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“Un palazzo di cinque piani al posto della Vivaia”

Lo denuncia un’associazione a un anno dal secondo sgombero dell’occupazione transfemminista e queer, quando il Comune assicurava che l’area fosse destinata a “un giardino pubblico”.

04 Maggio 2025 - 16:36

L’ex vivaio Gabrielli, nell’aria verde a un passo dal cimitero della Cartosa, destinato a essere abbattuto e sostituito da un palazzo di cinque piani con appartamenti e autorimesse. È quanto denuncia l’associazione Viviamo Bologna, erede del comitato “Salviamo il Cierrebi”.

L’attuale struttura  è stata un’occupazione transfemminista e queer, con il nome di Vivaia Tfq, per 52 giorni nella primavera 2023. Sgomberata una prima volta, è stata rioccupata un anno fa, il 3 maggio 2024. “L’intera area verrà destinata alla costruzione di un parcheggio all’interno del progetto di riqualificazione per l’ammodernamento dello stadio Renato Dall’ara”, denunciava il collettivo in quei giorni, ma il Comune negava: “Quanto sostenuto dagli occupanti dell’ex vivaio di via della Certosa è privo di alcun fondamento. Non è prevista la realizzazione di alcun parcheggio legato alla riqualificazione dello stadio Dall’Ara, al posto del vivaio, un’ipotesi ormai superata da diversi anni.  La destinazione di quello spazio, che ad oggi è di proprietà di un privato, sarà quella di un giardino pubblico aperto alla cittadinanza”. Poi un nuovo sgombero, dopo solo tre giorno.

Secondo Viviamo bologna, dunque, Palazzo d’Accursio starebbe preparando un netto dietrofront, con l’intenzione di edificare quello che definiscono “un ecomostro“. L’operazione, a detta dell’associazione, non rispetterebbe “il vincolo cimiteriale di inedificabilità assoluta” posto sull’area, che consente un aumento volumetrico massimo del 10%. Per questo, l’intervento dovrebbe “essere obbligatoriamente sottoposto all’esame del Consiglio comunale per l’approvazione di una specifica deroga motivata dalla pubblica utilità dell’intervento” ma “ciò non è avvenuto, avendo fatto riferimento erroneamente solo agli strumenti edilizi per le industrie insalubri e non al vincolo cimiteriale in vigore”.