Acabnews Bologna

L’Università sgombera Hobo [foto]

Il collettivo: “Incredibile spiegamento di forze dell’ordine nel campus di Filppo Re. Concentriamoci tutte/i in via Irnerio. Ci hanno tolto uno spazio, ci riprenderemo tutto. Stay tuned, perché sarà una lunga giornata”.

07 Ottobre 2014 - 08:39

hoboA pochi giorni dallo sgombero di Taksim, tocca al Community Center occupato poco meno di un mese fa da Hobo fa nel campus di via Filippo Re. L’intervento delle forze dell’ordine è scattato stamattina: “Stanno sgomberando il Community Center ai giardini Via Filippo Re. Numerose forze dell’ordine presenti.  Concentriamoci tutti/e in via Irnerio!”, scrive il collettivo su Facebook, parlando di un “incredibile dispiegamento di forze dell’ordine dentro il campus”. Sul posto anche gli attivisti di Làbas, che sempre via Facebook fanno sapere: “Siamo nel campus di via Filippo Re in solidarietà e in risposta allo sgombero di Hobo. Ad attenderci, un incredibile spiegamento di Polizia e Carabinieri in assetto antisommossa. Vergogna!”.

> Le foto dello sgombero:

http://www.flickr.com/photos/zicphoto/sets/72157648471176582/show/

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> Il comunicato diffuso da Hobo:

Dove noi costruiamo, loro sgomberano: l’università è stata sequestrata!

Certe volte il mattino ha l’odio in bocca. È l’odio per chi sta devastando e saccheggiando le nostre vite, per chi impoverisce e precarizza, per chi si arricchisce producendo crisi, per chi smantella l’università e i saperi, per chi tenta di distruggere quello che noi costruiamo. Questo odio non è astratto: assume volti e figure, nomi e cognomi.Questo mattino ha la figura del Partito Democratico, tiranno di questa città, che da tempo ha dichiarato guerra alle occupazioni, perché sono spazi di autonomia e libertà, di riappropriazione diretta di quei bisogni che loro negano e cancellano. Ha i nomi di Merola, Dionigi, Nicoletti, piccoli uomini di una casta asserragliata nei propri fortini e pronta a tutto pur di difendere i miserabili interessi di pochi contro i molti, di politici e palazzinari, di baroni e speculatori. Ha i volti della Procura, fedele servitore del partito unico di governo, e degli uomini in tenuta anti-sommossa che ancora una volta fanno il loro ingresso in università. Quello della polizia è l’unico diritto di accesso che questa amministrazione fallita e corrotta riesce ancora a garantire.

Ma dall’altra parte, dalla parte della libertà e dell’autonomia, ci sono i tanti volti e nomi che hanno popolato il Community Center in queste settimane, che lo hanno riempito di socialità e iniziative, di bisogni e desideri, che lo hanno costruito materialmente insieme a noi. E che ora si stanno radunando per difenderlo. C’è la rabbia di chi si trova di fronte a un “sequestro preventivo urgente”, per riconsegnare al degrado e all’abbandono uno spazio che aveva ripreso vita collettiva. C’è la gioia e la determinazione di chi sa di essere dalla parte giusta.

Il questore dice che in università la polizia può entrare solo con “l’autorizzazione del padrone di casa”: questo pavido padrone Re-ttore negli ultimi anni l’autorizzazione l’ha espressamente e continuamente richiesta. “Non è ammissibile che la prepotenza di pochi impedisca l’accesso e l’utilizzo di luoghi così importanti alla totalità degli studenti”, aveva dichiarato Nicoletti: ecco, questa prepotenza di pochi oggi ha il sigillo della Procura. La costante presenza della polizia tra le mura dell’università dovrebbe essere un grave campanello d’allarme anche per chi – docenti in primis – sostiene semplicemente le ragioni del confronto aperto e del pensiero critico. Il tempo del silenzio è finito: chi oggi tace, è consenziente o complice di un’università messa sotto sequestro dall’amministrazione Dionigi-Nicoletti.

Ci hanno tolto uno spazio, ci riprenderemo tutto. Stay tuned, perché sarà una lunga giornata. I metereologi dicono che su quest’autunno soffia un vento molto caldo, e nessuno lo può fermare…

Hobo – Laboratorio dei saperi comuni