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Tossicodipendenze: aumentano gli utenti dell’Unità di strada, non si trovano medici

L’Ausl fatica a trovare specialisti disposti a lavorare nei servizi dedicati, soprattutto in ambito carcerario. E anche sui mezzi ci sono difficoltà: le Unità mobili sono vecchie e una ogni tanto si ferma.

10 Luglio 2018 - 19:08

Cresce il numero delle persone intercettate dall’Unità di strada gestita dall’Asp, per conto del Comune di Bologna, come servizio di riduzione del danno e di prossimità rivolto a soggetti caratterizzati da dipendenze o consumo problematico di sostanze: a fronte dei 351 casi del 2017, sono già 197 quelli registrati nel primo quadrimestre 2018. E contestualmente, in città si fa fatica a trovare medici specializzati disposti a lavorare nei servizi rivolti ai tossicodipendenti. “In questo campo c’è un momento di sofferenza”, ammettono i dirigenti del dipartimento di Salute mentale dell’Ausl: “Incontriamo difficoltà a trovare medici specialisti disponibili come internisti, tossicologi, psichiatri e infettivologi”. Questo vale “in particolar modo per il carcere, dove si svolge un’attività molto dura su cui molte persone ritengono di non potersi impegnare”. Negli anni, ha sottolineato un medico del settore durante una commissione in Comune, si è determinato un “aumento drammatico” nel rapporto numerico tra utenti e medici e ora c’e’ una “sofferenza palese. Io non riesco a dare appuntamenti prima di dieci giorni”. Ma non solo: l’età media dei medici in servizio è piuttosto alta e non c’è gran ricambio. “Per prepararsi a fare questo lavoro occorrono anni ma non vediamo medici nuovi che vengano ad affiancarci” e ai quali “trasferire le competenze”.

E non solo i medici invecchiano. Vale anche per i mezzi: “Le due attuali Unità mobili sono piuttosto vecchie e ormai nemmeno più tanto mobili”, dice l’Ausl, tanto che una delle due “ogni tanto si ferma e andrà rottamata”. L’Ausl specifica di aver intanto autorizzato l’arrivo di un altro mezzo, che dovrebbe essere acquistato a breve.

In questo contesto, l’Ausl sta riorganizzando il sistema dei Sert: da tre si passerà a due, con aperture più lunghe delle attuali, per i servizi rivolti alla “tradizionale” popolazione tossicodipendente. Il terzo invece verrà trasformato in un servizio specializzato rivolto ai consumatori di strada, a quelli in carcere, agli alcolisti, ai giocatori d’azzardo patologici e ai giovani consumatori di sostanze. Tra i medici del settore, però, c’è chi teme che questa nuovo assetto porterà ad un’eccessiva concentrazione di tossicodipendenti sui due Sert rimanenti, che dovranno assorbire gli utenti del terzo: ci sarà “un medico per ogni 140 pazienti”, è il calcolo circolato.