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Un Consiglio balneare per il referendum

Aula fissata al 29 luglio. Articolo 33: “Vergognoso”. I referendari intervengono anche sul rifiuto del governo di aprire dieci sezioni di scuola dell’infanzia in più: “Il Comune faccia ricorso”.

20 Giugno 2013 - 17:48

“Un chiaro intento dilatorio”, è quello del Comune nel fissare al 29 luglio la riunione del Consiglio Comunale sull’esito della consultazione sui fondi alle scuole private dell’infanzia (64% di voti contro il finanziamento, affluenza al 28%).

Lo sostiene il Comitato Articolo 33, che rilancia: “Lo Statuto del Comune dice che il Consiglio deve pronunciarsi sull’esito dei referendum entro tre mesi, e visto che dopo il 29 luglio ci sarà la pausa estiva, allora quel giorno, il 29 luglio, si deve arrivare al voto e non cominciare una discussione che non si sa quando finira’. Altrimenti il Consiglio e’ fuori dalle regole”. E se lo Statuto comunale dice genericamente che l’aula deve pronunciarsi, il regolamento “parla di deliberazione” esplicitamente.

“Secondo le regole che il Comune si è dato – ragiona il Comitato – i consiglieri possono anche votare una delibera che va contro il parere dei cittadini e l’esito del referendum, ma devono votare”. Insomma, “noi abbiamo sempre rispettato le regole, lo devono fare anche loro”.

Articolo 33 interviene anche sulla risposta negativa fornita in Senato dal sottosegretario all’istruzione Toccafondi alla richiesta di alcune forze politiche di aumentare le sezioni di scuola statale dell’infanzia a Bologna, chiedendo che l’amministrazione faccia ricorso: “L’esito inglorioso della richiesta di 10 sezioni di scuola infanzia statale è – aggiungono i referendari- la logica conseguenza della posizione contraddittoria della Giunta comunale: da un lato si sostiene a spada tratta il sistema integrato (e quindi si considerano le scuole dell’infanzia paritarie private equivalenti alle scuole pubbliche); dall’altro si chiede l’intervento dello Stato per aprire sezioni di scuola statale”.