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Un dossier sui Prati di Caprara: “Lì si gioca il futuro di Bologna come città ecologica”

Il documento, presentato dal comitato Rigenerazione No Speculazione e inviato alle istituzioni, è stato realizzato con il contributo di oltre 20 esperti tra botanici, faunisti, chimici e meteorologi, sociologi, geografi, urbanisti: conteggiate, ad esempio, 200 specie di flora e 61 di uccelli.

30 Giugno 2020 - 15:56

Ieri il comitato Rigenerazione No Speculazione ha presentato pubblicamente un “dossier tecnico scientifico” sui Prati di Caprara, “che raccoglie tutto quello che abbiamo scoperto sul bosco urbano grazie a un gruppo di oltre 20 esperti che ci hanno supportato. Il dossier è ora stato inviato alle principali istituzioni che hanno il potere di decidere, indirizzare”. In base ai dati inseriti nel dossier (realizzato con il contributo di botanici, faunisti, chimici e meteorologi, sociologi, geografi, urbanisti) i Prati di Caprara nei loro 27 ettari di territorio contano 200 specie di flora, 61 specie di uccelli, molti dei quali (rapaci notturni, l’usignolo, il pettirosso, il falco pelligrino) non presenti nelle aree verdi urbane convenzionali, 40 farfalle, sette specie di rettili e anfibi (compreso, probabilmente il tritone, specie di interesse comunitario), almeno 60 specie di funghi. Il lavoro a favore della qualità dell’aria parla di 720 chili di NO2 assorbiti all’anno, con una vegetazione che è in grado di catturare da 900 a 1800 chili di polveri sottili e di assorbire tra le 90 e le 260 le tonnellate di CO2 all’anno). Mentre sulla regolazione del calore, il dossier riporta dieci grandi un meno nei periodi più caldi rispetto al Ravone, quattro in meno rispetto ai viali. “Crediamo che sul bosco urbano si giocherà la partita del prossimo sindaco”, dice il comitato: “Ci aspettiamo che anche i candidati prendano posizioni più chiare e meno ambigue sul futuro di questa area. Bologna dice di voler essere protagonista di sfida ecologica: bene, ha la fortuna di avere una foresta urbana. A Parigi la sindaca Anne Hidalgo”, appena riconfermata, “propone quattro foreste urbane, Bologna ne ha una e dovrebbe solo valorizzarla”. Intanto “Invimit ha dato un incarico a un architetto per il progetto, solo che sono i ritardo: se non presentano il piano urbanistico attuativo entro la fine dell’anno perderanno i diritti fissati dal Poc, che scade a giugno del prossimo anno”, continua il comitato. “Su queste aree si gioca il futuro di Bologna come città ecologica: l’istruttoria pubblica si è conclusa con un passo timido a tutela bosco. C’è un tavolo tra Invimit e Comune con l’obiettivo di rivedere queste previsioni ma non esiste nessun rendiconto pubblico, mentre si avvicina scadenza del Poc”.