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Un socio Biagetti: mia moglie “raggirata da Casapound”

Stipulando il contratto d’affitto della sede con l’associazione “Sole e acciaio”, la locatrice ignorava che si trattasse dei neofascisti, ma sarebbe bastata una rapida ricerca su internet. L’appello: “evitare manifestazione” davanti al negozio.

09 Aprile 2013 - 11:22

“Mia moglie è proprietaria del locale in via Malvolta 16, ed è stata vittima di un raggiro: al momento della stipula del contratto chi firmava era una associazione di promozione sociale, denominata Sole e Acciaio, della quale non si aveva nessuna notizia della relazione con Casapound”. A scrivere a Zeroincondotta è Gianni Rimondini, si dichiara socio della Ditta Biagetti, a cui un le realtà autogestionarie che si ritrovano sotto la sigla di “Bologna antifascista” contestano di aver affittato ai neofascisti la loro sede attuale, promuovendo il boicottaggio della società e annunciando un presidio per sabato prossimo. Mobilitazione che arriva dopo mesi di appelli pubblici, e una manifestazione partecipata da un migliaio di persone, a cui tanto la proprietà quanto le istituzioni non hanno finora saputo dare risposta.

A riprova di quanto afferma, Rimondini allega una scansione, con qualche omissis, del contratto di locazione. Come rappresentate di “Sole e acciaio” spicca tuttavia il nome di Carlo Marconcini, ovvero il responsabile provinciale di Casapound. Dovendo affittare a un’associazione, dal nome peraltro abbastanza tetro, stupisce che nessuno abbia pensato a dedicare pochi secondi a una rapida ricerca di questo nome e cognome su un motore di ricerca, grazie alla quale sarebbe risultato subito chiara la natura dell’associazione e del suo rappresentante (vedi immagine a fianco).

Del resto non c’è da meravigliarsi. Da quando esiste, la strategia di Casapound per ottenere agibilità è quella di nascondersi, mistificarsi dietro il nome di associazioni di comodo, per poi uscire allo scoperto quando conviene loro.

“Non esiste nessun appiglio legale per sfrattare i conduttori”, continua Rimondini: i neofascisti “rispettano tutti i termini contrattuali” e, “pur consapevoli di creare problemi sia alla proprietaria che a tutto il vicinato, non ne vogliono sapere di andarsene”. Assicura inoltre che “la ditta Biagetti è estranea a quanto riportato sull’articolo”, si dissocia “categoricamente” dalle idee di Casapound, e fa appello a “evitare una inutile manifestazione che sabato prossimo è stata organizzata” davanti al negozio.