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“Un anno senza risposte”, la MALAconsilia chiede spazio

“Non ce ne siamo mai andate e chiediamo a gran voce di dare di nuovo casa ai nostri bisogni e ai nostri desideri, che non ci fermeremo finché la Consultoria studentesca autogestita non avrà di nuovo una casa”. Sempre in Ateneo, intanto, Usb e Cub proclamano lo sciopero aziendale: “Amministrazione sorda, non ci lascia alternative”.

10 Novembre 2021 - 14:48

“Nonostante l’intensa mobilitazione dello scorso autunno, caratterizzata dallo slogan #laMALAconsiliaNONsitocca, l’Università di Bologna ha deciso di non rinnovare il contratto di comodato e chiudere lo spazio di via Filippo Re, dove dall’ottobre del 2019 la MALAconsilia stava regolarmente svolgendo diverse attività laboratoriali e seminariali e lo sportello di mutuo aiuto e mutuo ascolto contro discriminazioni e violenza di genere”. Così La Mala educaciòn, che riapre la vertenza con l’Ateneo (“Ops… we want it again”) con un’azione comunicativa in zona universitaria e diffondendo il seguente appello: “Siamo studentesse e studentu, docenti, ricercatrici e ricercatoru, studiosu, attivistu e militanti, giovani lavoratrici e precariu. Siamo una comunità politica e umana e chiediamo all’Università di Bologna di riaprire la MALAconsilia, la Consultoria Studentesca Autogestita di Bologna, la prima Consultoria all’interno di un Ateneo in Italia. La MALAconsilia è uno spazio politico femminista e transfemminista, una comunità, un luogo aperto e inclusivo, uno spazio di ricerca, dialogo attivo e confronto, produzione di saperi femministi e transfemministi, pratiche di autogestione, lotta e partecipazione. Dal 2017 abbiamo dato vita a numerose iniziative: corsi di autodifesa, laboratori sulla sessualità e sul piacere, autoformazioni, cineforum, dibattiti e autocoscienze. Abbiamo attivato uno sportello autogestito di mutuo aiuto e mutuo ascolto, tra pari, in presenza ma anche online così da rispondere ai bisogni anche durante la pandemia”.

Negli anni lo sportello “è stato ed è tutt’oggi uno spazio che fornisce un sostegno concreto alle studentesse e allu studentu – e non solo – per quanto riguarda la salute sessuale e riproduttiva così come la violenza e le discriminazioni di genere; uno spazio di raccordo, reindirizzamento e informazione, un luogo di condivisione con le molteplici realtà attive sul territorio bolognese: dalla Casa delle donne per non subire violenza – Bologna, al movimento Non Una Di Meno, dal Mit – Movimento Identità Trans all’Associazione Senza Violenza Bologna, dal MoltopiùdiZan – Rivolta Pride! all’organizzazione di persone Lgbt+ sieropositive Plus e tante altre. Nell’aprile 2020, in pieno primo lockdown, il lavoro della MALAconsilia è giunto anche all’interno degli organi di rappresentanza universitaria dove è stata vagliata ed approvata la nostra proposta di modifica del regolamento d’Ateneo per il contrasto alle molestie e alle discriminazioni, costruita proprio a partire dalle esperienze e dal supporto attivo di chi si è rivolta alla Consultoria, con lo scopo di includere la componente studentesca fra i soggetti tutelati e di adeguare la procedura al fine di limitare i rischi per le denuncianti. Solo grazie al lavoro quotidiano della comunità della MALAconsilia, ad oggi, infatti, non ci sono più limiti di tempo per chi vuole denunciare il proprio molestatore o forme di violenza omolesbobitransfobica e discriminazione sessista. Dal 30 novembre 2021, la MALAconsilia non ha più una casa. Dopo lo sfratto in piena seconda ondata pandemica, l’Università non ha rinnovato il contratto di comodato né ha mai dato risposte o soluzioni concrete. Da un anno, un presidio così essenziale per tante e tantu, cerca ancora uno spazio fisico per poter essere punto di riferimento e di supporto. La nostra attività non si è mai arrestata, ma la mancanza stessa di uno spazio mette a rischio quotidianamente la safety delle persone che si rivolgono a noi e la continuità di tutti i percorsi che attiviamo per contrastare la violenza maschile, di genere e dei generi in tutte le sue forme. Il tempo è scaduto. Siamo di nuovo qui, non ce ne siamo mai andate e chiediamo a gran voce di dare di nuovo casa ai nostri bisogni e ai nostri desideri, che non ci fermeremo finché la Consultoria Studentesca Autogestita non avrà di nuovo una casa”.

