevuta una delegazione. Martedì hanno scioperato gli accertatori della sosta.
Ieri nuova udienza della causa per il reintegro di Safdar, delegato del Sindacato Generale di Base licenziato per un post su Facebook dalla Dg shipping, società che lavora in applato al magazzino di Lippo di Calderara del colosso delle spedizioni Ups. In contemporanea, come annunciato, un nutrito presidio di lavoratori solidali, da cui è poi partito un corteo fino in Prefettura.
Così Sgb in un comunicato: “Da circa 10 mesi Safdar è senza lavoro a causa di un ingiusto licenziamento disciplinare attuato dalla Cooperativa Dg Shipping che per conto della multinazionale americana Ups gli ha contestato un innocuo post su Facebook . Una scusa per cacciare un lavoratore scomodo perché punto di riferimento sindacale per molti facchini del magazzino di Calderara di Reno. Alla presenza dello stesso Safdar il presidio si è trasformato in un corteo che ha sfilato sino alla Prefettura”.
“Una delegazione dei lavoratori – prosegue il testo – è stata poi ricevuta dalla vice capo di gabinetto, a cui è stato esposto non solamente il problema del licenziamento di Safdar ma una serie di ‘anomalie’ della Dg Shipping che purtroppo si riscontrano spesso nell’ambito della logistica (sede legale fittizia, responsabili legali sconosciuti, buste paga, cambi d’appalto alquanto dubbi, ecc). Abbiamo fatto presente che le lotte andranno avanti comunque a prescindere dall’esito della causa, sottolineando che la prefettura non può lavarsene le mani ma che deve intervenire affinché Safdar venga reintegrato”.
Sgb impegnata in questi giorni anche sulla vertenza degli accertatori della sosta: martedì hanno scioperato per tutto il giorno contro “la deriva autoritaria della dirigenza aziendale – spiega il sindacato – che ignora da tempo le istanze dei lavoratori e cerca di ridurre i loro sindacati al silenzio”. Sgb racconta infatti di aver chiesto all’azienda di “discutere delle recenti modifiche unilaterali al’organizzazione del lavoro” reclamando “un criterio di assegnazione di ferie e congedi che sia certo e trasparente e permetta agli operatori di conciliare tempo di lavoro e tempi di vita”, ma invano: “Ancora una vola Tper ha ignorato le nostre richieste decidendo di incontrare solo i sindacati che ritiene affidabili”.