Acabnews Bologna

“Un uomo del fare, sempre contro il potere in ogni sua forma”

Riceviamo dai Cobas e pubblichiamo un ricordo di Sandro Palmi, scomparso nei giorni scorsi: “Fonte inesauribile di proposte e iniziative, anche molto al di là del campo strettamente sindacale. Non gli stava bene il mondo come era e si impegnava per renderlo più equo e giusto”.

28 Novembre 2024 - 17:47

di Cobas Bologna

Ciao Sandro

Ringraziamo le persone che hanno partecipato con la loro presenza, coi messaggi e con le parole. Ci sono giunte tante e forti manifestazioni di calore e affetto. Condividiamo quindi il racconto che abbiamo fatto per ricordare Sandro.

Se è vero che ogni persona può avere varie vite, Sandro ne ha avute davvero tante. Dagli anni ’70 a oggi ha attraversato tutte le più importanti esperienze politiche del nostro paese e non solo. Dalla militanza in Lotta Continua al Settantasette, dalle case occupate al coordinamento dei precari della Fiera di Bologna, dalla cooperazione internazionale in Nicaragua fino a Genova e alla stagione dei social forum. Insegnante di chimica preparatissimo e premuroso, alla fine degli anni Novanta, di ritorno dal Centroamerica, entra a far parte dei Cobas e ne diventa in breve tempo uno dei principali esponenti a livello locale, nazionale e internazionale.

Per la sede bolognese era un faro, il punto di riferimento a cui rivolgersi per qualsiasi tipo di problema, relativo alla scuola e ad ogni altro ambito lavorativo. Non è difficile immaginare il vuoto che lascia e al tempo stesso è impossibile quantificarlo. È doloroso pensare di non poter dire… “aspetta un attimo, vediamo che dice Sandro”, perché Sandro c’era, su di lui potevi contare sempre.

Ma è sul “pieno” che vogliamo soffermarci, sull’immenso patrimonio di esperienza, consigli e insegnamenti che ha voluto condividere e che continueremo a portare con noi come una bussola.

Ha sempre contrastato il potere in ogni sua forma, con tenacia, determinazione e irriverenza, mosso da un’avversione innata verso l’arroganza e la protervia di capi, capetti, dirigenti e padroni. Si amareggiava profondamente nei confronti dei licenziamenti e delle sanzioni disciplinari, era sempre al fianco di chi li subiva e viveva con grande gioia ogni piccola vittoria. Anche per questo ha ideato la campagna Bastastress, per affrontare collettivamente le pesanti conseguenze dei soprusi e degli atteggiamenti prevaricatori.

Sandro non le mandava a dire e sapeva essere spigoloso, ma era estremamente disponibile e accogliente con chiunque avesse bisogno di una consulenza sindacale o di un aiuto in ambito lavorativo, soprattutto con chi era alle prime esperienze. Il suo approccio alla politica non è mai stato ideologico né dogmatico, ma pragmatico e radicale. Il suo sguardo era sempre volto a tracciare percorsi collettivi condivisi, valorizzando il contributo delle singole parti e rifiutando le pratiche egemoniche. Con questo spirito era sempre pronto a partecipare attivamente ai percorsi di movimento, negli ultimi anni soprattutto nel campo ambientalista in cui, oltre all’esperienza politica, ha condiviso con passione tutte le sue ampie competenze scientifiche.

Sandro era un uomo del fare, continuamente attivo nel costruire, riparare e ristrutturare i luoghi politici che attraversava, dalle case occupate agli spazi di movimento, dalla sede dei Cobas ai suoi spazi privati che trasformava in spazi di comunità.

Sandro era un uomo del fare anche politicamente, fonte inesauribile di proposte e iniziative, anche molto al di là del campo strettamente sindacale. Non gli stava bene il mondo come era e si impegnava per renderlo più equo e giusto.

Sandro era un uomo del fare, anche perché sappiamo quanto fosse importante e non scontata per lui la costruzione del gruppo, nella consapevolezza che solo la qualità delle relazioni misura il senso di un percorso politico. È stato capace di mettersi in discussione, come compagno e come uomo, all’interno delle relazioni politiche e personali e come militante “storico”, dando un esempio di come si possa fare una politica bella, fuori da verticismi e leaderismi.

Era sempre felice di vedere nuove persone coinvolte nella militanza e nel prendersi nuove responsabilità. Gli ridevano gli occhi quando vedeva quattro generazioni di insegnanti, da chi era già in pensione a giovani precariə, confrontarsi in un corso di autoformazione in sede. E questa è la sua e la nostra eredità.