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Un dossier su via del Milliario: “Chiude un dormitorio, non l’emergenza”

L’associazione interculturale Universo getta una luce sulla situazione di incertezza in cui vivono i profughi collocati nella struttura: “Istituzioni immobili”. Ieri, intanto, è riesplosa la rabbia dei nigeriani dei Prati di Caprara.

17 Gennaio 2013 - 09:49

“La chiusura del dormitorio. Ma non quella della ’emergenza'”. Si intitola così il dossier [qui la versione completa: pdf] realizzato dall’associazione interculturale Universo per “dare una panoramica sulla gestione della struttura” di via del Milliario 28, “sul fallimento istituzionale e sulle condizioni precarie di chi viene ‘accolto’ nel nostro territorio”. E’ uno dei luoghi che, a Bologna, la Protezione Civile ha trasformato in dormitorio per far fronte alla cosiddetta “Emergenza nord Africa”. Una sistemazione “spartana e provvisoria, senz’altro- spiega Universo- ma inizialmente essa avrebbe dovuto restare aperta solo per quattro mesi, come ci raccontano gli operatori. L’ex magazzino di via del Milliario si aggiunge alle strutture d’accoglienza del centro diurno Beltrame, a quello allestito nella dependance di Villa Aldini e all’ex caserma dell’area dei Prati di Caprara”.

Gli operatori e la coordinatrice “che hanno lavorato al Milliario durante quest’ultimo anno e mezzo hanno inizialmente messo in piedi un’equipe improvvisata senza saper bene cosa venisse loro chiesto di fare”, continua il dossier, ma ad oggi il problema più pressante è che “dal 31 dicembre 2012 i fondi stanziati dallo Stato italiano per gestire e accogliere il flusso dei migranti dell’Emergenza Nord Africa sono infatti ufficialmente esauriti. Dal 1° gennaio 2013 le strutture verranno gestite da Regioni e Comuni, con l’obiettivo di attuare un piano di accompagnamento di due mesi fino a marzo 2013. Quello che non risulta chiaramente definito è cosa si intenda per ‘piano d’accompagnamento’. Si teme infatti che questo non sia che un modo per temporeggiare e prolungare lo stallo dei migranti nelle strutture, rinnovando permessi e fondi di mese in mese o anche di settimana in settimana, fino alla fine dell’Emergenza Freddo, che scadrà appunto il 31 marzo. Con la fine della stessa, infatti, la posizione degli utenti del dormitorio sarebbe ancora più ambigua di com’è adesso, non potendo nemmeno rientrare nel piano d’accoglienza invernale. Questo dossier, nelle pagine che leggerete, riporta fedelmente le parole dei migranti del dormitorio Milliario riguardo l’accoglienza nella struttura, le attività svolte e la gestione della stessa”.

Come volontari dell’associazione Universo “desideriamo che le circostanze di incertezza e insicurezza in cui i ragazzi si trovano vengano rese note, ma soprattutto desideriamo denunciare l’immobilità delle azioni delle istituzioni nei loro confronti e l’assenza di un piano di accoglienza e integrazione concreto e a lungo termine”.

Ieri, intanto, è riesplosa la rabbia dei profughi che attualmente vivono ai Prati di Caprara. Nella mattinata, infatti, come racconta Melting Pot pubblicando anche alcuni video della protesta, “i 130 migranti nigeriani alloggiati da mesi in uno stabile fatiscente gestito dalla Croce Rossa nell’ambito della cosiddetta Emergenza ENA sono saliti nell’ufficio della Croce Rossa Italiana (CRI) presso i Prati di Caprara per protestare con il responsabile della struttura chiedendogli conto della promessa di interpellare la prefettura per il rilascio del titolo di viaggio, documento equipollente al passaporto necessario per poter godere della libertà di circolazione nell’area europea.

Esasperati dai continui rinvii e dalle risposte vaghe ed inconsistenti ricevute dal Sindaco Merola e dall’Assessore regionale Marzocchi, i migranti hanno chiesto l’intervento delle Forze dell’Ordine per denunciare lo stato di abbandono in cui si trovano da 20 mesi, chiedendo loro di far rispettare alla CRI gli impegni presi con la stipula della convenzione per la strttura di accoglienza”.

Dopo l’intervento degli agenti della Questura è finalmente giunto sul posto il responsabile della CRI, “a lungo irreperibile e solitamente non disponibile ad incontrare i migranti”. Di fronte alle proteste e alle istanze sollevate, il responsabile “ha declinato ogni responsabilità; è stata allora formata una ristretta delegazione che si è recata in Prefettura dove hanno incontrato un funzionario facente funzioni di vice-prefetto, a acui è stato chiesto di provvedere al rilascio dei titoli di viaggio e all’erogazione di un contributo di uscita idoneo a sostenere le spese per una sistemazione alloggiativa dopo il 28 febbraio.

Il funzionario della Prefettura ha dichiarato di che si attiverà presso la Questura per il rilascio del titolo di soggiorno, promettendo che entro la fine della prossima settima i migranti sarebbero stati convocati per la consegna. ‘Un impegno che deve trasformarsi in realtà’, dicono i migranti, ‘altrimenti continueremo la mobilitazione e torneremo in Prefettura finché non si capirà cosa succede dopo il 28 febbraio'”.