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Tper: presto nuovo giro di vite sui controlli

Ogni volta che si sale a bordo bisognerà timbrare l’abbonamento e il biglietto, anche se già obliterato. Un modo per aumentare il “controllo sociale”, ammette Tper. I lavoratori delle biglietterie, intanto, rischiano il posto.

01 Febbraio 2013 - 19:20

Tper esulta per i risultati della campagna “Io vado e non evado”, lanciata prima di Natale per colpire chi non può permettersi biglietto o abbonamento del bus: l’azienda ancora non fornisce veri e propri dati, ma sul suo blog il vicepresidente Paolo Natali, ex consigliere comunale del Pd, afferma che sono aumentate sia le vendita dei ticket che le multe comminate. In casa Tper, però, non sono ancora soddisfatti. In primavera “è’ prevista una nuova fase della campagna, che consisterà nell’obbligo per tutti i viaggiatori, anche per gli abbonati e per chi e’ in possesso di un biglietto già obliterato ma ancora valido- spiega sempre Natali- di esibire il proprio titolo di viaggio passandolo in nuove macchinette che verranno installate sulle vetture. Questo, oltre a consentire un controllo sociale come deterrente contro l’abusivismo, consentirà all’azienda di conoscere in dettaglio il numero di tutti gli utenti delle diverse linee momento per momento”.

I dirigenti di Tper, però, forse potrebbero impiegare meglio il proprio tempo. Affrontando, ad esempio, i problemi segnalati ormai da un anno e mezzo dagli addetti impiegati nelle biglietterie: in particolare, da un lato l’aumento dei carichi di lavoro e dall’altro, paradossalmente, c’è il timore di tre o cinque esuberi sui 30 lavoratori in attività (in forze alla cooperativa Progetto lavoro). Da parte dell’azienda finora c’e’ stato un atteggiamento di “chiusura totale”, dice l’Usb, dando il via alla mobilitazione: tra ieri e oggi i lavoratori si sono riuniti in assemblea, lunedi’ effettueranno un presidio davanti alla sede di Tper e venerdi’ prossimo scenderanno in sciopero per quattro ore.

Ormai “e’ da un anno e mezzo che cerchiamo di denunciare i tagli e la gestione inefficiente del servizio”, afferma una lavoratrice e rappresentante sindacale, “ma sembra che le biglietterie non vengano neanche prese in considerazione” dall’azienda. Ai problemi già citati, poi, l’Usb aggiunge la mancanza di una “adeguata” formazione dei dipendenti interessati e precarie condizioni di sicurezza sul lavoro: le biglietterie “sono fatiscenti”, afferma l’Usb, basti pensare che “nel gabbiotto di via Lame non c’e’ neanche il bagno”.

Per accompagnare la mobilitazione, il sindacato di base ha scelto uno slogan che fa il verso proprio a quello anti-evasione di Tper: “E’ davvero ben scorretto chi mette a casa chi vende il biglietto”.