Acabnews Bologna

Un check-point in via Zamboni: ”Ecco l’apartheid a cui sono costretti i palestinesi” [foto+audio]

Poi in serata presidio al Nettuno. I promotori a Zic: “Siamo in piazza a fianco del popolo palestinese per protestare contro i crimini israeliani. Dal 30 marzo più di cento morti” al confine della Striscia di Gaza. Sit-in anche a Imola.

16 Maggio 2018 - 11:43

Ieri era il settantesimo anniversario della fondazione di Israele, un giorno che da allora i Palestinesi chiamano ‘Nakba’, catastrofe. Diverse le iniziative in città e a Imola.

Gli Universitari contro l’apartheid israeliana, con la compagnia teatrale Shebbab met project, hanno dato vita a un significativo flash mob in via Zamboni: “Siamo scesi in piazza – scrivono – per portare la solidarietà al popolo palestinese e per denunciare la complicità delle potenze occidentali di fronte al massacro di un popolo che da settimane sta pacificamente protestando in nome del diritto al ritorno nelle terre da cui sono stati cacciati. Denunciamo la violenta repressione che lo stato israeliano compie tutti i giorni sulla pelle dei palestinesi, privandoli quotidianamente di ogni diritto e che solo ieri ha portato alla morte di più di 50 palestinesi e oltre 2000 feriti lungo la striscia di Gaza. Attraverso la simulazione di un check-point abbiamo voluto mostrare agli studenti ed alle studentesse dell’Università di Bologna uno dei tanti volti del sistema di apartheid in cui è costretto a vivere quotidianamente il popolo palestinese”.

In serata poi si è svolto l’annunciato presidio convocato dal Coordinamento campagna BDS in piazza Nettuno. Spiegano i promotori a Zeroincondotta: “Siamo in piazza a fianco del popolo palestinese per protestare contro i crimini israeliani. Dal 30 marzo, quando sono iniziate le manifestazioni per la grande Marcia del ritorno, sono state uccise più di cento persone, ci sono 12.000 feriti. Israele continua a violare diritti umani e diritto internazionale, continua a occupare le terre dei palestinesi, a imporre loro un regime di colonizzazione e di apartheid. Contro tutto questo oggi protestiamo, a fianco della lotta del popolo palestinese, per la giustizia, l’uguaglianza e la libertà”.

> I promotori ai microfoni di Zic:

 

Tra le realtà che hanno aderito, il Cua: “Siamo in presidio adesso in piazza del Nettuno in solidarietà alle donne, agli uomini e ai bambini palestinesi. L’apertura dell’ambasciata USA a Gerusalemme ha significato decine di morti e migliaia di feriti nella sola giornata di ieri, l’esercito sionista d’Israele è criminale ed assassino!”. Noi restiamo: “Nel 70° anniversario della Nakba, il giorno dopo le incredibili violenze condotte ieri dall’Esercito Israeliano con l’avvallo di Trump e di chi vede la Palestina come uno scacchiere su cui giocare i propri interessi egemonici, Bologna e tante città d’Italia si stanno stringendo attorno alla lotta di un popolo indomito”. Hobo: “Siamo ora in Piazza del Nettuno al presidio in solidarietà al popolo palestinese che in questi giorni sta contestando con determinazione l’inaugurazione dell’ambasciata americana a Gerusalemme. Mentre i governi e le università europee stringono rapporti con il governo sionista di Netanyahu, noi sappiamo da che parte stare! Viva Palestina!”. Làbas e Tpo: “In piazza con i palestinesi e le palestinesi. Contro il massacro di Gaza Bologna risponde!”. Usb: “Non esiste la pace senza giustizia e non esiste la giustizia senza la soddisfazione dei legittimi diritti del popolo palestinese.No al silenzio e all’indifferenza, è necessario opporsi a questa ennesima strage del regime israeliano”.

Presidio anche davanti al Teatro Comunale di Imola, città in cui domani è atteso l’arrivo della dodicesima tappa del Giro d’Italia. Non mancheranno le contestazioni, dato che quest’anno Rcs ha voluto omaggiare l’anniversario dello Stato ebraico stabilendovi, per la prima volta, la partenza della manifestazioone sportiva: “Questo giro d’Italia è complice delle violenze dell’apartheid – scrive Imola antifascista, che ha convocato la manifetsazione di ieri – Se un potente esercito venisse ad occupare il territorio in cui viviamo, fucilandoci, minando le case che abitiamo con dentro i nostri cari, se ai sopravvissuti intimasse di andarsene altrove e si prendesse terra, acqua e case, facendo così per generazioni e generazioni, ci piacerebbe che il resto del mondo non alzasse la testa lottando insieme a noi? Ci piacerebbe che in nome dello sport si mettesse a tacere tutta questa violenza? No, non ci piacerebbe. Non siate complici del Giro d’Italia, trovate il modo di informarvi, informare e mettere i bastoni tra le ruote!”

> Le foto scattate dai nostri inviati in piazza del Nettuno: