Attualità

Una settimana europea contro gli sfratti

Abitare nella crisi rilancia l’appuntamento transnazionale di ottobre per il diritto all’abitare: parteciperà allo sciopero sociale del 16 ottobre, il 18 corteo per “connettere le lotte dei territori resistenti”.

07 Agosto 2014 - 11:45

unnamed-1E’ passato quasi un anno da quel 19 ottobre che ha sancito l’emersione di una vasta gamma di soggetti sociali, protagonisti di differenti lotte contro le dinamiche di austerità e impoverimento.
La questione abitativa si è dimostrata baricentrale nel processo di ricomposizione di soggettività diverse, ampliando gli spazi di mobilitazione e producendo un avanzamento degli strati sociali subalterni; la lotta per il diritto alla casa è stata capace di mettere in moto energie e percorsi in tutta Italia, ponendo in essere relazioni virtuose tra le lotte nei territori, capaci di configurarsi come un ostacolo negli ingranaggi della rendita e dell’esproprio delle risorse.
Lo stesso Piano Casa si configura principalmente come un tentativo di ristrutturazione della governance nei confronti di un movimento sociale che è riuscito, certamente in modo ancora insufficiente, ad insinuarsi in alcune esplicite contraddizioni sistemiche. L’articolo 5 è senza dubbio un attacco diretto alla galassia delle occupazioni abitative, l’ossatura portante della lotta per la casa, teso a minarne l’agibilità e ad arginare il loro riprodursi nei territori; la lotta contro questo dispositivo diviene quindi centrale. Già in diverse città è stato possibile approfondire le contraddizioni tra le amministrazioni locali ed il governo riguardo alla questione delle residenze; questo è il nodo su cui continuare ad incalzare e confliggere, estendendo e moltiplicando le iniziative tese a rendere il Piano Casa definitivamente inapplicabile nei nostri territori.

Con la stessa lente leggiamo il tentativo di chiudere spazi di agibilità, soprattutto nella metropoli romana, tramite sgomberi continui e misure cautelari. La nostra risposta non può che passare dal ribadire la legittimità del conflitto sociale, dotandosi degli strumenti per allargare gli orizzonti e l’intensità della lotta. La difesa delle occupazioni e degli spazi che ci siamo conquistati, sta nella capacità di replicarli e diffonderli.
La guerra ai poveri del governo Renzi si sta sempre più delineando come progetto complessivo.
Da un lato l’elemosina degli 80 euro e i ricatti del Job Act, dove il lavoro diviene sempre più sistema di disciplinamento e controllo, come contraltare allo smantellamento di servizi, sanità, istruzione; dall’altro la strada spianata ad ogni tipo di speculazione finanziaria ed edilizia, filone in cui si inserisce anche il nuovo decreto “Sblocca-Italia”, teso a rilanciare l’edilizia privata tramite l’abbattimento dei vincoli, secondo un modello di privatizzazione dei profitti e socializzazione delle perdite, già ampiamente rodato nel sistema delle grandi opere.
Nei territori, nuovamente, la resistenza a questi processi di saccheggio può dare preziosi input per la nascita di esperienze conflittuali; nella prospettiva di rilanciare la lotta su nuove forme di sciopero sociale, sarà necessario individuare ed indicare i punti di maggior accumulazione di profitto.
Anche per questo intavolare un discorso politico sulla questione del reddito non può prescindere dall’affrontare i nodi della rendita sui quali agire, lavorando per costruire rapporti di forza adeguati ed efficaci; non basta quindi richiedere una generica redistribuzione di reddito e risorse, occorre disporsi come elemento di incompatibilità e provare a sabotare i meccanismi di esproprio e saccheggio capitalistico. La lotta per la casa è certamente in questo momento il picco più avanzato delle lotte per il reddito perché pone immediatamente queste questioni, ed a partire da un bisogno reale: strappare profitto alla controparte sotto forma di patrimonio immobiliare, effettuare una redistribuzione basata sui criteri della lotta.

Il 6 e 7 settembre a Pisa, presso lo spazio antagonista Newroz, si terranno due giorni di assemblea della rete ABITARE NELLA CRISI dove approfondire la discussione e condividere strumenti e proposte per un autunno ed un altro anno di lotta, a partire dalla settimana di mobilitazione europea per il diritto all’abitare “Stop evictions – take the city”,che vedrà il 16 ottobre come giornata in cui iniziare a sperimentare le ipotesi di sciopero sociale metropolitano e la giornata del 18 la costruzione di decine di cortei e manifestazioni che rilancino e connettano le lotte dei territori resistenti in italia e in europa.

Abitare nella Crisi

> L’appello transnazionale

Siamo attivisti e movimenti dell’area europea e mediterranea, riunitisi a Milano dal 13 al 15 giugno, per costruire una Rete delle lotte per diritto alla casa per tutti e per il diritto alla città. Consapevoli che le situazioni nei rispettivi paesi sono diverse, noi crediamo che la lotta sia la stessa. La classe dirigente sta cercando di dividerci, costruendo muri tra il Sud ed il Nord, tra l’Est e l’Ovest dell’Europa, tra i paesi della UE e quelli fuori dall’UE, tra nativi e migranti, tra persone cosiddette illegali e quelle cosiddette legali. Noi crediamo che la base di ogni movimento sia transnazionale e l’unica differenza di cui ci preoccupiamo è quella tra l’1% dei potenti neoliberisti ed il 99% degli oppressi. Loro ci vogliono separati, ma ci troveranno uniti.
I governi europei e l’”austerità” propugnata dalle istituzioni finanziarie tagliano diritti e welfare, eliminando ogni possibilità di decidere il nostro futuro e qualsiasi accesso alle risorse. Con la crisi del neoliberismo abbiamo perso libertà e reddito, ma il neoliberismo si è imposto con forza ancora maggiore nella nostra stessa vita. Per sconfiggere questo attacco contro le nostre vite dobbiamo lottare per noi stessi e per tutti, all’interno di movimenti sociali inclusivi ed a livello transnazionale. Il nuovo insorgere del nazionalismo reazionario sfrutta il malcontento della gente colpita dal disagio della crisi, manipolando il risentimento verso la Banca Centrale Europea e verso le istituzioni tecnocratiche dell’Unione Europea. Noi rifiutiamo e respingiamo l’autoritarismo, il fascismo, il razzismo, il sessismo e ed ogni altro genere di discriminazione e di soppressione dei diritti: “Il passato è un futuro di merda”. L’emergenza abitativa cresce massiccia di giorno in giorno in tutto il mondo. Ogni grande evento, ogni grande opera pubblica inutile crea nuove possibilità per la Rendita immobiliare di annullare l’ambiente urbano, al fine di costruirne un nuovo e più sfruttabile, senza tenere alcun conto delle conseguenze per le persone. Alcuni aspetti di questo processo globale interessano tutta l’area europea: non solo i più poveri e i senza tetto sono coinvolti, ma anche coloro che hanno acceso un mutuo, le persone che non possono più restituire le somme prestate. La speculazione arricchisce le istituzioni finanziarie e il mercato immobiliare ogni giorno di più, devastando i territori e sfruttando l’ambiente rurale e quello urbano. Lasciano case ed edifici vuoti, mentre milioni di persone sono senza un tetto e sfruttano l’emergenza per ottenere nuovi profitti attraverso le imprese di costruzione (attraverso il cosiddetto programma di Social Housing, per esempio). Essi costruiscono sempre di più per espandere un business che genera profitto per i soliti pochi. La lotta in città e nella metropoli per l’autodeterminazione dei territori e per politiche urbane giuste ed eque è dunque, oggi, una questione fondamentale. Abbiamo iniziato con i picchetti antisfratto ma non vogliamo limitarci alla difesa. Cerchiamo soluzioni per le nostre esigenze e risposte ai nostri desideri. Abbiamo conquistato nuovi spazi di resistenza ed abbiamo guadagnato l’iniziativa dilagando ovunque. Noi non chiediamo solo politiche pubbliche: vogliamo cambiare le nostre città dal basso attraverso il conflitto sociale, il mutuo soccorso e l’accesso diretto alle risorse. Non abbiamo bisogno solo di case, ma anche di reddito, trasporti gratuiti, assistenza sanitaria, istruzione gratuita, servizi pubblici.

Lottiamo per la trasformazione dei nostri quartieri e delle nostre città in territori resistenti dove la solidarietà rende possibile un nuovo mondo e un nuovo modo di vivere la metropoli. Agiamo per nostro conto e facciamo affidamento sulla nostra forza politica, non sulle promesse dei ‘politici’. Occupiamo edifici e case vuote, al fine di costruire esperienze di solidarietà all’interno di una società basata sul mutuo soccorso. Denunciamo le istituzioni della rendita immobiliare e le banche attraverso manifestazioni e campagne di comunicazione. Riprendiamo lo spazio pubblico, attiviamo e miglioriamo le reti di lotta.
Nel corso di questo incontro abbiamo deciso di proporre, attraverso un invito aperto a ogni movimento ed a tutti gli attivisti, di unirsi a noi in queste due campagne:

1) Campagna europea contro lo sfratto. Proponiamo di utilizzare un logo comune e un nome comune per questa campagna: Stop Eviction – Take the city. Tutti possono partecipare a questa campagna, organizzando la resistenza contro gli sfratti nelle loro città.

2) Settimana transnazionale di azioni contro banche e contro la rendita immobiliare per il diritto alla casa per tutti e per il diritto alla città. Nella settimana dal 13 ottobre al 19 Ottobre, con una giornata dedicata ad una manifestazione il 18 ottobre, organizzeremo manifestazioni, azioni dirette e comunicative, segnalazione e occupazione delle case vuote. Decentrate lo spazio, sincronizzate il tempo! Diffondete mediaticamente le vostre azioni e assemblee.

Invitiamo tutti, collettivi, reti, centri sociali, ovunque in tutta l’Europa e nel bacino del Mediterraneo e oltre, a entrare nella rete ed a prendere parte alla settimana di azione nella propria area. Organizzeremo conferenze regolarmente (primo appuntamento alle Giornate Squatting di Amburgo) Sosteniamo idealmente tutte le mobilitazioni transnazionali, nazionali, locali contro la rendita immobiliare e la speculazione finanziaria, per il diritto alla casa e per l’auto-determinazione dei diversi territori.

Esprimiamo tutta la solidarietà ai Movimenti sociali che ora subiscono la repressione in Brasile e denunciano il lato oscuro della Coppa del Mondo FIFA: gli sfratti, la corruzione, la gentrification. Noi abbracciamo con affetto e rabbia i compagni turchi che piangono un altro giovane ucciso dalla polizia di Erdogan.

Living in the crisis – #housingeuromeet