“Mentre la presenza in città del premier Conte porta con sé la militarizzazione di tutto il centro storico”, azione comunicativa sotto le Due torri nell’ambito della mobilitazione regionale contro i Cpr.
Azione comunicativa anche a Bologna (così come in altre città dell’Emilia-Romagna) nell’ambito della mobilitazione regionale contro i Cpr partita nelle scorse settimane. L’iniziativa si è svolta sotto le Due torri, informa la campagna Mai più lager – Né in Emilia-Romagna né altrove: “Nel giorno della giornata di mobilitazione regionale contro i Cpr, mentre la presenza in città del premier Conte porta con sé la militarizzazione di tutto il centro storico, uno striscione di 30 metri è stato srotolato con un semplice messaggio: mai più lager nè in Emilia-Romagna nè altrove! No Cpr!”. Il riferimento alla presenza di Conte riguarda il fatto che nell’agenda del presidente del Consiglio è inserita per oggi pomeriggio alle 16,30 un appuntamento in via Rizzoli in occasione di un’iniziativa di comunicazione della Protezione civile.
Tra le altre città interessate oggi da iniziative simili: Modena, Ravenna, Parma, Piacenza. Queste le ragioni delle azioni odierne e della campagna regionale: “A Modena sta per aprire un lager, un carcere razziale e per i poveri dove recludere persone la cui unica colpa è non avere in tasca un documento. Questo istituto prende il nome di Cpr (Centro permanenza e rimpatri), e dovrebbe essere aperto dove prima esisteva una struttura analoga istituita dal centro-sinistra: i Cpt, successivamente rinominati Cie. Contro questa triste e criminale continuità, rilanciata con forza dall’attuale governo a trazione del leghista Salvini, vogliamo dire con chiarezza basta! Siamo di fronte a una struttura non solo pericolosa, ma anche inutile: uno spreco di risorse pubbliche, come già sottolineato dalle commissioni parlamentari negli anni passati. Allora perché vogliono riaprire queste strutture? Crediamo che le motivazioni siano due. Spettacolarizzazione: aprire un lager in Emilia-Romagna per questo governo è una priorità perché anche nei nostri territori si può così indicare nei più deboli il nemico. Dopo anni di crisi, precarietà, impoverimento, causati dalla finanza e dalle multinazionali sempre più ricche, indicare nei migranti la causa del peggiorare delle condizioni di vita è la strategia più vigliacca a meschina per proteggere i veri responsabili – che stanno in giacca e cravatta e ‘in alto’, e non certo tra coloro che sono già sfruttati fino all’osso e la cui unica colpa è quella di voler trovare un futuro migliore qui in Europa. Controllo: negli ultimi anni nella nostra regione ci sono state numerose e importanti lotte, dal mondo della logistica a quelle per il diritto all’abitare, che hanno visto spesso in prima fila proprio una composizione migrante. Lotte che hanno migliorato le condizioni di vita per tutti e tutte, italiani e migranti. Con i Cpr e il nuovo decreto Salvini si vogliono spezzare la solidarietà e la forza espresse da queste lotte. Di fronte a chi reclama diritti il governo risponde con il ricatto del permesso di soggiorno e della ‘detenzione amministrativa’. Pensiamo sia giunto il momento di mobilitarsi. I nemici sono quelli che si arricchiscono sulle nostre spalle, non chi come noi tutti i giorni si sforza per guadagnare i soldi per sopravvivere. Opporsi all’apertura del Cpr a Modena pensiamo sia un primo importante passo per invertire la rotta di questo terribile presente. Per questo oggi in tante città della nostra regione siamo a dire ‘Mai più lager!’ Per costruire una opposizione che possa bloccare questa politica”.