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Transfemministe al Sant’Orsola: “Non tolleriamo più gli antiscelta nei consultori e gli obiettori negli ospedali”

“Azione di disturbo” durante una preghiera antiabortista agli ingressi del Policlinico. Mujeres Libres: “Ci troviamo in un momento storico drammatico in cui le nuove destre con i loro movimenti pro-vita hanno guadagnato molto potere”.

05 Ottobre 2022 - 21:35

Il collettivo Mujeres Libres oggi ha compiuto una “azione di disturbo” a un’ingresso del policlinco Sant’Orsola-Malpighi, dove “gli antiscelta recitano preghiere, distribuiscono volantini e appendono macabri poster di feti”. ”

“Nei giorni scorsi – scrivono le attiviste a Zic –  abbiamo invitato Nudm e gli altri collettivi transfemministi della città a compiere insieme a noi questa azione di disturbo, durante la quale abbiamo appeso uno striscione, letto un comunicato” riportato di seguito, “appeso vari cartelloni contenenti dati sull’obiezione di coscienza in Emilia Romagna e letto delle testimonianze di donne che hanno abortito e hanno deciso di aderire alla campagna #abortiscoenonmipento. Questa azione si colloca tra le iniziative di Abortembre, il mese per il diritto all’aborto“.

Si legge nel comunicato: “Oggi siamo qui davanti all’ospedale Sant’Orsola per riprenderci lo spazio che ogni mercoledì mattina un gruppo di preganti dell’associazione Papa Giovanni XXIII occupa per recitare macabre preghiere contro l’autodeterminazione di chi sceglie di abortire. Degli antiscelta non ne possiamo più e non vogliamo più vederli né dentro né fuori dagli ospedali. Infatti, proprio qui al Sant’Orsola, nella sedicente fantastica sanità emiliana, 7 medici su 10 sono obiettori. Su 38 ginecologi 27 sono obiettori di coscienza, il 71%! Il ricorso all’ivg è garantito dal 1978 e da allora le donne lottano perché il diritto all’aborto venga riconosciuto pienamente, denunciando l’odioso fenomeno dell’obiezione di coscienza che fa sì che personale sanitario pubblico possa decidere di NON svolgere parte del proprio lavoro, negando un servizio essenziale ed urgente, negando l’autodeterminazione di ogni donna. E oggi siamo di nuovo qui perché nonostante siano passati 44 anni da quel lontano 1978 noi abbiamo ancora gli antiscelta davanti agli ospedali pubblici e gli obiettori dentro gli ospedali pubblici! Siamo qui per denunciare ogni attacco subdolo degli ultracattolici che cercano da sempre di ostacolare la nostra libertà di scegliere. E ben sappiamo come l’obiezione di coscienza sia divenuta uno strumento politico promosso soprattutto da cattolici, destre ed esponenti del movimento per la vita per ostacolare la piena e corretta applicazione della 194. Siamo stufe di sentirci in colpa nel momento in cui scegliamo per la nostra vita, Ci siamo stufate di trovare così tanti ostacoli nel momento in cui entriamo in una struttura pubblica e richiediamo una corretta procedura per accedere all’interruzione volontaria di gravidanza. Non tolleriamo più di trovare gli antiscelta nei consultori e gli obiettori negli ospedali”.

Prosegue il testo: “Ci rivendichiamo, oggi come ieri, la lotta contro l’obiezione di coscienza e la lotta per l’aborto libero, sicuro e gratuito per tuttə in un’ottica antifascista e transfemminista. Ci troviamo in un momento storico drammatico. Un momento storico in cui, a livello internazionale, le nuove destre con i loro movimenti pro-vita hanno guadagnato molto potere. E questo potere si è fatto sentire anche a livello nazionale, fino ad arrivare all’elezione di Giorgia Meloni e con lei di Maria Rachele Ruiu, fondatrice di Manif Pour Tout in Italia, promotrice del Family Day, attivista di Provita&Famiglia e quindi dichiarata anti-abortista, anti-gender, anti-lgbtqia+. I movimenti pro-life non diranno mai che sono contro l’aborto, ma diranno che sono per la vita, cambiando così facciata, al fine di far passare delle visioni politiche estremamente reazionarie attraverso pratiche piú spendibili e addirittura inclusive. E anche a livello regionale, nella sedicente progressista Emilia Romagna Stefano Bonaccini qualche giorno fa ha annunciato che nei consultori di Parma verrà somministrata la RU486: lo fa come fosse un atto rivoluzionario, qualcosa di nuovo, di sinistra, a volerci ricordare che il PD nn è mica come la Meloni. Bene, Bonaccini è in ritardo di due anni visto che la delibera che prevede la somministrazione della ru486 nei consultori è del 2020!! Ciò che sventola come novità in realtà è la dimostrazione di un ritardo enorme: questa è becera propaganda sui nostri corpi e sulle nostre lotte. Basta! Sui nostri corpi, sulla nostra salute, sul nostro piacere decidiamo noi!”