Sempre in Ateneo, intanto, Cub e Usb fanno sapere di aver proclamato uno sciopero aziendale dopo aver attivato lo stato di agitazione del personale a partire da giugno 2021: “L’approccio negoziale tenuto dalla delegazione di parte pubblica nell’ambito della trattativa per il Contratto integrativo 2021, sia sul piano metodologico, sia dei contenuti, non ci ha lasciato altra scelta. Purtroppo, la parte pubblica non ha mutato atteggiamento, nonostante i passaggi formali innanzi al viceprefetto e nonostante centinaia di colleghi abbiamo sottoscritto una petizione proprio sul tema del Contratto integrativo aziendale, firmato, vogliamo sottolinearlo, dai soli rappresentati confederali Cisl e Uil, senza che la Rsu si sia pronunciata e ancora peggio senza che i lavoratori si siano espressi tramite referendum indetto dalla Rsu. Nel mese di settembre lo stato di agitazione è stato esteso al tema del diritto al lavoro in sicurezza per tutti. Ora, la situazione si è ulteriormente complicata in ragione delle scelte rigide fatte dal Direttore Generale sul versante del rientro e della connessa problematica della gestione della sicurezza del lavoro in presenza. Riportare tutt@ in presenza senza se e senza ma, ha senso? Questo Ateneo, anche con il cambio del Rettore, continua a distinguersi per la propria arretratezza della cultura organizzativa e manageriale, e con convinzione osteggia tutte le forme di lavoro flessibile. Tutti in presenza ‘allegramente’, nonostante lo scenario emergenziale poco rassicurante e l’aumento dei contagi. In altri enti pubblici ed Atenei per garantire sicurezza sul lavoro, nonostante i minacciati diktat del ministro Brunetta, il lavoro agile è diventato realtà in pochi giorni. In Ateneo, tutto è affidato all’applicazione del protocollo Covid-19 e al piano per la vaccinazione vantato dal nuovo Rettore. Intanto però, ci sono i primi casi di contagio… In questo Ateneo qualsiasi proposta innovativa a favore del personale TA non viene accolta. Ve ne riportiamo un breve e poco esaustivo elenco: percentuali di Peo ridicole, Pev invisibili, telelavoro a spot e smartworking ancora in fase di sperimentazione per pochissimi, etc… L’unica prospettiva onorevole e che ribadiamo da tempo è lo sciopero aziendale! Abbiamo in ogni modo cercato di scongiurarlo, ma l’atteggiamento autoreferente di un’amministrazione sorda non ha offerto alternative. Anche il nuovo Rettore in pochi giorni sa già di vecchio. Cub e Usb hanno proposto al magnifico rettore, prof. Giovanni Molari, di fissare un incontro urgente alla presenza delle Rsu tutte. Ma a quanto pare il prof. Molari non sente questa urgenza e ha quindi vagamente indicato una data da destinarsi. Non ci resta che dar seguito allo stato di agitazione: abbiamo indetto lo sciopero aziendale. Pertanto, abbiamo calendarizzato una serie di iniziative, fino allo sciopero aziendale, che siamo disposti a revocare nel caso di riscontri concreti e fattivi, da subito. Lunedì 15 novembre assemblea online degli Rls Cub e Usb con i lavoratori, fuori dall’orario di servizio, dalle ore 13 alle ore 14,30. Martedì 16 novembre presidio con il personale T/A, piazza Scaravilli, dalle ore 8 alle ore 14,15. Giovedì 18 novembre sciopero aziendale, per l’intera giornata di lavoro”.