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Una giornata di sciopero ai cancelli della Fiera

I 123 dipendenti in esubero hanno incrociato le braccia per tutta la giornata e gli espositori hanno trovato l’ingresso chiuso. Usb: “Noi siamo in sciopero e non possiamo aprire. Ma nessuno dell’azienda e’ venuto a farlo”.

16 Settembre 2016 - 20:38

Sciopero fiera - © Michele LapiniRiparte la mobilitazione ai cancelli della fiera per i lavoratori dichiarati in esubero nel mese di luglio. La protesta è iniziata nelle prime ore della mattinata quando i dipendenti hanno incrociato le braccia all’ingresso dei padiglioni. L’iniziativa di protesta, che ha portato alla chiusura dell’accesso ai padiglioni, ha portato non poche difficoltà alla società fieristica che aspettava l’allestimento di una nuova esposizione. Ma come in più occasioni hanno tenuto a precisare dal presidio: “Noi siamo in sciopero e non possiamo aprire. Ma nessuno dell’azienda è venuto ad aprire i cancelli”. Un’iniziativa che ha dimostrato con forza l’importanza del lavoro di queste persone per il buon funzionamento della fiera.

Durante la giornata il sindacato di base Usb ha così argomentato lo sciopero: “Le dichiarazioni di Boni circa la possibilità di procedere alla esternalizzazione dei 123 lavoratori per i quali pende sulla testa la procedura di mobilità, a poche ore da un tavolo sindacale che sembrava aver sgomberato il campo da questa ipotesi, non lascia spazio a mediazioni, abboccamenti e fughe in avanti. Il presidente o ci è o ci fa: Boni aveva ‘sgonfiato’ la procedura di mobilità e le ipotesi di esternalizzazioni ad essa legate annunciando anche un bilancio semestrale della Fiera in attivo, con previsione di tenuta positiva per il secondo semestre. Mentre a Piacenza si muore per reclamare diritti e dignità sul luogo di lavoro, a Bologna il presidente Boni pensa di poter prendere in giro i lavoratori con delle giravolte che chiudono subito ogni possibilità di avviare una interlocuzione seria sul piano industriale di Bologna Fiere”.

Dopo la chiusura di Boni il sindacato torna a sottolineare: “La schizofrenia dirigenziale per la quale un giorno ‘si possono trovare soluzioni alternative’ al presunto esubero di lavoratori, e quello successivo ‘bisogna allinearsi con il costo del lavoro delle altre fiere’ non troverà nessuna disponibilità all’ascolto da parte di Usb”.

La mobilitazione è proseguita per tutta la giornata, nonostante la pioggia, fino all’incontro del consiglio di amministrazione della società nel pomeriggio. “Chiediamo l’immediata riconvocazione del tavolo di trattativa, inizialmente programmato per il 18 di ottobre. Riteniamo che l’affidabilità della dirigenza di Bologna Fiere rappresenti un problema per i soci pubblici e privati che si apprestano alla discussione sullo statuto della Fiera e ad investimenti di denaro pubblico per milioni di euro” è stato il commento di Usb.

E rivolgendosi al presidente della società lo stesso sindacato ha dichiarato: “Respingiamo al mittente la disponibilità di Boni a rimanere oltre la scadenza del suo mandato, per completare evidentemente non sa neanche lui quale programma, data la incoerenza delle sue posizioni a giorni alterni. Si dimetta piuttosto: solo ristabilendo un clima di serietà si può affrontare un piano industriale e di riorganizzazione della fiera che dia rilancio al quartiere ed al lavoro”.