Anche in città si manifesterà nella data promossa dal Transnational Social Strike. Il Coordinamento Migranti dà appuntamento alle 17 al Nettuno; mercoledì alle 20.30 assemblea cittadina all’ex Masini promossa da Tpo e Làbas.
Primo marzo dei e delle migranti a Bologna! 24h senza di noi
Ore 17, Piazza Nettuno, Bologna
Contro il razzismo del governo e dell’Europa, contro i confini e la precarizzazione, invitiamo migranti, rifugiati, lavoratori e lavoratrici precarie, operai a manifestare insieme il primo marzo dalle ore 17 in piazza del Nettuno, a Bologna.
La giornata del primo marzo, lanciata dalla piattaforma dello sciopero sociale transnazionale, vedrà scendere in piazza diverse città in tutta Europa con lo slogan “24h senza di noi”: dalla Polonia alla Francia, dalla Germania alla Svezia, dal Regno Unito all’Italia, fino ai paesi lungo la rotta dei Balcani. Saremo in piazza anche a Bologna per iniziare a riprenderci l’idea dello sciopero migrante ed estenderla ad altre figure sociali che stanno subendo oggi l’austerità e il regime dei confini, perché solo creando un fronte sociale ampio possiamo avere la forza di combattere per i nostri diritti.
Il primo marzo in tutta Europa e in molte altre città italiane (Roma, Milano, Bari…) saranno «24 ore senza di noi» di scioperi e manifestazioni coordinate per dimostrare la nostra forza e aprire una comunicazione reale contro i confini e la precarizzazione: una giornata per rivendicare un salario minimo europeo, un reddito e welfare europei, un permesso di soggiorno europeo indipendente dal contratto di lavoro e dal reddito. «24 ore senza di noi» per un Primo Marzo che si inserisce in una giornata transnazionale di scioperi e manifestazioni per combattere chi sfrutta il lavoro migrante, precario e operaio!
Contro lo stato d’emergenza permanente che vige oggi in Europa, diciamo chiaramente che il regime dei confini non è solo un problema dei migranti, ma colpisce tutti noi. Attraverso la mobilità, i migranti rifiutano sia la guerra sia lo sfruttamento, e sfidano le misure di austerity, la precarizzazione e il razzismo istituzionale. Le istituzioni europee stanno cercando di controllare questa mobilità con il solo scopo di ottimizzare i profitti: abbassando i salari, cancellando i diritti sociali e sul lavoro, colpendo la possibilità di tutti di organizzarsi contro lo sfruttamento. Anche la distinzione tra migranti economici, rifugiati legittimi e illegittimi è uno strumento potente usato per produrre frammentazione e indebolire la solidarietà. Oggi tutti coloro che vivono in Europa stanno facendo esperienza di ciò che il lavoro migrante significa: la cittadinanza non garantisce più diritti sociali, avere un lavoro non garantisce più un salario decente, il lavoro non garantisce una vita migliore, i migranti interni sono trattati come “turisti del welfare.
Se vogliamo porre fine a questo stato di emergenza, dobbiamo trasformare anche l’incredibile solidarietà sollevata dai movimenti dei migranti in tutta Europa negli ultimi mesi in connessioni politiche concrete tra diverse condizioni di lavoro; dobbiamo riconoscere che le politiche di accoglienza riguardano la casa, i salari e il reddito di tutti i lavoratori. Se vogliamo combattere l’austerità dobbiamo stabilire forti canali di comunicazione tra tutti coloro che lavorano lungo le stesse catene dello sfruttamento con diverse condizioni salariali, e costruire la possibilità di colpire la produzione dei profitti. Se vogliamo opporci a ogni nazionalismo e politica di estrema destra, allora dobbiamo riconoscere che il lavoro migrante è una questione politicamente centrale che riguarda tutti.
Il primo passo in questa direzione è di essere ora dalla parte dei migranti per combattere le divisioni nei luoghi di lavoro e contro quelle leggi che, in tutta Europa, rafforzano questo sfruttamento e indeboliscono tutti noi.
Per queste ragioni chiamiamo migranti, rifugiati, lavoratori e lavoratrici precarie, operai a manifestare insieme il primo marzo dalle ore 17 in piazza del Nettuno, a Bologna.
