Ieri lo sgombero dei locali di via Larga, con la “resistenza creativa” degli occupanti. La solidarietà di Bartleby: “Togliere spazi a chi ridà loro vita è un atto di mera cecità e prepotenza”.
“E’ stato un anno intenso e pieno di emozioni. Speriamo di poter continuare a realizzare il sogno”. E’ il messaggio dell’associazione Urban Reset, nata per riqualificare lo spazio abbandonato in via Larga trasformandolo nell’Officina Tsunami, dopo lo sgombero arrivato ieri mattina. Come annunciato, gli occupanti hanno dato vita ad una “resistenza creativa”: all’arrivo delle forze dell’ordine, infatti, hanno risposto con varie performance artistiche. L’esperienza di Tsunami “rimarrà nella memoria e cuore di tante persone”, scrive l’associazione su Facebook, ringraziando “chi ci é stato sempre vicino nonostante la nostra atipicità”.
All’Officina Tsunami, intanto, arriva la solidarietà di un’altra realtà cittadina sotto minaccia di sgombero, Bartleby: “Ecco, si comincia. Ieri è stato sgomberata l’Officina Tsunami. Si comincia si, perché si parte con il togliere spazio ad una dell’esperienze autogestite che popolano questa città. Esperienze diverse, che rendono però l”idea di quanta vita scorra per le strade di Bologna. Esperienze che danno spazio all’incontro e alla messa in comune di competenze, realizzazione di desideri, creatività. Ecco noi pensiamo che togliere spazi a chi prova a ridare vita a luoghi abbandonati, a far vivere e dare respiro alle molteplici voci di questa città, ai suoi innumerevoli corpi, sia un atto di mera cecità e prepotenza. Crediamo che di fronte alla restrizione del nostro margine di manovra e decisione, costruito insieme e dal basso, occorra dare una risposta forte. Non lo diciamo per mero opportunismo ma perchè siamo ben consci del clima che si respira in questa città. Diamo la nostra solidarietà ed un grosso in bocca al lupo all’esperienza dello Tsunami, che possa trovare il tempo e lo spazio per riprendersi ciò che gli spetta”.