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Un anno di pandemia, l’allarme di chi lavora nello spettacolo e nella ristorazione

Mobilitazioni in cantiere per entrambi i settori. Professionisti spettacolo e cultura e Adl Cobas: “Aiuti irrosori, settore abbandonato”. Slang Usb: “Difendere il diritto a una vita dignitosa”.

10 Febbraio 2021 - 18:50

“Si sta avvicinando un triste anniversario, quello del blocco totale del settore spettacolo in tutta Italia, il 23 febbraio”, con le prime misure per contenere i contagi di Covid-19. Lo ricordano Professionistə Spettacolo e Cultura – Emilia Romagna e ADL Cobas.

Si legge inoltre: “Fin da subito lavoratrici e lavoratori del comparto si sono unite per reclamare diritti e tutele, cosa che ancora oggi mancano. Difatti la crisi di governo porterà probabilmente a ripartire da zero dove, con molta fatica, si era riusciti ad entrare nei luoghi della politica per parlare non solo di Bonus una tantum, ristori e ristorni, ma di una vera e propria riforma. I (pochi) aiuti arrivati, oltre ad essere irrisori per molte e molti, ora sono bloccati, un decreto ristori nel limbo tra Conte e Draghi, mentre i locali chiudono, le compagnie teatrali si sciolgono e le maestranze sono costrette a trovare un lavoro al di fuori dal settore per vivere. Abbiamo chiesto e chiediamo ancora a gran voce che del futuro dello spettacolo non sia solo il ministero dei beni culturali a parlarne, ma sia anche quello del lavoro e dello sviluppo economico, perchè di lavoro e investimenti vogliamo parlare. Il 23 febbraio vogliamo ritornare nelle piazze Italiane, per ribadire che il settore non può fermarsi e non può essere abbandonato! Per questo invitiamo tutte e tutti ad una assemblea in presenza presso il Tpo (via Casarini 17/4) il 16 Febbraio alle ore 18.30.  Il posto è abbastanza grande per ospitare tuttə, ma ricorda la tua mascherina e di mantenere il distanziamento fisico (no quello sociale!)”.

Un altro settore decisamente in sofferenza è la ristorazione. Scrive Slang-Usb: “Mentre bollette e affitti continuano ad arrivare ciò che si prospetta è un lungo periodo di disoccupazione. Ma a dispetto di ciò che vorrebbero farci credere questa non è una situazione emergenziale; sappiamo che il mondo della ristorazione è fatto di lavoro nero e grigio, retribuzioni non percepite, turni massacranti, buste paga farlocche rispetto al numero di ore lavorate, sottoinquadramento e demansionamento dove i camerieri puliscono i bagni, i cuochi fanno lavoro di cassa e così via..perchè si sa ‘a lavoro non esistono tempi morti, c’è sempre qualcosa da fare!’ Abbiamo lavorato, nonostante fosse chiaro il rischio di contagiarsi e morire e sappiamo che il virus è un nemico violento, ma non cederemo ancora a ricatti. Non vogliamo salvare l’economia del precariato fatta di sfruttamento, ma difendere il diritto ad una vita dignitosa. Crediamo che da questa crisi si possa uscire solo se uniti, ristabilendo le nostre priorità. Per questo chiediamo: una forma di reddito garantito e universale (al di sopra dei 780€ al mese, indicata dall’Istat come soglia di povertà); sblocco immediato delle CIG e CIG al 100%; salario minimo di 10€ lordi l’ora; diritto alla Naspi anche per chi non ha maturato le 32 giornate lavorative nell’anno 2021; applicazione dei ccnl ‘turismo pubblici esercizi, ristorazione collettiva e commerciale, alberghi’; controllo serrato da parte dell’Ispettorato del Lavoro. Per farlo intendiamo mobilitarci: scendere in piazza, andare a bussare alle porte dell’assessorato del Comune di Bologna come a quelle dell’Inps, a quelle dei titolari indecenti nel caso di irregolarità per pretendere ciò che ci spetta. Per farlo crediamo sia fondamentale organizzarci insieme. Invitiamo quindi a contattarci chiunque sia stanco di questa situazione”, al numero 351 971 7104 o sulla pagina Facebook Federazione del Sociale Emilia Romagna