Studenti lanciano una petizione per chi “rischia di andare fuoricorso e di dover pagare le tasse per un ulteriore anno accademico” nonostante l’emergenza sanitaria non sia finita. Cambiare Rotta: “Scelta di Unibo è di convivere col virus come se nulla fosse, in una ‘normalità malata’ in cui è tutto delegato alla responsabilità individuale”.
“Il neorettore Molinari e Unibo continuano ad ignorare la richiesta degli studenti di un appello straordinario di laurea per non finire fuoricorso e dover così pagare più di 2000 euro di retta aggiuntiva”. A dirlo gli studenti di Cambiare Rotta Bologna, promotori di una raccolta firme che ha già raccolto “centinaia” di adesioni e di un’assemblea pubblica degli studenti in programma lunedì prossimo alle 18 in piazza Scaravilli. Questo il testo della petizione diffusa sul web (che si può firmare qui): “Considerando l’emergenza sanitaria, non ancora terminata, noi laureandi dell’Università di Bologna necessitiamo comprensione da parte del nostro Ateneo. Da pochi giorni abbiamo deciso di riunirci tramite un gruppo WhatsApp che ha ottenuto, in soli due giorni, la partecipazione di sessanta studenti accomunati dall’esigenza di un appello straordinario di laurea. Nonostante la volontà da parte di tutti di voler tornare alla normalità, non riteniamo sia corretto non tener conto di quanto questi due anni di pandemia abbiano inciso sulla nostra carriera universitaria. Ci siamo dovuti adattare ad una situazione emergenziale, pagando tasse senza usufruire a pieno dei servizi universitari. Molti di noi si sono trovati costretti a lasciare Bologna, faticando così a reperire i libri di testo, mentre coloro che hanno avuto la possibilità di poter rimanere in città hanno riscontrato difficoltà nel trovare posto all’interno delle poche biblioteche aperte. Quello che chiediamo è semplicemente avere lo stesso trattamento dato ai laureandi dello scorso anno: un appello straordinario di laurea tra marzo e luglio che possa aiutare coloro che rischiano di andare fuoricorso e di dover pagare le tasse per un ulteriore anno accademico”.
Per Cambiare Rotta “in un contesto pandemico in cui i casi stanno di nuovo aumentando e la situazione sanitaria sta tornando critica anche a Bologna, come ben vediamo ciò non sta corrispondendo ad una gestione diversa da parte dell’amministrazione universitaria: davanti alle legittime richieste di quegli studenti il cui percorso di studi é stato compromesso dalla pandemia -per disagi psicologici, economici o di lontananza dalla cittá di studio- sembra che quella che stiamo vivendo non sia piú una situazione di emergenza e che si debba tornare alla nostra vita normale. Come da inizio anno, la scelta di Unibo è quella di dover convivere col virus come se nulla fosse, in una vera e propria ‘normalità malata’ in cui è tutto delegato alla responsabilità individuale, dalla fuga dal contagio alla corsa per la laurea. Ancora una volta le richieste degli studenti e delle studentesse vengono ignorate, dimostrando per l’ennesima volta che il sistema universitario che hanno creato con 30 anni di controriforme non sta di certo dalla parte degli interessi e dei bisogni degli studenti, rendendo piuttosto a pensare ai bilanci finanziari e ai rapporti con le aziende. Ma l’ennesimo silenzio dell’amministrazione universitaria ci dimostra anche che nulla ci verrà ‘regalato’ dall’alto ma che l’unica strada è quella dell’agitazione, della mobilitazione e della lotta in prima persona di tutti gli studenti e le studentesse. Per questo rimandiamo all’assemblea pubblica di Lunedì 10 e al percorso intrapreso dagli studenti, ribadendo la necessità di un’università per gli studenti in cui venga garantito a tutti un reale diritto all’istruzione, che tenga in considerazione dei problemi economici, psicologici e di tempo di ogni studente”.