Coordinamento migranti
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Primo marzo, la nostra dignità contro i vostri muri!
Assemblea cittadina mercoledì 17 febbraio, ore 20.30
Labas Occupato, via Orfeo 46 Bologna
Da mesi uomini e donne, bambini e anziani, cercano di raggiungere l’Europa per trovare un futuro lontano da guerre e fame. In Italia come altrove, lungo le frontiere e nelle città, i cittadini si organizzano per sostenere i migranti e per esprimere la propria solidarietà verso chi affronta viaggi sempre più pericolosi (e costosi). Con la loro politica di esclusione, i Governi dei paesi europei ci stanno invece portando a una pericolosa deriva, quella dell’indifferenza, dell’egoismo, della disumanità.
Non solo ci vogliono indifferenti ai minori dispersi, alle donne oggetto di violenze indicibili, ai morti nell’Egeo e nel Mediterraneo, ma ci pretendono loro complici nelle politiche che bloccano e colpevolizzano chi rifiuta un destino di miseria per sé e per i propri figli. Svezia e Olanda hanno annunciato deportazioni di massa per i migranti a cui è rifiutato l’asilo, dimenticando che questa pratica è stata introdotta nel periodo più buio della storia europea; allo stesso tempo i primi ministri chiedono a dittatori e carnefici di occuparsi delle vittime di guerre e persecuzioni.
Non è questa l’Europa che vogliamo!
Attorno alle politiche di accoglienza e immigrazione si gioca dunque una partita più grande, che riguarda il futuro dell’Europa in cui viviamo. Il governo danese, ad esempio, da poco ha varato una legge per sottrarre ai richiedenti asilo i loro pochi averi, prospettando la medesima soluzione per tutti i cittadini con reddito basso. Allo stesso tempo, sempre più Stati decidono di sospendere Schengen anche per i cittadini dell’Unione, mentre ovunque i servizi di welfare vengono cancellati, vincolati al reddito, legati alla posizione di lavoro. Un lavoro che per la maggioranza è sottopagato, precario, sfruttato, in cui tutti noi conosciamo il costante ricatto del licenziamento, della messa in mobilità, della disoccupazione permanente, nella paura di essere condannati alla marginalità. Proliferano ostacoli ai nostri diritti, nuove frontiere amministrative per confinare nell’illegalità, attraverso procedure vessatorie come quella di collegare il permesso di soggiorno ai contratti della casa, chi vive in condizioni di fragilità e si trova a fare i conti con la precarietà abitativa.
Non è questa la nostra Europa!
Pochi mesi fa abbiamo dato vita ad Accoglienza Degna, un progetto collettivo e autogestito per contrastare insieme gli effetti di queste politiche violente e crudeli.
Oggi crediamo sia il momento di far sentire la voce di tutti coloro che come noi rifiutano i muri e i fili spinati, di chi come noi non è rassegnato ad un futuro di razzismo, sfruttamento, precarietà, ingiustizia e disuguaglianza.
In questo presente sfruttato dagli speculatori della paura e dell’odio, dalle forze politiche che incitano alla guerra tra poveri, dobbiamo far sentire la voce di chi come noi costruisce ogni giorno un pezzetto di una società più giusta, più includente, più umana, più uguale.
Martedì primo marzo è la giornata in cui vogliamo fare sentire questa voce!
E’ la voce della dignità, è la voce di chi accoglie, di chi è migrante, di chi si mobilita, di chi si indigna, di chi occupa, di chi insegna, di chi cura, di chi si organizza, di chi lotta, di chi resiste alla crisi, di chi si unisce…
Il primo marzo le reti italiane ed europee dello Sciopero Sociale e del Transnational Social Strike manifesteranno per i diritti, contro il razzismo e lo sfruttamento, in una data che da anni esprime il rifiuto di ogni politica razzista e xenofoba, di ogni sfruttamento e speculazione.
Invitiamo tutte e tutti ad una assemblea cittadina – mercoledì 17 febbraio ore 20.30 a Labas Occupato – per costruire insieme una grande giornata di iniziativa!
cs Tpo
Làbas